Qualche giorno fa avevo parlato di come l’app IO fosse stata scaricata massicciamente in seguito all’attivazione del Cashback di stato da parte del governo, confrontando il suo successo con quello mancato di un’altra app discussa negli ultimi mesi, ovvero Immuni, che aveva (e ha tuttora) il compito di avvertire se si è entrati in contatto con una persona positiva al Covid.
Una ragione potrebbe essere legata all’incentivo economico dettato dal Cashback, elemento che invece non si riscontra nell’utilizzo di Immuni, la quale è, invece, messaggera di brutte notizie e costringe gli sfortunati destinatari delle proprie notifiche alla paura di aver contratto a loro volta il virus e alla “punizione” di dover rimanere in casa fino al prossimo tampone negativo.
Premio e punizione sono due elementi fondamentali nella crescita umana e nello sviluppo della personalità: il noto (e in qualche modo controverso) psicologo Jordan Peterson ne ha fatto il cavallo di battaglia di un intero capitolo nel suo best seller “12 regole per la vita, un antidoto al caos”, spiegando come un adeguato sistema di incentivo e disincentivo a determinati comportamenti possa influire positivamente sulla crescita dei bambini.
Il dibattito pubblico ora si è spostato sull’opportunità di rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid, aspetto che il Presidente del Consiglio non sembra voler prendere in considerazione, forse per evitare ulteriori spaccature interne alla sua maggioranza, o forse ancora per non causare una escalation di proteste da parte dei no-vax.
Sull’ipotesi di punire chi non si vaccinerà si sono già espressi in molti, ma un aspetto fondamentale sui rischi di questa scelta è da tenere in considerazione: i deterrenti funzionano a fasi alterne, soprattutto quando le probabilità di essere individuati diminuiscono in forma inversamente proporzionale al numero di individui nella stessa situazione, e quando la punizione non è certa, nè definitiva. Se le pene fossero certe, ad esempio, in Italia avremmo molti meno crimini. O ancora, se la pena di morte fosse un deterrente e l’azione della polizia contro i crimini violenti fosse efficace, non si verificherebbero mai delle esecuzioni in tal senso.
Tornando al vaccino, è probabile che, alle regole attuali, molti sceglieranno di non vaccinarsi, e se anche si decidesse di punirli (in che modo? Costringendoli in casa causando ulteriore sfiducia nelle istituzioni?), il numero potrebbe essere così alto da non rendere certa nè l’individuazione, nè la pena. E allora cosa fare?
Di soluzioni fantasiose ne abbiamo sentite parecchie negli ultimi mesi, tanto vale provare a lanciarne una anche nel frangente vaccini: forse vale la pena premiare i comportamenti virtuosi di quei cittadini che decideranno di vaccinarsi, portandoci, un passo alla volta, più vicini alla fine della pandemia.
Ci sono ampi settori economici e sociali che sono rimasti colpiti più di altri: turismo, ristorazione o forme varie di aggregazione e cultura, come ad esempio eventi sportivi, teatrali, cinema, concerti e discoteche, o ancora l’intera filiera della mobilità. Bisognerà trovare il modo per far ripartire questi settori in sicurezza, a maggior ragione potrebbe essere utile farli ripartire proprio grazie a quelle persone che saranno in grado di muoversi senza le limitazioni che ci hanno colpiti recentemente.
Molto banalmente, si potrebbe pensare ad accessi privilegiati (sia in termini economici che di disponibilità) a biglietti aerei, ferroviari, eventi sportivi o musicali, locali, mostre e fiere, a chi si ha deciso di vaccinarsi. Gli strumenti ci sono: gli stessi database che raccolgono i dati di chi utilizza il Cashback nell’app IO sono testati per sostenere le richieste di rimborso di milioni di cittadini (a volte con qualche bug, ma questo è un altro discorso). E i costi? Considerato che si tratta di far funzionare settori molto importanti per l’economia italiana, sarebbe un investimento non diverso dai ristori a pioggia visti in questi mesi per le partite IVA o, facendo un passo indietro di qualche anno, ai famosi 80 Euro elargiti dal governo Renzi ai lavoratori dipendenti. Si tratta di manovre nell’ordine dei miliardi di Euro (a dicembre i ristori erano arrivati a 8 miliardi, gli 80 Euro invece sono pesati 10 miliardi ogni anno), sicuramente impegnative, ma non nuove nel nostro panorama politico. Risolverebbero il dubbio su come far ripartire elementi di aggregazione e potrebbero invogliare più persone a prendere una decisione così rilevante in questo periodo. Certo, i dubbi di chi non è particolarmente aggiornato su farmacologia e medicina sono comprensibili(molto meno quelli instillati da chi desidera buttare benzina sul fuoco in nome di una battaglia contro la scienza), però da qualche parte sarà necessario iniziare, per non ritrovarci a fare lo stesso discorso fra un anno, quando le ondate di Covid saranno diventate cinque o sei.
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone