Riflessioni sul discorso di Andrea Sisti, neo assessore a sport, pubblica istruzione, cultura e turismo di Novi Ligure.
“Nel programma elettorale, che ho anche contribuito a scrivere, sulla cultura non c’è scritto molto…” così esordisce il neo assessore alla cultura Andrea Sisti durante il consiglio comunale di in diretta su Youtube del 9 novembre. Se di cultura c’è scritto poco…di turismo e di marketing territoriale c’è ancora meno. Ad onore del vero, poi, durante il suo lungo discorso l’assessore tocca e affronta diverse tematiche sottolineando che Novi non deve essere racchiusa in una visione circoscritta ai confini cittadini ma deve avere un respiro più ampio per poi parlare di rete culturale e rete museale. Sisti, infatti, cita le bellezze e i tesori che ci circondano come Santa Croce a Bosco Marengo o il sito archeologico di Libarna, la biblioteca civica di Novi e il Museo dei Campionissimi sostenendo che si debba fare rete per poter fare sistema tra le eccellenze del territorio.
L’assessore prende come esempio la formula di unione di forze messo in campo con il Mi To che, però, sembra difficilmente applicabile al nostro territorio perché le condizioni con il quale nasce MiTo e il tessuto economico e sociale di queste aree sono assai diverse. Prima di tutto esso si basa sulla interazione di due città metropolitane come Milano e Torino, due grandi capoluoghi di regione con una radicata vita culturale e dal respiro internazionale. Inoltre, poi, lo scopo del MiTo, nato nel 2007, era quello di rendere Milano e Torino due immense platee a cielo aperto, dove la musica e gli spettacoli invadessero ogni angolo della città, dai teatri ai cortili agli auditorium e alle piazze. Il nostro territorio ha bisogno di fare sistema sì, ma occorre fare rete con le altre piccole realtà che lo circondano, perché ogni paese, ogni piccola cittadina ha le sue peculiarità da diversi punti di vista: culturali, architettonici, sociali ed enogastronomici. Siamo provincia, non è un mistero, e non dobbiamo aver paura di essere chiamati provinciali… d’altronde anche le Langhe sono provincia… eppure sono un brand conosciuto ormai in tutto il mondo.
Durate l’intervento di Sisti, poi, ci si aspettava almeno un cenno a un attore che, di fatto, ormai da anni si impegna per fare rete e mettere a sistema le nostre realtà: il Distretto del Novese.
Per chi non lo conoscesse, il Distretto nasce nel 2006 quando la giunta della Regione Piemonte dà il via alla sperimentazione dei Distretti commerciali per abbattere la desertificazione commerciale di determinati territori. Per la precisione, la Regione Piemonte sceglie, per far nascere questi distretti, aree dove sono sorti grandi centri commerciali, nel caso della zona del Novese si parla ovviamente del Mc Arthur Glen Outlet di Serravalle Scrivia, poiché si ha la paura che i piccoli centri affondino di fronte alla grande distribuzione. Oltre a quello del novese nascono anche Vercelli – Terre del Riso e successivamente Alba-Bra, Cuneo – La porta delle Alpi e Ivrea. I distretti del Novese e di Vercelli vengono presi dalla Regione Piemonte come progetti pilota però solamente il Distretto del Novese ha avuto uno sviluppo e un seguito fino ad oggi, quando sono 33 i comuni che lo compongono. Il Distretto commerciale nasce come un modo nuovo e innovativo per promuovere un territorio nella sua totalità, dal punto di vista sia economico che turistico. Oltre al comune capofila di Novi, il Distretto Novese comprende, inizialmente, quelli di Arquata Scrivia, Basaluzzo, Bosco Marengo, Cassano Spinola, Fresonara, Gavi, Pasturana, Pozzolo Formigaro, Serravalle Scrivia e Tassarolo. Insieme ai comuni sopracitati hanno preso parte al tavolo decisionale la Camera di Commercio di Alessandria, e le associazioni di categoria come la Confesercenti di Novi Ligure e di Alessandria e l’ASCOM di Novi Ligure e di Alessandria. Il Distretto del Novese era, quindi, un’unione fra pubblico e privato ed è stato il primo che si è costituito in una gestione associata attraverso una convenzione, tra enti locali, stipulata ai sensi dell’articolo n.30 del Decreto Legislativo n.2672000.
