Che sorpresa nell’uovo di Pasqua!

Con un’intervista “pasquale”, colui il quale dovrebbe essere il Conducator della città – come sancito nell’ormai lontano 2019, quando vinse per soli trecento voti le elezioni amministrative – avrebbe dovuto chiarire il suo pensiero in merito alla attuale situazione sanitaria.

Ad una domanda sulla pandemia (tema ormai quasi esclusivo nei discorsi quotidiani), con la quale gli era chiesto quali fossero le sanzioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, con la sua limpida ed usuale chiarezza ha detto che, sull’argomento, sapeva rispondere poco. Diciamolo, una frase di tale spessore non è da tutti.

Da quando abbiamo letto l’intervista, continuiamo a pensare a chi mai si dovrebbero chiedere risposte certe. Forse al salumiere dietro casa? O al panettiere? Oppure al fabbro del Cipian? Peccato non ci sia più “U Tumlu ee magnan”, capacissimo artigiano ferraio, che sapeva aprire qualsiasi porta. Con ingenuità, reputavamo che il Sindaco, oltre ad essere autorità sanitaria sul territorio, nonché autorità di pubblica sicurezza, avesse il compito di dare risposte alla cittadinanza.

Facciamo rispettosamente notare che la pandemia è scoppiata lo scorso anno -più di dodici mesi fa – e che non è più tempo di domande, bensì di azioni; non si può neppure più affermare che la colpa sia di chi governava prima la città (come potrebbe facilmente suggerire un giovane seguace cabelliano, dalle doti di fine analista), secondo uno sport molto in voga nella ormai sfaldata coalizione del centro-destra novese. Questa volta tocca proprio a Cabella & Co. decidere e scegliere: choisir, per dirla alla francese.

Con fare riflessivo, il nostro Primo Cittadino ha continuato l’intervista con un’altra perla (ed una ventata di giovanilismo, che ad una certa età non fa bene) :“Però mi chiedo che cosa voglia la gente. Vuole vedere più multe, meno multe? Si lamentano se dei ragazzi fanno un poco di confusione in piazza?”. Un’amletica domanda, questa, forse rivolta a se stesso, quasi a prendere tempo in attesa di ricevere indicazioni dal nipote, che evidentemente, in quel momento era… sconnesso.

Ci permettiamo di osservare che la confusione, così cabellianamente definitanel decreto del Presidente del Consiglio ha una specifica definizione: si chiama assembramento. Si ricorda altresì, qualora il Conducator fosse uscito da un sonno profondo, che tali eventi favoriscono la circolazione del contagio. Il problema, dunque, non è cosa pensi la gente, ma cosa pensa il Sindaco, il quale, volendo, potrebbe pensare e poi, sempre volendo, agire. Pare che sul dizionario questa azione sia definita come “assunzione di responsabilità”.

E il problema non consiste neppure se elevare o meno le multe (benché, come dicono a Roma, “quando ce vo’, ce vo’”), ma è quello di garantire la sicurezza delle persone, di cui un Sindaco, anche quello di Merana (ridente paesino dell’acquese, ben conosciuto in famiglia), è responsabile.

Qualora il Primo Cittadino avesse dei dubbi – che, a quanto pare, non mancano mai – potrebbe farsi spiegare dai suoi tecnici, in qualità di ex tecnico, la ratio dei decreti anti-Covid di cui, ormai, parlano anche i merli di via Cava; ma già, anche i tecnici sembrano caduti in disgrazia …Infatti, dopo due anni di inerzia della Giunta, sulla vicenda del CIT hanno bocciato una delibera che i “decisionisti” nostrani, in ritardo come un treno deragliato, hanno dovuto ritirare dall’ordine del giorno di una recente riunione del Consiglio comunale… No comment.

Per concludere, il Conducator ha espresso un’ultima, illuminante considerazione, che merita di essere riportata in quanto soluzione delle soluzioni: “Vorrei evitare di mettere in correlazione le multe con l’incedere dell’epidemia. Mi sembra una cosa assurda. Non è che se aumentano le multe diminuisce l’epidemia oppure se diminuiscono le multe aumenta l’epidemia”. Decisamente il pensiero è, a dir poco, “geniale”: Mario Catalano, Riccardo Pazzaglia e Maurizio Ferrini di “Quelli della notte” non avrebbero saputo esprimersi meglio.

Parole sante, proprio consone alla sorpresa dell’uovo pasquale. Su quest’ultimo e profondo pensiero chiarificatore, potremmo anche convenire; ma, sinceramente, se ne poteva fare a meno.

Il Malalingua

Concorrenza

Intanto continua la “querelle” tra il Mungitore ai Lavori pubblici (che non è più in maggioranza, o forse sì … dipende…) e il selfista ai Lavori pubblici stessi, sul tema Portici vecchi. Il secondo, adirato in quanto ha visto la sua poltrona “bombardata”, ha dichiarato che il primo ha fatto solo del soffoco sui calcinacci caduti, poiché si tratta di soli tre etti di materiale (che i novesi chiamano zetu, Ndr). Pare che, armato di bilancia e paletta, sia andato personalmente a raccoglierli e a pesarli, ma non ci sono, stranamente, prove fotografiche di tale azione. Ha poi aggiunto che, comunque, al restauro penserà lui stesso con i quattrini derivanti dalle compensazioni del Terzo valico. A quanto pare questi denari sono come i cannoni di Mussolini: vengono spostati, alla bisogna, da un capitolo all’altro di spesa. Al Mungitore suggeriamo un nuovo scoop: in centro storico mancano, qua e là, cubetti di porfido: potrebbe andarne alla ricerca, questa volta, però, portandosi appresso una bilancia (il porfido pesa di più …capisci a me …), per non essere successivamente smentito dal suo concorrente ai Lavori pubblici.

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