Giorgio Pafumi, se ci sei batti un colpo

Giovedì scorso, presso il museo dei campionissimi, il gruppo Acos SpA ha organizzato una convention riservata ai dipendenti in cui ha presentato l’ottimo stato di salute in cui versa l’azienda. 
I dati di bilancio mostrano come l’azienda abbia avuto negli anni un continuo trend di crescita in termini di fatturato e di occupazione, fino a diventare la seconda azienda del territorio novese dopo l’Ilva. Un dato di cui tutti i novesi non possono che essere felici.
A guidare questa convention, l’amministratore delegato di Acos, Giorgio Pafumi. 
Tutto giusto quello che ha detto Pafumi, che ha mostrato di trovarsi a suo agio nelle vesti di “padrone di casa” in Acos. Quello che fa pensare, è quello che non ha detto. 
Giovedì scorso al museo si è celebrato il successo più che trentennale di una azienda senza riuscire a dire un nome: quello di Mauro D’Ascenzi. Fatte le dovute proporzioni, è come raccontare la storia di Apple e non citare Steve Jobs. 
Se l’azienda di cui Pafumi è amministratore rappresenta un unicum nel panorama delle partecipate del nostro territorio, il merito è del “metodo D’Ascenzi”. È stata la gestione D’Ascenzi a far crescere Acos. Basti vedere, negli stessi anni, che fine hanno fatto le altre aziende partecipate della provincia. Il “metodo D’Ascenzi” è fatto di molti fattori, ma ci preme sottolinearne uno: aver saputo individuare con oculatezza il capitale umano, averlo fatto crescere, averlo consolidato, averlo motivato. 
A pochi giorni dalla convention, la Lega di Novi Ligure ha affisso un gigantesco manifesto per ribadire una questione che gli sta a cuore da tempo: lo “scandalo” dei pacchi di Natale ai dipendenti. 
Anche in questo stava il “metodo D’Ascenzi”: motivare il personale attraverso un bel dono di Natale. Invece del solito pacco con un sacchetto di lenticchie, una bottiglia di spumante scadente e un panettone industriale, i dipendenti di Acos trovavano una pacco di prodotti enogastronomici di pregio. Era il modo per gratificare i dipendenti, che in Acos lavorano sodo, e farli sentire parte di una azienda sana che crede in loro. 
Senza dimenticare che Acos, ogni anno, ha sempre dato ai comuni soci i suoi utili: a Novi, 800 mila euro l’ultimo anno.

Il messaggio che veicola il manifesto leghista è semplice: cari cittadini, i regali di Acos li pagavate voi in bolletta. Ma proprio giovedì scorso, alla convention di Acos, è stato scritto nero su bianco che le tariffe gas di Acos sono le migliori in base alla classifica Arera (che è l’autorità di regolazione delle tariffe) su più i 300 offerte. 
Questo è il crimine che “Acos a guida Pd”, come dice il manifesto, ha commesso. Aver dato un bel pacco di Natale ai propri dipendenti. Una azione di attacco che si è trasformata in un vistoso autogol. 
Il giorno dopo l’affissione del manifesto le rappresentanze sindacali di Acos hanno chiesto un incontro ai soci dell’azienda. A poche ore di distanza, anche i dirigenti di Acos hanno fatto sentire la loro voce: lasciate l’azienda fuori dalle beghe della politica. 
In tutto questo trambusto, solo uno tace sempre. L’amministratore delegato Giorgio Pafumi. 

Il sindaco Cabella gli ha intimato un cambio di rotta: meno regali, meno costosi, e quel che risparmiamo lo diamo al Csp da distribuire ai cittadini in difficoltà. Una evidente mossa populista che ha ottenuto l’effetto di additare alla città i dipendenti di Acos come dei privilegiati, che banchettavano mentre i cittadini faticavano a pagare le bollette. Una mossa che è stata il preludio alla propaganda leghista ai danni dell’azienda.

La domanda che Pafumi dovrebbe porsi è che effetto fa al cittadino comune vedere quel manifesto. La Lega fa il suo continuo lavoro di macchina acchiappa consensi, contenta lei. Ma che figura ci fa l’azienda?
Acos spende in pubblicità parecchio, come è giusto che faccia una azienda che vende i suoi servizi ai cittadini. Che immagine ne ha un cittadino che deve stipulare un contratto del Gas? Contro Acos, a Novi, giocano colossi del calibro di Eni Gas e Luce, Iren, Alperia, Wewiki, Agsm (solo per citarne alcuni). L’immagine che esce di Acos da quel manifesto è di una società di sprechi, che fa pagare ai cittadini le regalie. Non il massimo per cercare nuovi clienti e fidelizzare i vecchi. Non il massimo per comunicare che le tariffe Acos sono le migliori. 
In altri tempi, l’autore di un manifesto simile sarebbe stato citato per danni dall’azienda. 

Pafumi tace sul danno di immagine che la propaganda leghista sta facendo ad Acos, azienda che non è sua, o della Lega, ma di tutti i novesi. Azienda che dà lavoro a tantissimi novesi, che non sono dei privilegiati ma dei lavoratori come tutti. Privilegiato è chi prende il gettone di amministratore di una azienda, senza neppure sapere dove ha sede o di cosa si occupa. 
Quanto è costata ad Acos la moltiplicazione dei posti nei vari consigli di amministrazione per far posto a Roberto Rossi, Enzo Baiardo, Maria Rosa Porta, Andrea Bidone, Francesco Bianchi, Silvio Mazzarello? (Se abbiamo dimenticato qualche fruitore di poltroncine ci scusi). 
Pafumi tace sui danni di immagine che la propaganda leghista sta facendo all’azienda. Tace sulle persone che ha dovuto piazzare nei Cda. Tace sulle tariffe. Tace su D’ascenzi. Tace sulle richieste delle Rsu e dei suoi dirigenti. 

Il compito dell’amministratore delegato è quello di guidare l’azienda facendo gli interessi dei soci. Forse a Pafumi sfugge che il socio di maggioranza di Acos non è la Lega, ma il comune di Novi Ligure. Lui è lì per fare gli interessi dei novesi, non della Lega. 

In tutto questo trambusto, il silenzio di Pafumi è assordante. È impensabile che l’amministratore delegato di una azienda che conta 349 dipendenti (senza contare l’indotto) e che ha un bilancio consolidato di 86 milioni di euro non abbia nulla da dire in questa situazione. Impensabile che taccia. 

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Moscone

Un commento su “Giorgio Pafumi, se ci sei batti un colpo

  1. L’attuale amministratore di ACOS è senz’altro una persona perbene come possiamo esserlo tutti, si trova li per una fortunata svolta politica. Dimostra e mette in atto le banalità di tutti i comuni mortali: sorvolare sui meriti di chi lo ha preceduto per non indisporre chi l’ha nominato
    Il precedente amministratore delegato, è un altra persona, appartiene ad un altro genere, un genere non comune.
    Quei geni rari che sanno costruire ed organizzare. Speriamo solo che l’attuale sappia mantenere.

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