Sono fresca fresca di una possibile eredità di 500.000€ e pensate un po’, l’ho rifiutata.
No, non sono pazza, e nemmeno nemica del vile denaro, ma la generosa donazione, bloccata sul nascere, era chiaramente, una truffa.
Avevo accettato l’amicizia di un’attempata signora, che tra l’altro aveva fra gli amici diverse mie conoscenze, e che presentava un profilo regolare con fotografia di testa candida e post più o meno normali.
A distanza di un giorno la signora in questione mi scrive in privato, mi annuncia di essere una malata terminale e di volermi lasciare nel suo testamento la cifra che ho riportato sopra perché vuole lasciarla in mani fidate e a una persona che la meritasse.
Una cosa vera nel messaggio c’era, in effetti mi meriterei un lascito così cospicuo, ma come non mi è mai capitato in tutta la mia vita, anche questa volta la fortuna non mi bacerà in fronte (chiariamo la fortuna mi ha baciato in fronte tante volte, ma, raramente, la ricompensa era in verdoni).
Sentita la puzza molto puzzosa di truffa, ho cancellato la signora, l’ho bloccata e segnalata. Secondariamente mi sono soffermata a pensare sulla presenza di questo fenomeno di truschini che è ormai da moltissimo sul web.
In origine furono le mail, “botte di deretano” improvvise da farti esclamare:Wow, che culo! Poi si trasferirono sui social usando la messaggeria per raggiungere gonzi e gonze della rete.
Allo stato attuale siamo arrivati ad avere alcuni anni di esperienza di truffatori di tutti i tipi che trovano strade particolari per colpire gli elementi più deboli del web: gli ingenui.
C’è chi ha duplicato la pagina di Drusilla Foer, il personaggio creato dall’attore e performer toscano Gianluca Gori, promettendo premi sostanziosi in denaro ai fan più attivi della pagina.
In questo caso il “truschino” è stato fermato sul nascere perché la vicenda è subito stata segnalata alla pagina ufficiale che ha svelato il “trucco delle tre carte” bloccando di fatto l’evoluzione della truffa.
Ci sono poi belle donne che scrivono in un italiano da Casatschok (il ballo della steppa) proponendosi a maschietti creduloni.
Ci sono vedovi di nazionalità diverse, alcuni militari statunitensi, altri fotografati con meravigliosi orfani dal caschetto biondo, che su messenger cercano la compagnia di sessantenni romantiche con ancora un ormone in funzione.
E c’è chi ci casca, non ci sono dubbi, perché, a distanza di tempo, questi tentativi di truffare gli utenti non diminuiscono, malgrado i numerosi interventi per bloccare il fenomeno anche con l’ausilio della polizia postale.
Verrebbe da pensare che l’istinto di “gabbare” il prossimo, senza scrupoli, è superiore a qualsiasi normativa, ma un’altra considerazione balza prepotente: i truffatori ci sono perché ci sono i “coglions” disponibili a farsi truffare.
Detta così, appare un po’ cattiva perché in effetti c’è implicito il giudizio negativo nei confronti di chi casca come una pera cotta nel “gabbo” che gli è stato tirato. In effetti l’ingenuità è anche sorella dell’ignoranza intesa proprio come “non sapere”.
Mi capita infatti di vedere persone assolutamente preparate alla vita nel reale e anche con un bagaglio culturale discreto affacciarsi sui social con il candore di un bambino che prende per vero tutto ciò che legge e che gli capita sotto gli occhi.
Qui si aprirebbe il grande discorso sulle “fake news” che non è il caso di affrontare ora, per la sua ampiezza, ma se le truffe persistono sul web questo è dovuto all’enorme creduloneria di una parte degli utenti.
In fondo si può essere persone perfettamente capaci di badare a se stesse nella realtà, ma essere su di una nuvoletta rosa nell’etere, con il candore di un bambino che crede che tutto possa cambiare per un colpo di fortuna, con il sogno di un amore impossibile con una formosa e giovane ragazza e con le farneticazioni romantiche di un amore protettivo e del calore di una famiglia.
Ci vorrebbero dei corsi, uno “spiegone” almeno, prima di accedere a questo mare, perché una barchetta senza nemmeno un “mayday” a disposizione rischia il naufragio contro gli scogli, affondando come un Titanic qualsiasi.
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