Dunque il nuovo ponte sulla Bormida, secondo gli strombazzamenti degli Amministratori alessandrini, a quanto pare si farà. Si dovrebbe realizzare anche grazie alla “generosa donazione” di cinque milioni di euro del Comune di Novi a quello di Alessandria, quattrini provenienti dai fondi compensativi del Terzo Valico.
Si ricorda agli Amministratori distratti che quei fondi potevano – con giusta ragione – essere richiesti ed ottenuti dal Sindaco di Novi (o chi per esso), considerato l’impatto territoriale della nuova linea ferroviaria sulla città, impatto neppure lontanamente paragonabile a quello su Alessandria. Al contrario invece, il capoluogo di provincia godrà di vantaggi, oltre ai milioni di euro di cui si sopra; ma i dobloni – che non sono noccioline – avrebbero potuto (dovuto) essere spesi a favore dei novesi.
L’Assessore, già vice Sindaco di Alessandria, testé caduto da cavallo (ma subito risalito in sella presso un Assessorato) ha dichiarato, gaudente, che la realizzazione del nuovo ponte: “… è un grande risultato, raggiunto anche grazie al bel rapporto costruito negli ultimi anni con il commissario per il Terzo Valico, Calogero Mauceri”.
La frase, a voler essere maliziosi, appare alquanto sibillina. Si potrebbe dedurre che “altri” (ossia gli Amministratori novesi) non hanno avuto lo stesso bel rapporto con il Commissario citato … ma non si vuole essere maliziosi, né supporre che i quattrini pubblici vengano elargiti sulla base di un “bel” rapporto personale. Si preferisce pensare, in maniera più nobile, che la elargizione ad Alessandria sia avvenuta sulla base della debolezza politica e a causa dell’immobilismo, del quale si sta parlando da mesi, dell’Amministrazione cabelliana, barricata dietro le scartoffie di Palazzo Pallavicini (o alla ricerca delle cacche dei cani presso l’aiuola adiacente al Palazzo stesso), con l’unica variante di qualche roboante ed estemporanea dichiarazione su altri temi – tutti senza costrutto e fondamento alcuno – la cui eco non supera il confine di Pozzolo Formigaro.
L’opera, secondo le dichiarazioni degli amministratori alessandrini, costerà 19 milioni di euro, ma l’unico progetto finora noto prevede una spesa che “cuba” a ben 29 milioni; è dunque lecito pensare che ci saranno varianti nel corso dei prossimi mesi. Prendendo per buona la prima cifra, ovvero 19 milioni, fa specie constatare che, di questi, ben cinque -oltre il 25% – è rappresentata dai denari “generosamente donati” dagli amministratori novesi a quelli alessandrini.
Presumendo che il nuovo ponte venga realizzato con almeno quattro corsie di marcia, una di queste (la corsia di estrema destra, ovviamente) dovrebbe essere destinata ad uso esclusivo dei novesi; anzi, potrebbe essere chiamata, ad perpetuam rei memoriam “corsia dolciniana”, non già per la lunga tradizione dolciaria della Città, ma per il contributo decisivo che l’allora Assessore novese Dolcino, con una dotta, sottile e decisiva considerazione, diede a suo tempo in merito alla soluzione della “vexata quaestio”sulla ripartizione dei fondi del Terzo Valico.
L’ex Assessore, oggi allocato nel Consiglio di Amministrazione di una azienda Acos, così premiato per aver rinunciato sua sponte (forse sarebbe meglio dire spintaneamente) alla poltrona assessorile, in modo da permettere un rimpasto della Giunta novese, all’epoca sostenne che la “donazione” fosse giusta, in quanto anche i novesi sarebbero transitati sul tale ponte. L’affermazione, però, contravviene allo slogan “Prima i novesi”, rispolverando altresì antiche origini internazionaliste (il primo amore non si scorda mai).
Una riflessione sorge spontanea: se così stanno le cose, un altrettanto congruo contributo potrebbe essere elargito da Novi qualora si realizzasse il ponte sullo stretto di Messina (in città vivono numerose famiglie di origine siciliana che, talvolta, rientrano nelle terre natie), e il contributo dovrebbe essere ancor più sostanzioso per l’indigeno ponte erigendo sulla strada statale Novi-Ovada, in località Pratalborato, travolto dall’alluvione del 2019.
Allo stato delle ricerche storiche non si è potuto appurare se anche nel 1905, quando fu inaugurato l’attuale ponte sulla Bormida, i novesi (e, perché no, i tortonesi) contribuirono economicamente alla sua realizzazione.
A quanto risulta, ai novesi – che hanno contribuito solo per il 25% alla realizzazione del ponte – sarà concesso il transito per accedere al capoluogo esclusivamente sulla “corsia dolciniana”: una sorta di diritto di passaggio. Per il ritorno, invece, si dovrà transitare attraverso vecchi percorsi alternativi … pazienza. Sarebbe bastato donare almeno il 50% della spesa e si sarebbe goduto anche di una corsia per il ritorno, che avrebbe potuto chiamarsi la “cabelliana”, in onore del donatore.
Ma non è mai troppo tardi, come diceva il maestro Alberto Manzi…
Il Malalingua
Lacrime di coccodrillo
Archiviate le ferie, i novesi si sono visti recapitare i bollettini con l’incremento di circa il 10 % della Tari, la tassa rifiuti, grazie alle non scelte dell’Amministrazione Cabella che, in prima battuta, aveva deciso di aumentare la gabella del 16%, ma poi, con la “magnanimità” che la contraddistingue, l’aveva ridotta, cercando contestualmente, come da protocollo, di addossare la colpa dell’aumento alla amministrazione precedente; ma a queste affermazioni non crede più nessuno. L’operazione di immagine non deve essere riuscita, anche perché, quando si toccano le persone nel portafoglio, queste reagiscono e protestano.
Con calma olimpica devono essersene accorti anche Cabella & Co., tanto che, ad oltre un mese dall’arrivo dei bollettini, la Lega – sostituendosi, come al solito, all’Amministrazione Comunale – ha annunciato sgravi fiscali sulla Tari. Hanno dunque cercato di porsi al riparo … non potevano pensarci per tempo? Nei primi mesi dell’anno hanno approvato un aumento consistente della tassa; poi, a giugno, l’hanno ridotta un poco, ed ora annunciano sgravi fiscali, dimostrando ancora una volta di avere le idee chiare in merito ad ogni questione. È la rivoluzione del buon senso, ragazzi! Un notevole esempio di amministrazione programmata.
Una immagine si palesa: simili al coccodrillo, che prima mangia le sue prede, poi piange.
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