Arquata, l’assurdo ponte di Vocemola

Sono passati cinque anni da quando l’ex sindaco di Arquata Paolo Spineto e l’assessore regionale Balocco hanno inaugurato mezzo ponte di Vocemola. Con una spesa di 2,5 milioni di euro infatti vennero rifatti 280 dei circa 400 metri del ponte, costato circa 9mila euro al metro. 

Ecco l’assurdo ponte di Vocemola: 230 metri di nuovo, 150 di vecchio. Se lo si imbocca dal lato di Arquata, sembra il ponte Mayer di Alessandria. Da quello di Vocemola, sembra un ponte tibetano. Che cosa ha spinto l’amministrazione arquatese a fare solo mezzo ponte? Forse l’urgenza per le condizioni precarie, forse la mancanza di capacità economica. Sicuramente fare il ponte in due interventi, anziché in uno solo, costa di più, non solo in termini economici, ma anche per il disagio portato agli abitanti della frazione di Vocemola, che sono pochi ma comunque ci sono. 

Dopo Paolo Spineto, gli arquatesi hanno eletto sindaco Alberto Basso. Una scelta di continuità che ha mantenuto il centro destra alla guida del paese. Ma non c’è stata continuità sul ponte di Vocemola, che è rimasto a metà come lo aveva lasciato il precedente sindaco, ed oggi mostra già i segni del tempo, con le campate “stile Meyer” già attaccate dalla ruggine. 

Transitare sul ponte di Vocemola lascia interdetti, quando a metà si trova l’imbuto che dimezza la carreggiata, e ci si ritrova sul vecchio ponte, con le barriere pericolanti. Vista da sotto, la parte vecchia del ponte rivela tutta la sua vetustà: il cemento corroso lascia vedere i ferri da armatura profondamente arrugginiti. È stata fatta una verifica di stabilità? Speriamo di sì. 

Tra i progetti che il comune di Arquata ha annunciato di voler finanziare con i 5,2 milioni che arriveranno dai fondi compensativi del terzo valico, c’è la manutenzione straordinaria del ponte. Non occorre essere degli ingegneri per sapere che si sarebbe speso molto meno a rifare il ponte tutto in una volta, anziché in due tempi, ad anni di distanza. Occorrerà ad esempio ricreare la viabilità alternativa per collegare la frazione di Vocemola, che non ha altro sbocco con il resto del mondo che quello attraverso il ponte. 

Il ponte di Vocemola è impresso nella memoria degli arquatesi dall’ottobre del 1970, quando crollò portando giù 5 ragazzi che stavano osservando la piena. Quattro si salvarono, tra cui il giovane parroco Don Paolo Verri, ma il 17enne Marco Odino fu portato via dalle acque del fiume. Il suo corpo venne ritrovato due settimane dopo a Castelnuovo Scrivia. 

Durante il mandato del sindaco Alberto Basso, che terminerà il 3 ottobre, non si è più sentito parlare di lavori del ponte, se non nei fondi del terzo valico. Ma non è l’unico problema di Arquata su cui pare di essere “sorvolati”: ne parleremo nei prossimi giorni, accompagnando gli arquatesi a voto. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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