Dopo oltre 20 anni di attività, con la fine di aprile chiuderà il servizio di mediazione culturale rivolto agli immigrati della zona di Novi Ligure. Il servizio era gestito dalla cooperativa Azimuth attraverso due mediatrici culturali, una di lingua araba ed una di lingua albanese, che dal primo maggio perderanno il loro posto di lavoro.
Lo sportello immigrati offriva un servizio di informazione, orientamento e accompagnamento rivolto a tutti gli immigrati della zona novese, come gli altri servizi presenti e attivi negli altri centri zona della provincia. Un supporto per orientarsi nel percorso nelle aziende sanitarie, nelle scuole, nei consultori, in costante rapporto con la prefettura o con la questura. Un servizio che teneva (ormai dobbiamo parlarne al passato) anche i rapporti con le forze dell’ordine quando si presentava un problema di mediazione culturale.
In origine il servizio era collocolato presso la sede comunale di via Giacometti, poi presso il Centro servizi alla persona in via Garabaldi, e infine presso l’ufficio relazioni con il pubblico di piazza Dellepiane. La decisione di non rinnovare il bando di gestione del servizio è stata presa dall’assessore Marisa Franco che la ha comunicata alla cooperativa Azimuth, che gestisce il servizio.
«Si tratta di una decisione gravissima» ha commentato l’ex vicesindaco Felicia Broda con un sentito video-intervento su facebook. «Una scelta politica nefasta e anacronistica, perché in un momento di crisi sanitaria e non solo come questa, il comune ha deciso di non rinnovare il bando per l’assegnazione del servizio».
Felicia Broda ha quindi rivolto un accorato appello: «Mi rivolgo a tutte le forze politiche della città, di sinistra e di destra, alle associazioni di volontariato, alle associazioni di categoria, ai sindacati, alla questura, alla prefettura, ai medici e ai carabinieri. A tutti quelli che in questi anni hanno potuto capire l’importanza e l’utilità di questo servizio, perché si attivino per far comprendere a questa amministrazione quanto sia sbagliata questa scelta. Si può sempre tornare indietro sulle decisioni prese, e su questa bisogna farlo».
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