Viaggio nel degrado del centro storico novese

Lungo i 400 metri di via Roma si incontrano 32 negozi chiusi, con il cartello “affittasi”. Quella che un tempo era la via del piccolo commercio novese, oggi accoglie i visitatori con un sacco della spazzatura sul semaforo che indicava le ore di permesso di passaggio per le auto, e le ore di divieto. 
Dei due lampioni in ghisa posti all’inizio della via ne è rimasto solo uno, mentre l’altro è stato sradicato tempo fa. Per sapere se potete passare in via Roma con l’auto o rischiate di prendere una multa, dovere scendere dall’auto e andare a leggere il cartello riportante gli orari di transito, perché un cartello posticcio affisso da comune specifica di “attenersi agli orari riportati”. Le telecamere che danno le multe in automatico funzionano? Bella domanda. 

Novi ha (o meglio, avrebbe) la fortuna di avere un centro storico che è un centro commerciale naturale, ed è praticamente impossibile che un novese non passi quotidianamente per via Roma o via Girardengo. Ma lo spettacolo che queste vie danno, in questi ultimi mesi, è desolante.

A che ora si può passare?

Innumerevoli i negozi vuoti: colpa della crisi del Covid, sicuramente, ma non solo. La crisi del commercio in via Roma ha radici lontane, ma mai è stata pesante come oggi. 

I negozi chiusi sono più che quelli aperti. La densità degli esercizi attivi, più ci si allontana dal posteggio di Piazza XX, diminuisce a vista d’occhio. 

Un po’ meglio va in via Girardengo, dove sono solo 6 i cartelli con scritto affittasi. Ma sono lontani i tempi in cui trovare un posto per un esercizio commerciale nella via dello struscio era praticamente impossibile. 

Via Girardengo

Peccato che quello che dovrebbe essere il salotto della città, sembri un cantiere abbandonato. A metà della via c’è una grossa pietra di lastricazione che si muove da tempo, e per evitare che i passanti ci facciano l’altalena sopra, tanta è l’oscillazione, è transennata da tempo. In fondo alla via, verso la stazione, nei pressi della tabaccheria c’è un’altra transenna da settimane: recinta un gancio di ferro caduto da una facciata quando sono state attaccate le luminarie. 
Ma il peggio lo si trova in Piazza Matteotti, dove da mesi c’è un buco al centro del posteggio. Fino a poco tempo fa era transennato, ora le transenne sono appoggiate all’edificio che ospitò il collegio San Giorgio e il buco è stato in parte riempito con lo “zetto”, i resti di qualche demolizione.

Piazza Matteotti: una buca risentito con lo “zetto”

In via Paolo da Novi da tempo sono presenti delle impalcature che sostengono il muro di Palazzo Dellepiane, di proprietà del comune. 

L’elenco del degrado cittadino, un misto di cattiva – o assente – manutenzione, crisi economica e culturale, potrebbe essere ancora lungo. Una crisi che ha radici antiche, ma che mai come in questi ultimi due anni è stata così evidente. 

Le associazioni novesi dei commercianti da tempo hanno lanciato l’allarme, e negli ultimi giorni il loro è sembrato più un grido di dolore. A fronte di finanziamenti a pioggia che stanno arrivando in città, è evidente la mancanza non solo di un progetto, ma di cura e amore verso la città. Cura e amore di cui i novesi hanno avuto prova con il dirottamento di 5 milioni per il ponte ad Alessandria, e sulle reticenze a chiedere il giusto a fronte degli investimenti di Gestione Acqua sulla rete. Altri 10 milioni che potrebbero essere regalati ad Alessandria e alla campagna elettorale delle amministrative nel capoluogo. 

Non facciamoci tanti problemi a fare nomi e cognomi. Nell’era Cabella la città sembra sempre più allo sbando, senza guida. Forse i novesi hanno frainteso lo slogan elettorale del sindaco: de “la rivoluzione del buon senso” hanno capito che la città sarebbe stata rivoluzionata grazie al buonsenso, invece è stato semplicemente il buon senso ad essere rivoluzionato. 

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