Uno dei problemi della nostra società, oggi, è che la vogliamo sempre più easy, fast, smart, quickly. A furia di semplificare, velocizzare, il rischio è che la troppa semplificazione dei concetti, delle opinioni e dei fatti li trasformi in qualcosa di diverso. Oggi, dicono gli esperti, l’attenzione delle persone è cambiata. Non è minore, ma è più volubile, continuamente distratta. Quindi, dicono sempre gli esperti, se vogliamo veicolare un messaggio dobbiamo renderlo veloce, immediatamente comprensibile. Se vogliamo essere capiti, dobbiamo essere il più possibile sintetici.
Io non ci sto. O meglio, come si dice oggi, io non ci sto dentro. Non voglio, o forse non ne sono capace, semplificare tutto. Tritare, liofilizzare i concetti in modo che tutti li possano digerire fa sì che essi cambino. Il rifiuto della complessità è il rifiuto del nostro mondo, che è complesso. Se vogliamo capirlo, dobbiamo studiare, approfondire. Non sarò, non saremo mainstream, ma cercheremo in compenso di essere chiari, di evitare fraintendimenti.
Per questo nasce il moscone: per dare uno spazio adeguato a tutte le opinioni, le ricerche, le analisi. I nostri lettori, se hanno fretta, voleranno via come mosconi. Ma siamo sicuri che qualche moscone, più interessato, si fermerà un po’ di più. E magari, ci dirà la sua.
Forse non saremo popolari. Sicuramente non saremo populisti. Perchè è grazie alla semplificazione, alla riduzione, che prolifica il populismo che dice ai cittadini quello che vogliono sentirsi dire nella maniera più semplice possibile. Siamo circondati da slogan dietro a cui c’è solo la ricerca del consenso. Il moscone ronza controcorrente.
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2 commenti su “La complessità del moscone”
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Sono con te se hai bisogno di riempire dimmelo un po prima ma siamo sulla stessa lunghezza d’onda con una caratteristica epocale che io faccio riferimento al latino e tu all’inglese. Ciao : Dominus sit in itinere tuo…
Sono d’accordo