Recentemente c’è stato un dibattito (forse è stato troppo piccolo per essere stimato tale, ma viste le piccole dimensioni della nostra città mi spingo a chiamarlo così) sulle scelte del Teatro Marenco in materia di rappresentazioni. Parlando più concretamente: a qualcuno non è andato giù che il ri-nato teatro Marenco non abbia rappresentato il Filottete di Sofocle recitato dai ragazzi dell’Officina Mercuzio del liceo Amaldi di Novi Ligure. Beh, dopo tanti passi falsi e tante cadute finalmente una decisione forte, autorevole ma giusta, quasi un manifesto dello spirito del neonato teatro.
L’autore dell’articolo apparso sul “Moscone” che si riferisce al summenzionato fatto è ineccepibile quando parla della necessità di un élite culturale in una città, seppur piccola, come la nostra: solo, si sbaglia nel ritenere che questa élite sia il laboratorio teatrale Officina Mercuzio del liceo Amaldi di Novi Ligure. Quelli, io, li conosco bene. Sono uno studente, sono miei cari amici, nulla da dire sulla loro voglia di cimentarsi con la recitazione, anzi: ben venga, non può che scaturire qualcosa di buono sotto il profilo culturale. Il problema non sono loro, ma i presunti educatori. La spina nel fianco del Liceo classico di Novi Ligure è una piccola cricca di insegnanti (si possono contare sulle dita di una mano, senza nemmeno doverle scomodare tutte). Un ristrettissimo ed esclusivo gruppo di insegnanti che ritiene di avere le migliori virtù di questo mondo quando in realtà ha il loro opposto: paraocchi invece di ampiezza di vedute, retorica invece di intelligenza, pressapochismo invece di preparazione. Posso citare un esempio. Ad una “notte del classico” di qualche anno fa, un insegnante che d’ora in avanti chiamerò convenzionalmente B decise, per adoperare quella che era effettivamente una risorsa della scuola e che sicuramente meritava uno spazio, di far suonare ad una ragazza allieva di clarinetto il suo strumento nel foyer del teatro Giacometti prima dello “spettacolo” vero e proprio, nel momento in cui questo spazio era gremito di gente per via del rinfresco offerto dalla scuola (rinfresco che, tra l’altro, per B è una vera ossessione: un modo per far venire più gente, e mi pare che basti questo invece che un intero articolo, ma ci tengo alla precisione). Insomma, questa poverina doveva aggirarsi facendo qualche nota tra i partecipanti che addentavano salatini e deglutivano pasticcini che non sapevano neppure se questa ragazza diceva “beh” o chissà cos’altro. Pur essendo ignorante in materia, non mi ci vuole molto per capire che questo sia umiliante per ogni musicista che voglia esercitare la professione.
Viste le premesse, si può giungere ad una sola conclusione, parafrasando il Manzoni: “il Filottete di Sofocle recitato dai ragazzi dell’Officina Mercuzio sul palco del teatro Marenco non s’ha da fare, né domani né mai”. Come può un’istituzione (e forse mentre parlo è ormai troppo tardi) con queste caratteristiche pretendere di essere un élite culturale? Come può l’autore di quell’articolo, che pure avrà assistito agli spettacoli del laboratorio come vi ho assistito io, parlare di “saggio della loro bravura” in riferimento alla recitazione dei ragazzi del laboratorio? Al più, non si può che prendere atto della volontà d’animo e dell’entusiasmo dei ragazzi che si dedicano a questa attività, ma di qui a parlare di “produzione di altissimo profilo” ce ne vuole. E il laboratorio sarà pure “attivo e prolifico”, ma questo non significa che sia anche pronto per calcare il palcoscenico di un teatro, sia pure perché è un piccolo teatro come il Marenco: devo forse ricordare che nel Marenco dei tempi d’oro (tempi andati, si dovrebbe dire) passavano le compagnie che poi facevano la loro comparsa alla Scala di Milano? Questo significa una sola cosa: che il Marenco era un’autorità, e non lo si può certo infangare con un pugno di ragazzi presi in giro dai loro stessi insegnanti (sì, gli educatori di prima) che semmai li usano per mera e semplice propaganda politica, interpretando in maniera eufemisticamente audace le tragedie greche, infangando innanzitutto queste.
Ndr: questa lettera è la risposta a:
https://www.ilmoscone.it/2021/12/14/dove-vanno-il-teatro-e-la-cultura-piemontesi-a-bagasce/
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Un commento su “A favore del Marenco. La risposta allo studente pozzolese”
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Beh, ormai il recinto è aperto.
La Panicucci sì ed i ragazzi dell’Officina Mercuzio del liceo Amaldi
no?