Idee e strumenti per rilanciare il turismo nel Piemonte sud orientale… Ma i Sindaci dove sono?

Sabato 25 settembre nella storica cornice dell’Abbazia di San Remigio a Parodi Ligure si è tenuto il convegno, organizzato dal Rotary Club Gavi e Libarna per festeggiare il venticinquesimo anno di attività, “Comunicare l’eccellenza: idee e strumenti per rilanciare il turismo nel Piemonte sud orientale”.

Relatori di eccellenza e veri professionisti per l’evento che ha posto al centro della discussione il nostro territorio, ancora acerbo dal punto di vista turistico e che ha bisogno di confronto e una progettualità condivisa rispetto al tema importantissimo del marketing territoriale.
Ha aperto la discussione, dopo l’introduzione del moderatore Marco Novarese, professore del master in economia per l’impresa turistica all’università del Piemonte Orientale, Maria Elena Rossi, direttrice della divisione marketing e promozione dell’Agenzia Nazionale per il turismo, che ha tracciato una panoramica sui numeri del turismo in Italia pre e post pandemia. Cifre impressionanti, come quella del 2019 quando l’Italia ha avuto 430 milioni di pernottamenti (che rappresentano circa il 13% del Pil totale italiano) e del 2020, anno della pandemia, quando il nostro Paese ha perso più del 55% dei flussi turistici nazionali ed internazionali.

Nel 2021 c’è stato un lieve aumento con una saturazione delle strutture ricettive italiane del 55%, prime tra tutte le zone di montagna e a seguire quelle balneari con rispettivamente il 75% e il 70% di saturazione. Crollano i numeri del turismo nelle grandi città che prima, invece, rappresentava una grande fetta interessata pe il mercato internazionale, primi tra tutti i turisti cinesi, russi e medio orientali.

È chiaro che la pandemia ha cambiato completamente i paradigmi del turismo. Oggi bisogna concentrarsi e guardare ad un turismo domestico e di prossimità per almeno i prossimi 3 anni. Questo, ovviamente, comprende anche i paesi Europei a noi vicini come Germania, Francia, Svizzera e Austria. Un turismo domestico e di prossimità ha altri desideri rispetto ad un turista extra europeo. Il turista locale cerca autenticità ed è proprio su questo che un territorio come il nostro può puntare ad offrire. La posizione strategica, tra le tre grandi città di Torino, Milano e Genova è sicuramente un punto a favore per sviluppare un turismo domestico e di prossimità soprattutto pensando a come ora il turismo si stia sposando dalle grandi città verso i piccoli borghi, verso le periferie. Quello che occorre fare è mettere a sistema i diversi attori e fare rete dall’interno. È necessario avere un progetto e una visione comune del territorio. Questo, senza spostarci di molti km, riesce benissimo alle Langhe, che hanno iniziato questo percorso diversi anni prima. Per poter sviluppare sul campo la progettualità occorre avere idee e queste potranno essere finanziate da fondi pubblici attraverso bandi. Di tutto ciò ha parlato Paola Casagrande, direttrice delle Politiche per fondi europei della Regione Piemonte.

Quello che occorre per potersi candidare è avere una progettualità pronta per i bandi che usciranno nei prossimi mesi. La Regione ne gestirà in via diretta solo alcuni ma potrà aiutare e guidare le amministrazioni e gli imprenditori che vorranno mettersi in gioco per i bandi europei e nazionali.

Il focus dei bandi che verranno lanciati a breve saranno due: la sostenibilità e la digitalizzazione. Del connubio di questi due concetti chiave ha parlato Andrea Zuanetti, giovane imprenditore e responsabile del centro studi di associazione startup Turismo Sostenibilità e Digital, come binomio fondamentale per la ripresa post pandemia. Zuanetti ha portato alcuni esempi di come la pandemia sia stata trasformata in opportunità ad esempio con l’app Smale, per fare smartworking in luoghi insoliti diventando partner dei Borghi più belli d’Italia, per portare in questi luoghi persone che diversamente non avrebbero avuto modo di spostarsi e visitarli.

Gli interventi dei professionisti del settore ha suscitato una interessante tavola rotonda sul tema declinato al nostro territorio insieme ad alcuni dei protagonisti principali: Francesco Arecco, ente di Gestione aree protette Appennino piemontese, Gian Paolo Coscia presidente della Camera di Commercio Alessandria e Asti, Roberto Cava presidente di Alexala, Barbara Gramolotti referente del Distretto del Novese e Sabina Piacenti, tourist manager Mc Arthur Glen Serravalle.

I partecipanti hanno discusso su come il territorio da essi rappresentato possa sfruttare questo nuovo trend della vacanza slow, del turismo di prossimità per incentivare il numero di pernottamenti e di turisti che si fermano e consumo sul nostro territorio.

Chi ha dovuto stravolgere il proprio modo di approcciarsi, a causa della pandemia, è stato sicuramente l’Outlet che si basava su un turismo prevalentemente extra europeo, con un margine di spesa elevato. Oggi si vede costretto a variare il target e a rivolgersi al turista di prossimità facendo forza, oltre che al proprio centro commerciale a cielo aperto, sui tesori del territorio piemontese per dare al turista un’esperienza completa. Chi fa già da anni da regia per comunicare l’essenza del territorio è sicuramente il Distretto del Novese, che diventa strumento di divulgazione e di promozione delle peculiarità e dei tesori dei comuni che lo compongono, senza dimenticare ovviamente il mercato enogastronomico che sta crescendo esponenzialmente e di conseguenza crea economia.

Guardando la platea, però, si notano pochi rappresentanti delle istituzioni. Sono presenti il sindaco di Serravalle, quello di Voltaggio e due consiglieri di Gavi e Parodi. Dove sono tutti gli amministratori locali che potranno partecipare ai bandi per ottenere i fondi per promuovere il proprio Comune, la propria area? Dove sono i sindaci, gli assessori dei comuni dei centri maggiori come Novi, Arquata, Alessandria, Ovada?

Gli assenti hanno perso una buona occasione per ascoltare dei veri professionisti del settore visto che, purtroppo, ormai sono sempre più difficili da individuare soprattutto nelle piccole città dove mancano professionalità specifiche e spesso ci si improvvisa. Un’occasione persa per creare rete, per conoscere e per prendere spunto da realtà ed esperienze più sviluppate ed avanzate.

Il nostro territorio ha bisogno di essere conosciuto non solo per l’Oultet ma per tutto ciò che può offrire. È necessaria una vision comune, un punto di riferimento credibile e saldo per proporre progetti finalizzati allo sviluppo turistico per far crescere tutta la filiera, creando posti di lavoro ed economia. 

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Carlotta Codogno

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