I ruoli del Distretto si possono identificare in due grandi filoni: le attività di promozione e le attività di programmazione del territorio. Per quanto riguarda la promozione si intendono il giornalino bimestrale che rappresentava una sorta di agenda del territorio, con tutti i suoi eventi; il sito internet; il filmato sul territorio a scopo promozionale e lo stand stesso del Distretto, senza dimenticare le pagine social e l’app nata di recente. Per fare programmazione invece era, ed è ancora, necessario fare un’analisi del territorio dal punto di vista commerciale e di attrazione turistica, usufruendo degli strumenti di marketing territoriale, individuando i diversi target e le diverse strategie percorribili. Questa analisi va fatta sistematicamente poiché, come si è visto quest’anno con il l’emergenza sanitaria Covid 19, le carte in tavola possono cambiare rapidamente e occorre adattarsi ad ogni qualsivoglia cambiamento e imprevisto. Il progetto del Distretto del Novese è stato alimentato e finanziato in modo importante fino al 2010, quando, in contemporanea la giunta di Mercedes Bresso cede il posto a quella di Roberto Cota e la fase di sperimentazione si avvia alla conclusione, mettendo termine così ai fondi destinati ai distretti commerciali. Inizia, quindi, per il Distretto del Novese un periodo di difficoltà nel ricevere risorse, ma, nel dicembre 2013, in occasione della XVIII edizione della rassegna enogastronomica Dolci Terre di Novi, è stata firmata la convenzione che inaugura l’inizio della fase operativa del Distretto del Novese ed è, rispetto ai 4 distretti istituiti dalla Regione Piemonte (Alba-Bra, Cuneo, Ivrea e Vercelli), il primo distretto che si costituisce in una gestione associata tramite una convenzione, tra enti locali.
La convenzione tutt’oggi è ancora aperta così che ogni comune della zona del Novese, delle terre del Gavi, della zona del Dolcetto di Ovada e alcune realtà del Tortonese legate al ciclismo possano entrare a farne parte. Con questo passaggio la componente privata ha abbandonato il progetto, rendendo così il Distretto del Novese interamente pubblico.
Il Distretto ha voluto puntare alla valorizzazione non solo del territorio e dei suoi tesori culturali ma anche delle specialità enogastronomiche; tale punto di forza era già stato capito ed è proprio per la valorizzazione l’aspetto enogastronomico del territorio che nel 1995 è nata la rassegna Dolci Terre di Novi, con lo scopo di creare una vetrina del meglio delle tipicità della zona. Con il Distretto, inoltre, è nato anche il paniere dei prodotti De.Co (Denominazione Comunale). Tra i prodotti ricordiamo il bacio di dama novese, agli amaretti morbidi di Voltaggio, il cece della Merella, la birra di Pasturana, il raviolo di Francavilla Bisio, il mais ottofile Tortonese prodotto in località Merella.
Un territorio, pertanto, si descrive e si racconta con diverse sfaccettature a trecentosessanta gradi: arte, cultura, sapori, tradizioni, eccellenze artigiane. I primi a conoscere e a credere nella potenzialità della zona nella quale ci troviamo dobbiamo essere noi. Valorizzare quello che già abbiamo potrebbe essere una delle vie da perseguire perché spesso è più difficile vedere ed apprezzare le cose dall’interno, quando le abbiamo sotto al naso, che dall’esterno. Bene l’idea del polo museale, bene puntare sul grande tesoro di Novi, il teatro Marenco, bene bene nel voler collaborare con l’Outlet, senza però diventarne ombra, ma serve fare uno sforzo in più per coinvolgere gli attori, per mettere al centro il territorio intero, nella sua complessità e totalità e non solo una parte di esso. Essenziale deve essere l’identificazione di una mission, la definizione del target, la scelta dei mezzi da utilizzare e dunque l’elaborazione di una strategia. È necessario che la parola cultura vada a braccetto con la parola turismo e i primi a investire e a crederci devono proprio essere le istituzioni.
In bocca al lupo, neo assessore! Ha tra le mani grandi potenzialità (che forse non tutti comprendono) … non le sprechi!
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone
2 commenti su “Parlare di turismo e marketing territoriale si può e si deve”
Comments are closed.
Analisi esauriente, che può essere di aiuto all’ amministrazione.
Quanto scritto dalla brava Carlotta Codogno, che conosce bene la storia così come l’ha scritta, calza bene con una frase “Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro” Cit. Tucidide 431 404 a.C.
Ecco, da qui si deve partire. Buon lavoro ad Andrea Sisti, neo Assessore