Nei mesi scorsi l’informazione si è concentrata sulle vicende legate alle aperture e, soprattutto, alle chiusure di bar e ristoranti.
Personalmente sono stata anche infastidita dagli atteggiamenti di una parte di questi esercenti, pur comprendendo la gravità della situazione che li riguardava.
Come tutti amo uscire e godermi i luoghi in cui ci si può rilassare con la degustazione di buoni prodotti. In questo momento, però, ho preferito anteporre la sicurezza al divertimento, visto che non sono di primo pelo.
Quando ho potuto, nei momenti più favorevoli, ho ripreso a frequentare caffè e luoghi di ristorazione e quindi ho potuto verificare la differenza di trattamento da esercizio ad esercizio.
In questo articolo voglio portare due esempi virtuosi, non se la prendano a male altri del settore, sono sicura che sono molti quelli degni di essere citati.
Preciso anche che non si tratta di un articolo “velatamente pubblicitario”, i responsabili degli esercizi in questione non mi hanno nemmeno offerto un caffè e sono all’oscuro di quanto sto scrivendo.
Immaginate un po’ la situazione, che spesso vediamo nei film, di un critico di una rivista enogastronomica che si reca sotto mentite spoglie nei locali per poi farne una recensione e magari attribuire delle stelle.
Prima che mi diciate: sgasati, passo a parlarvi dei due esempi virtuosi e dei motivi per i quali li voglio elogiare.
Il bar che si è aggiudicato il mio apprezzamento è il Bar Marenco di Novi ligure.
In tutto il lungo periodo della pandemia il rispetto delle normative e quel “in completa sicurezza” qui sono stati veramente perseguiti con convinzione e tenacia, “educando” persino la clientela.
Tutto al servizio del cliente con una correttezza che ha rasentato la perfezione.
Mai è venuta meno la qualità, la gentilezza e la voglia di portare avanti un lavoro tanto amato, anche investendo per poter servire al meglio i clienti, anche surgelandosi al bancone per l’asporto.
Il ristorante, invece, che voglio coprire di elogi è La Locanda Pertuso che si trova al termine delle Strette della Val Borbera.
Qui il proprietario e il suo staff rassicurano il cliente più di un ospedale e guardate che non scherzo.
Pulizia estrema, tutto più che disinfettato, persino la bottiglia dell’olio portata in tavola.
Distanziamento perfetto, segni sul pavimento al bancone, servizi dotati di un segnale luminoso esterno per segnalare se occupato e tracciamento della clientela richiedendo il numero telefonico.
Guai a fare i furbi, perché il proprietario, ex forza dell’ordine, richiama al rispetto della normativa, sempre con cortesia, ma con fermezza.
Questa caratteristica l’ho fiutata a naso perché in realtà, attraverso la correttezza si seleziona la clientela o, magari, come ho detto prima “la si educa”.
Anche alla Locanda Pertuso, oltre al rispetto scrupoloso delle normative, mai sono venute meno la qualità e la gentilezza, con un equilibrio veramente da sottolineare.
Io credo che se tutti i ristoratori si fossero comportati in questo modo forse qualche chiusura se la sarebbero risparmiata.
Fatto sta che con le riaperture sia il Bar Marenco che La Locanda Pertuso sono stati ricompensati dalla clientela che è tornata con entusiasmo in entrambi i locali, segno che la correttezza ripaga, sempre.
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