Il sindaco di Novi Ligure Gian Paolo Cabella accelera sulla nomina del nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione Marenco, che ha ristrutturato il teatro Marenco. La scorsa settimana ha inviato una lettera agli amministratori attuali della fondazione, chiedendo loro di dare immediate dimissioni.
Il comune di Novi è il socio di maggioranza della fondazione Teatro Marenco, nata il 25 marzo 2004 per volontà del Comune di Novi Ligure e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, di cui detiene il 58,8% della proprietà.
Gli amministratori attuali erano 9, di cui 4 nominati dal comune: Andronico Antonino (presidente), Simonelli Claudio (Vice Presidente, deceduto), Bosio Gian Marco, Di Saverio Adriano, Camerino Dario, Castellani Giovanni, Ferretti Bruno, Ravera Paolo, Mazzone Gian Piero.
Per gli amministratori della fondazione non era previsto nessun compenso, ma un gettone di presenza pari a 150 euro per ogni seduta a cui hanno partecipato. Sul sito del comune di Novi, nella sezione “amministrazione trasparente”, è chiaramente indicato che l’unico amministratore che aveva rinunciato ai 150 euro di rimborso è Bruno Ferretti, già disability manager cittadino durante il mandato del sindaco Muliere.
Nel corso del 2017, grazie all’idea del compianto Poppi Posillipo, fu avviata una campagna di raccolta fondi denominata “adotta una poltrona” che ebbe come testimonial Claudio Bisio e che permise di raccogliere oltre 28mila euro. Chissà se i membri del nuovo Cda saranno scelti tra chi decise di mettere mano al portafoglio per sostenere concretamente il recupero dello storico immobile.
«Grazie a tutti coloro che hanno collaborato a ridare un teatro a Novi – ha scritto il presidente uscente Nino Andronico sul suo profilo facebook – dai colleghi del CdA, a tutti i tecnici che con passione si sono impegnati in un lavoro certamente non semplice, alle imprese e ai loro dipendenti spesso disponibili oltre al loro dovere».
Anche Bruno Ferretti, nominato nel Cda della fondazione su indicazione dell’ex ministro Sandro Bondi, che tramite la fondazione Arcus diede un contributo economico fondamentale al recupero del teatro, ha commentato il suo “licenziamento” sulla pagina facebook “barriere no grazie” con un indirizza all’amica disabile Laurence Goube: «Oggi, come richiestomi del Sindaco di Novi Ligure, ho dovuto rassegnare le mie dimissioni dal Cda della Fondazione Teatro Marengo …. nulla da commentare in merito, ma solo tanta amarezza perché svanisce così il mio sogno di poterti accompagnare al primo spettacolo che prima o poi si terrà al Marenco ….. voglio però dirti che ho mantenuto la mia promessa e sono stato attentissimo a che tutti gli spazi siano ora accessibili a tutti …… peccato, mancava veramente poco….. scusami Lou’. Il mio personale ringraziamento a Sandro Bondi, che ha pensato a me per rappresentarlo all’interno del Cda e per l’ entusiasmante esperienza che mi ha dato la possibilità di vivere, e a tutti i miei colleghi della Fondazione Teatro Marenco capitanati con professionalità e grande capacità da Nino Andronico(…)»
Grazie anche al contributo determinante di Ferretti, e alla volontà del comune e della fondazione, il “nuovo” teatro Marenco, pur mantenendo la sua impostazione storica, è ora completamente accessibile ai disabili in quanto sono state rimosse tutte le barriere architettoniche che erano ovviamente presenti in un struttura dell’800.
Ma quando sarà nominato il nuovo Cda e da chi ci sarà composto? A breve probabilmente arriveranno le indicazioni del comune. Sicuramente, in base alle nuove normative di legge, il numero di membri del CdA sarà ridimensionato a tre o cinque membri, tra i quali andrà rispettata anche la quota di genere. Da mesi “girano” nomi per la fondazione, tra cui quello del notaio Gianluigi Bailo. Staremo a vedere se le voci erano fondate.
Comunque sia, e pandemia permettendo, si avvicina il giorno in cui finalmente i novesi potranno tornare a sedersi nelle sale fastose del teatro Marenco. Il restauro è finalmente concluso, e ora resta un passaggio non semplice: dare nuova vita al teatro. Più che sui nomi del nuovo CdA, è sul progetto di gestione che si dovrà lavorare. Compito non facile per l’assessore alla cultura Andrea Sisti e per i nuovi amministratori.
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