I giri di valzer della giunta novese


Che la Giunta novese sia del cambiamento non ci sono più dubbi: è in continuo movimento, muta continuamente. Purtroppo, però, nulla cambia in città. Dove poi stia la “rivoluzione del buon senso” a lungo propagandata non è dato sapere; ma si tratta certamente di un nostro limite.

I giri di valzer in Giunta ormai non si contano più: Cuccuru ballava, ma ha preso una storta, assai dolorosa, a causa della quale ha dovuto fermarsi; al suo è posto è salito in pista Sisti, con le stesse dame; Dolcino ha smesso, felicemente, di ballare, e le sue dame, almeno in parte, le ha prese il Sindaco, il quale, un poco affaticato, dopo qualche giro di valzer ha ceduto la dama del Bilancio a Delfino, l’uomo venuto dal Nord, ovvero mandato direttamente da Lusciandria. Nel salone delle feste, una femmina leggiadra volteggiava sinuosamente; ma, accusando un malore, ha dovuto scendere dalla pista, per poi risalirvi quasi subito. E nella discesa frettolosa, esattamente come Cenerentola, ha perduto non già la scarpetta, bensì la delega all’Urbanistica, prontamente raccolta dal Sindaco, che la teneva d’Occhio da tempo. Altri ballerini guardavano, ammirati, il primo cittadino danzante, in technicolor. Autoscatto, invece, ballava da solo, allo scopo di“autoscattarsi”; ma appariva irritato, prendeva continue gomitate, nella confusione non gli riusciva di“selfeggiare”. A bordo pista, inquietati e inquietanti, sedevano altri ballerini, in attesa di poter salire; e se non direttamente, magari in qualche anfratto, ad esempio teatrale.

Però, come dice il saggio, “le feste non son liete se non corron le monete”. E a questo proposito, non per mettere fretta (l’anno scorso la Giunta ha impiegato “solo” otto mesi per approvare il bilancio, per cui c’è ancora tempo), ma la domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto i buoni propositi del neo Assessore al Bilancio il quale, nella seduta di insediamento, aveva dichiarato che il documento economico-finanziario 2021 sarebbe stato approvato entro l’anno… scorso?!! All’epoca facemmo i nostri auguri, colmi di dubbi, all’operoso neo Assessore: la sua dichiarazione ci era parsa troppo affrettata, rilasciata forse perché ignaro delle faccende leghiste novesi (la città è un’altra cosa, ci creda). Già, perchè la maggioranza è rimasta azzoppata e ora, freneticamente, qualcuno, dentro e fuori il consiglio comunale, è alla spasmodica ricerca del tempo perduto, ovvero del voto dei fuori-usciti, ovvero dei fuori-cacciati . 

L’ultimo giro di valzer in ordine di tempo, comunque, è quello con il quale il Sindaco – che non vuol sentir parlare di rimpasto ma, a suo dire, solo di una redistribuzione delle deleghe assessorili – è quello del ridimensionamento (a noi piace chiamarlo così) dell’Assessore Bruno. Educativo e parecchio interessante l’atto ufficiale con il provvedimento del Sindaco, con il quale egli prende atto della “piena disponibilità (dell’Assessore, N.d.R.) alle mie complete dimissioni qualora questo fosse il tuo desiderio o un’opportuna valutazione” . Insomma, non parrebbe, a nostro parere, una redistribuzione di deleghe, bensì una dichiarazione dell’Assessore piuttosto pesante (senza usare parolacce, una signora non le dice) che, in bella maniera, afferma: “Caro Sindaco, se lo desideri (e sottolineo se, direbbe Mina) io sono pronta ad andarmene e tanti saluti”. Dunque una richiesta di fiducia, non molto celata, che sembrerebbe essere stata messa in discussione. La domanda sorge spontanea: da chi? (direbbe Marzullo). Qualcuno, di quel che resta della maggioranza, avrebbe forse biasimato l’operato dell’Assessore, che, in ormai venti mesi, non ha portato alcun provvedimento di Urbanistica in Consiglio comunale (al punto che la relativa commissione non è stata mai convocata; e oggi sembrerebbe anch’essa azzoppata), mentre altri, sempre di quel che resta della maggioranza, pare non volessero sentir parlare di mettere in discussione l’operato della Bruno … Sembrerebbe proprio questa la questione, considerata la piena disponibilità della signora alle complete dimissioni, qualora il Sindaco lo desiderasse. “Ogni tuo desiderio è un ordine” come diceva il Genio della lampada di Aladino.

Cabella, a quanto pare, non ha “desiderato”, forse perché tirato per la giacca da più parti; ed ecco così la “genialata” (tanto per restare in tema) della redistribuzione delle deleghe.

Questo marchingegno sembrerebbe atto a rispondere, sebbene parzialmente, ai desiderata del Mungitor cortese, che con la Bruno, in quanto a critiche, non è stato per niente tenero. Vuoi vedere che la scelta del Sindaco potrebbe essere il “contentino” atto a recuperare i voti per fare approvare il bilancio? Se così fosse, sarebbe davvero un “contentino”, poiché, salvo errori ed omissioni, il Mungitor cortese chiedeva la sostituzione dell’architetto Bruno con la sua amica Maria Rosa Porta. Insomma, la coperta nel letto appare corta: da ogni parte la si tiri, si scopre la parte opposta e questa Giunta sembra si voglia tenerla insieme con il Vinavil. Certo, bisogna ribadirlo, se il Mungitor cortese accettasse la nuova situazione farebbe, come già affermato, la figura del ciculatè di torinese memoria.

Nel provvedimento del Sindaco, a ben leggere, c’è una frase che appare sibillina: “Considerato infatti opportuno (omissis) una riflessione approfondita e collegiale sull’opportunità di una diversa distribuzione delle deleghe, da effettuare anche sulla base del processo, già avviato, di esame e revisione della struttura organizzativa di quest’ente…” . Cosa significa questa solenne dichiarazione? Prelude a nuovi “impasti e rimpasti” ? Quindi all’occorrenza, per tenere insieme la baracca, ce ne saranno ulteriori? Che da Alessandria o da Genova siano pronti a … suggerire nuovi membri di Giunta? Insomma, la Giunta di Novi è per caso sottoposta a stretta sorveglianza alessandrina?!!

Niente paura: sempre nel citato provvedimento, il primo cittadino scrive che: “la Giunta (omissis) vive “di luce riflessa” del Sindaco”. Su questo non ci piove; lo stesso, poi, assegna a se stesso le deleghe perdute dall’ Assessore azzoppato. Un Sindaco così, indubbiamente, ce l’abbiamo solo noi, come direbbe un noto presentatore televisivo.

Nei pressi della nostra bella Fontana di piazza Dellepiane, il solito mugugnatore diceva agli amici: “Batistèin, in quela cumedia ‘d Butasi, l’avaisa ditu “A semu a postu!”. Senza dimenticare di aggiungere:“A vu digh mi, chilu is rabàta”*.

Il Malalingua

P.S. internazionale: Donald Trump, finalmente, se ne andrà dalla Casa Bianca (e saranno immediatamente sostituite le serrature); gli americani – ma anche noi – non sentiranno la sua mancanza. Avesse consultato prima Cabella, una soluzione l’avrebbe trovata: magari gli avrebbe tolto qualche delega.

*1) Battista, in quella commedia di Bottazzi, avrebbe detto “Siamo a posto”. 2) Aggiungendo: “ve lo dico io, questi si arrabattano”.

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