Il diritto alla salute è costituzionalmente garantito… quasi dappertutto. Nel territorio del basso Piemonte molto molto meno. La gestione dell’emergenza è ormai al limite. A Tortona il Pronto Soccorso è chiuso per manutenzione (definizione abbastanza insolita per una struttura che salva vite), a Novi si lavora al limite del collasso con personale occupato in doppi turni nei reparti e al Pronto Soccorso.
Ovada e Acqui con difficoltà cercano di mantenere un equilibrio e salvaguardare l’assistenza territoriale.
In particolare sofferenza invece Novi che, con carenza cronica di personale, deve farsi carico anche degli utenti novesi. Ma l’attesa sale per la data del 21 settembre quando riaprirà il Pronto Soccorso di Tortona.
Sperando che riapra. Non sarebbe infatti la prima volta che, “promessa di marinaio”, si attende tutti un’apertura che non arriva. O peggio ancora si attende una struttura di soccorso e invece “voilà” arriva un ospedale Covid.
Ma queste sono preoccupazioni nostre e dei cittadini che stanno male e devono fare 30/40 chilometri per ricevere soccorso.Regione e Direzione Sanitaria proseguono le loro politiche indifferenti.
Gli amministratori sollevano ogni tanto la loro voce, se il problema tocca la loro municipalità e se non pregiudica equilibri politici.
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone