Questa domanda ce la pose il politico e scrittore francese André Malraux: “Il 21° sec. sarà religioso, o non sarà affatto?”
È vecchia questa frase, ma quante discussioni ha sollevato! Ed è il grande interrogativo che attraversa la storia moderna. Capovolge, se così possiamo dire, l’approccio moderno alla religione che dà per morta. E qui parte l’infinito discorso sul futuro della religione e della fede.
Della religione, che è il contenitore della fede, sappiamo tutto: conosciamo statistiche, dati ecc. ecc. Veniamo alla fede: “Justus autem per fide vivit” (Rom.1, 17). “Il giusto, dunque, vive per la fede”. E qui il discorso si fa serio.
Chi può misurare la fede? Chi oserà mai fare statistiche? Addirittura – alla fine – che cos’è la fede?
Qui comincia il vero discorso da fare. Qui le cose diventano serie perché non possono essere quantificate e schedate, come le presenze alla messa o cose simili.
Ecco una proposta per una lettura in prospettiva della Religione nel Terzo millennio, in una visione che vada oltre le normali cognizioni che ci sono rimaste dopo il catechismo. Con l’aiuto di una visione adulta della Fede che, essendo il contenuto della Religione, ci permette di guardare oltre: la religione cambia, la fede è quella.
La storia di Dio: l’unico elemento che abbiamo dove la fede viene a galla è la bontà, ma chi ha mai misurato o pesato la bontà?
Non cercate questa parola su Google, cerchereste inutilmente: non esiste se non che la bontà è la bontà. Noi cristiani, a titolo di miglior compressione, possiamo aggiungere: il Vangelo è l’epopea della bontà.
La nostra fede la si vede nella bontà, la bontà che è Dio: Deus caritas est ! (1 Gv 4, 16).
Non esiste un popolo che non abbia avuto la sua religione perché la dimensione religiosa è connaturale all’uomo. Gli Dei cambiano di nome, ma la dimensione resta.
Noi viviamo un momento particolare dove sembra che Dio non ci sia più, non c’è più nella politica, non c’è più nella vita. Ha ancora tante chiese ma sempre meno fedeli. I riti si celebrano e i suoi sacerdoti parlano, ma… i fedeli sono sempre meno, le chiese chiudono e cambiano destinazione: un po’ come le chiese anche la religione rischia di essere considerata un retaggio di un passato ingenuo e tradizionale. Del resto andate presso una tribù al centro del continente nero: i Babembe. li sentirete vantarsi della loro forza, delle loro tradizioni, i loro stregoni guariscono le malattie. Troverete tante maschere, tante statuette che per noi ormai sono reperti culturali. E le nostre dove sono.
Ecco alcune domande, che ci possono servire di verifica: Cosa c’è nel cuore di un ammalato che entra in un ospedale? Cosa pensa un coniuge di fianco alla bara del congiunto? Cosa pensa (pensa non dice) un uomo adulto della fine della vita? E molte altre…
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Un commento su “Il terzo millennio sarà ancora Cristiano?”
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Don Livio con l’articolo sul Moscone pone l’interrogativo religione fede e se sopravvive come le conosciamo al terzo millennio ?
Don Livio parte dalla certezza che la religione sia il contenitore della fede mentre si dovrebbero considerare due entità ben distinte.
La religione è : una dottrina di regole poste a guida di un modo di vivere che ha determinato un indirizzo comportamentale , prova ne sono le grandi cattedrali e chiese sparse su tutto il continente occidentale.
Dal secolo scorso, la sua influenza va scemando; si può dire che è inversamente proporzionale al benessere . Sta di fatto che : l’indirizzo politico, forse inconsapevole, incoraggiando la produzione continua di ricchezza, contribuisce alla formazione della cupidigia, condizione ben diversa dei dettami religiosi .
Contrariamente la fede che è: una sensazione dell’anima umana con la quale percepiamo l’esistenza di qualcosa di soprannaturale , al di sopra di tutto e di tutti, “ DIO” a cui ci rivolgiamo nei momenti di disperazione assoluta , indipendentemente della religione. Sotto questo aspetto la fede è il contenitore di qualsiasi religione che resterà immutabile nei millenni. Abbiamo bisogno di credere in qualcosa oltre l’irreale .