Sicurezza cittadina, siamo diventati matti?

Forse abbiamo parlato troppo di sicurezza, e poco di salute mentale. A Novi Ligure (e non solo) uno dei temi fondamentali portati avanti in campagna elettorale dalla coalizione poi risultata vincente alle urne era quello della sicurezza cittadina. Uno dei post più comuni, in uno dei tanti gruppi novesi attivi su facebook, era legato alla presenza dei posteggiatori abusivi. 

A distanza di oltre un anno e mezzo dalle elezioni, nulla è cambiato nelle piazze novesi. A dimostrazione che il tema della sicurezza può essere più o meno usato in campagna elettorale da destra o da sinistra, ma che alla prova dei fatti ai Sindaci restano ben poche armi per contrastare questi fenomeni globali. E anche a dimostrazione che con gli slogan si può anche vincere le elezioni, ma che alla prova di governo questi non bastano. Anzi, si ritorcono contro i loro stessi promotori. 

A Novi la situazione fa sempre più clamore, se ne discute sempre più in rete, ma alcuni sembrano casi più da “settimo piano” (così un tempo era indicato il reparto di cure psichiatriche dell’ospedale San Giacomo) che da forze dell’ordine. 

In questi ultimi tempi, alcuni personaggi continuano a fare parlare di loro. 

Uno è stato soprannominato il “giardiniere” perché ha la strana abitudine di strappare piante e fiori messi a decoro dei pubblici esercizi e poi infilarglieli nelle serrande. A volte se la prende con i cartelli dei bar, facendoli cadere a terra e poi scappando. Spesso viene fermato, identificato, e poi torna libero di agire. 

Un altro si accanisce contro specchietti retrovisori, finestrini delle auto e cose simili. Pare che sia anche positivo al coronavirus, senza dimora. Si è fermato a Novi, per nostra “fortuna”. 

Questi due primi personaggi pare siano di provenienza nord africana. 

Ma il caso forse più strano si è visto ieri su Facebook, con un “influencer” del web come Roberto Ambrosi che per protestare contro le continue deiezioni dei cani in zona Lodolino a deciso di raccogliere un po’ di “regalini” in un sacchetto, attraversare tutta la città fino alla sede della Lega in via Amendola e depositare il disgustoso regalo all’interno della serranda della sede del partito di Salvini. Il tutto in diretta sulla sua pagina facebook, spiegando – con un buon numero di epiteti- il motivo del suo gesto. Una forma di protesta davvero disgustosa, benché mossa da una legittima protesta verso la maleducazione dei proprietari dei cani. 

Dopo il giardiniere pazzo, il rompi specchietti, ci manca solo quello che gira per Novi con un sacchetto pieno di merda. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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