Se c’è un “merito” che va riconosciuto al Sindaco Cabella è quello della determinazione con la quale affronta le questioni che, via via, si presentano nella gestione dell’amministrazione comunale. Un decisionista a tutti gli effetti: fa e disfa in men che non si dica (cfr. la vicenda di SportinNovi, che si trascina dal 2019, per la quale il Mungitore “rumina” da quel dì pestando acqua nel mortaio).
Come si ricorderà, dopo l’insediamento della “rivoluzione del buonsenso” tutto doveva cambiare: una ventata di novità, promisero, trionfanti, i vincitori.
Al Csp (Consorzio Servizi alla Persona, ente che deve occuparsi dell’assistenza ai bisognosi) venne proposta dal Sindaco di Novi, quale Presidente del Consiglio di Amministrazione, con l’approvazione dell’Assemblea dei Sindaci Cup, Adriana Ferretti. La signora era stata presente nell’Ente fin dalla sua istituzione e, per lunghi anni, già Direttrice del Consorzio, tanto da poter affermare che il Consorzio sia nato, negli anni ’90, proprio con lei, che da sempre lo ha gestito. In questa sede non si intende discutere la scelta della persona – per lungo tempo, sebbene ricoprendo ruoli diversi, alla guida del Consorzio – ma riflettere sul fatto che la promessa ventata di rinnovamento del buonsenso, con tale nomina non vi era stata.
Il Sindaco Cabella propose la signora Ferretti alla carica di Presidente del CSP, di fatto, premiandola: per circa trent’anni era stata Direttore dell’ente e nei cinque anni precedenti l’avvento dei “rivoluzionari” aveva ricoperto la carica di vice-Presidente.
E dal giorno successivo tutti vissero eternamente felici.
Però, a distanza di circa due anni, il medesimo Sindaco di Novi (forse mal consigliato dal nipote) deve aver pensato: “Basta, basta eternamente felici”. Infatti, nel mese di ottobre scorso, a soli due anni dalla nomina, Cabella ha chiesto le dimissioni alla Presidente del CdA; ma la signora non le ha rassegnate. E il malessere all’interno del Consorzio era palpabile. Forse, sarebbe stato il caso di chiedere la convocazione di un’Assemblea consortile, organo che elegge il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione – e non il Sindaco di Novi, si sottolinea – per discutere i problemi alla base della richiesta di dimissioni. Forse, il Sindaco si reputava onnipotente (suggerimento del nipote?), in grado di poter decidere anche per conto degli altri Comuni. Forse, Cabella avrebbe dovuto chiedere la convocazione dell’Assemblea del Sindaci, che ha il potere di assumere la decisione da lui espressa. Forse, il Sindaco, considerati i “buoni” rapporti con gli altri Comuni, non aveva la certezza che la sua posizione sarebbe stata approvata … Certo è che il Consorzio non è affare del solo Comune di Novi, ma dei trenta Comuni che lo compongono.
La situazione era in stallo, stante l’inerzia di chi aveva tuonato. Nei primi giorni di dicembre, è arrivato il temporale, con tanto di fulmini a ciel sereno; si sono dimessi tre membri del Consiglio di Amministrazione, uno dei quali nominato su proposta di Cabella, nonché lo stesso Direttore del Consorzio. Ferma al suo posto la Presidente ed un altro membro del CdA. Il temporale impazzava, grandinava persino.
A quel punto il Sindaco ha chiesto le dimissioni della Presidente, direttamente e nuovamente, in forma scritta con lettera, accusandola in Consiglio comunale di “scarsa capacità di distinguere le funzioni di scelta politica dalle funzioni di organizzazione e gestione” e di aver operato interventi “esagerati” nei confronti del Direttore e del personale, affermando addirittura che la sua nomina era stato un errore. Si potrebbe dire: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
10 gennaio u.s., giorno dell’Assemblea dei Sindaci: Cabella ha presentato in quella sede la sua richiesta di dimissioni della Presidente, ma, a sorpresa (?), gli altri Sindaci, forse irritati per l’agire “da uomo solo al comando” (sfuggirebbe un “da padrone del Consorzio”, ma non ce lo lasciamo sfuggire) hanno votato un documento nel quale si chiedeva l’azzeramento di tutto il Consiglio di Amministrazione, di fatto respingendo la richiesta di dimissioni del solo Presidente, unitamente all’impegno di non riproporre nel nuovo Consiglio personaggi presenti nel vecchio CdA. Cabella, a questo punto, non ha potuto che prendere atto di tale volontà e – altro fulmine a ciel sereno – ha dichiarato che avrebbe rinunciato a proporre un nuovo nominativo per la carica di Presidente. Pertanto, Novi avrebbe abdicato al ruolo che compete al Comune di Novi, ruolo da sempre riconosciuto dagli altri Comuni, in quanto maggior “azionista” del Consorzio. Cabella avrà agito di impeto (senza consultare il nipote?), forse a sua volta irritato per non aver ottenuto il risultato auspicato.
Però, come cantavano The Rokes, “è la pioggia che va e ritorna il sereno”. … Infatti, richiuso il “paregua”,monsieur Tentenna (questa volta, probabilmente, dopo aver consultato il nipote), come da copione teatrale giunto all’ennesima replica, ha fatto retromarcia. «Coerentemente» con la posizione precendente manifestata, non già in osteria, ma di fronte ai soci del Consorzio, durante l’Assemblea del 20 gennaio ha indicato un nuovo nome per la carica di Presidente del CSP, poi approvato, nella persona di Gabriella Mazzarello.
Ma come, non vi aveva rinunciato ? Forse, siamo noi che non avevamo capito.
Alla prossima… retromarcia.
Se ci sei batti un colpo
Gennaio sta finendo e la vicenda della Tari non è ancora stata dipanata. Eppure, il «solerte» neo Assessore al Bilancio aveva assicurato, in Consiglio Comunale, che entro la fine del mese il busillis sarebbe stato chiarito da lui stesso medesimo… o da chi per lui (come stava scritto sui diari scolastici per gli alunni minori). Nel frattempo, i novesi, in data 31 dicembre, hanno saldato l’ultima rata della Tari, senza sapere se hanno pagato o meno il giusto. Più che meno, pare di più, molto di più. Per intanto è stato affermato, da mente suprema, che la causa dell’errore è da ascriversi ad un algoritmo, ovvero ad un procedimento di calcolo: vallo a spiegare ai novesi. Parafrasando Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena: «Se non hanno i quattrini per pagare la Tari, usino gli algoritmi.
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Qualche giorno fa abbiamo appreso che in 24 ore si sarebbe trovata la soluzione per la quale l’ex Bunet è stato affidato (con tanto di foto) all’Istituto scolastico Ciampini. Qualcosa ci deve essere sfuggito poichè l’11 settembre scorso, il Sindaco esultava annunciando che con l’inizio dell’anno scolastico, ovvero due giorni dopo, l’ex Bunet sarebbe stato a disposizione della scuola. Non per essere polemici a tutti i costi, ma la soluzione “lampo” è arrivata dopo tremiladuecentosedici ore (minuto più, minuto meno) e non dopo 24 (questa volta la colpa sarà della clessidra, che, si sa, non è mai tanto precisa).
Il Malalingua
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