Sono stata coordinatrice dello Sportello immigrati per due anni, dal 2006 al 2008, quindi qualcosa conosco. Sono passati 15 anni. 15 anni in cui il fenomeno migratorio in Italia e nel nostro territorio è profondamente cambiato così come sono cambiati i bisogni e le richieste dei cittadini immigrati. Lo Sportello ha sempre saputo rinnovarsi e adeguarsi alle nuove esigenze, grazie soprattutto all’instancabile lavoro delle mediatrici interculturali, professioniste del settore, iscritte all’Albo dei mediatori che in questi anni hanno continuato a formarsi ed aggiornarsi per poter seguire l’intricata materia “immigrazione”. Le conosco tutte le mediatrici che hanno lavorato allo Sportello sia a livello professionale che umano perché, oltre ad essere stata loro coordinatrice in quel periodo, in questi anni i nostri percorsi professionali si sono intrecciati in tanti altri progetti interculturali nelle scuole, nei servizi sanitari, nelle associazioni… che hanno avuto come comune denominatore la costruzione di una società più equa, inclusiva e plurale . Lo Sportello Immigrati, in seno all’Ufficio Relazioni con il pubblico del Comune di Novi Ligure, è innanzitutto sempre stato aperto a tutti/e i cittadini/e: quanti i datori di lavoro, gli operatori, gli insegnanti che vi si sono rivolti nel corso degli anni quando avevano qualche questione legata agli “immigrati”?
Le mediatrici sono diventate nel tempo un punto di riferimento per il territorio di Novi e dei comuni limitrofi. Lo Sportello negli anni non è stato “solo” un servizio ai cittadini, ma anche motore di tante importanti iniziative di cittadinanza e inclusione, come il Forum Immigrazione del Comune di Novi Ligure e la Festa annuale delle culture. Forse alcuni possono avere l’immagine di uno statico sportello informativo. Il lavoro delle mediatrici è sempre stato trasversale a tantissimi settori della nostra società (sanità, lavoro, scuola, aziende, Questura, Prefettura) e volto a promuovere una concreta integrazione dei migranti nel tessuto sociale. La mediazione interculturale non serve solo a risolvere “i problemi degli immigrati”, ma questioni che toccano tutti noi, in tutti gli ambiti della società (come faccio io datore di lavoro ad assumere X? come posso inserire Y nella scuola? come posso occuparmi della salute di Z?). Lo Sportello è sempre stato un baluardo contro le discriminazioni e l’emarginazione sociale, uno strumento di garanzia di inclusione e equità di cui hanno beneficiato e spero possano a continuare a farlo tutti i cittadini.
Commento la decisione dell’attuale Amministrazione comunale di chiuderlo semplicemente con due parole: spreco e inadeguatezza. Spreco di un importante know how e di legami sociali che si erano costruiti nel tempo, di professioniste che negli anni si sono formate e aggiornate, di opportunità future. Inadeguatezza politica, umana, morale perché nel 2021 fare differenza tra i Novesi nati a Novi (e corredati di marchio Docg, denominazione di origine controllata e garantita) e i Non Novesi o i Non Abbastanza Novesi suona proprio fuori dal mondo. Fuori epoca. Una barzelletta, se non fosse la drammatica realtà.
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