Dopo l’annuncio che la Società Metrocargo ha acquisito la maggioranza delle quote dell’azienda “Arquata Logistic Services”, società specializzata nella fornitura di servizi logistici, e la conseguente, comprensibile soddisfazione del Sindaco di Arquata – il quale ha sostenuto di non aver compreso “… la politica del Comune di Novi e le sue varie richieste e se c’è stata una linea su Novi-San Bovo” – si è aggiunta la posizione del Sindaco di Basaluzzo, che, in una intervista, ha annunciato di aver fatto richiesta di inserire il suo Comune “… nella zona logistica semplificata, per valorizzare un’area inserita nel piano regolatore come zona industriale”.
In merito allo scalo di San Bovo, il Sindaco basaluzzese ha inoltre affermato: “… Secondo me le cose dovrebbero smuoversi un poco”: neppur tanto “velatamente”, pare proprio abbia voluto suggerire al suo collega novese: “Svegliatevi!” (in dialetto “svegiaive”). Si tratta forse di una nostra malevola illazione? E, altresì, ha aggiunto: “Posso dire che sarebbe interessante e utile, per la zona, che lo scalo logistico di San Bovo venga rilanciato, anche perché si trova in una buona posizione” (precisazione necessaria, in quanto a Palazzo Pallavicini non se ne erano accorti).
Dunque: due Sindaci di Comuni del novese (non certo guidati da “comunisti”, lo si sottolinea per tranquillizzare il Presidente del Consiglio comunale) candidano i loro territori sui temi della logistica, mentre l’omologo Cabella sta alla finestra a guardare … la coda del treno che si allontana.
D’altro canto è bene ricordare che il Sindaco Cabella, fresco fresco di elezione, non perse tempo e si recò a Roma (portandosi al seguito l’Assessore agli Affari sociali), per chiedere di ripristinare il famoso shunt (la circonvallazione ferroviaria di Novi), che avrebbe irrevocabilmente tagliato fuori dal traffico ferroviario lo scalo di San Bovo; tale operazione avrebbe relegato definitivamente nel limbo l’area ferroviaria, di circa quattrocento mila metri quadrati, che ha fatto le fortune dello sviluppo economico di Novi tra Ottocento e Novecento. E possiamo ulteriormente aggiungere che non solo i due Comuni citati sono interessati all’operazione, ma anche Pozzolo Formigaro, nella persona del suo Sindaco, si era detto interessato al recupero dello scalo e allo sviluppo della logistica (si tratta, però, di un amministratore di sinistra, quindi inascoltabile).
Non dimentichiamo, infine, la presenza dell’area logistica di Rivalta Scrivia e la dinamicità – che può piacere o meno – del Comune di Tortona.
Ma c’è di più! Metrocargo, l’azienda che si è sempre detta interessata allo Scalo di Novi-San Bovo, recentemente – attraverso il suo Amministratore Delegato – ha confermato tale interesse, dichiarando: “Novi-San Bovo? Metrocargo ha spinto perché fosse compresa nella zona logistica semplificata, il che costituisce un grosso vantaggio in quanto, quando si usa un treno per effettuare dei trasporti da porto a retroporto e a clienti, con la zona logistica semplificata e, soprattutto, con i corridoi doganali, si riescono ad evitare i tempi morti legati alle verifiche doganali, che si possono spostare nel retroporto”. Inoltre, in altra parte dell’intervista, l’A.D. di Metrocargo, interrogato sul ruolo del Comune di Novi in merito a San Bovo, ha affermato: “Posso dire che, come gruppo, se ci consentono di fare degli investimenti a Novi, siamo pronti a farli”, aggiungendo, in modo signorile, che l’attuale amministrazione comunale di Novi “… non spinge a sufficienza per un rilancio dello scalo logistico di San Bovo”.
Insomma, Novi, logisticamente (ci si perdoni il gioco di parole) sta vivendo una sorta di accerchiamento logistico. Il tutto nell’assoluto disinteresse dei suoi (si fa per dire) Amministratori, i quali, dal momento in cui sono stati eletti, si sono preoccupati soltanto di cancellare, smentire, distruggere quanto era stato costruito in precedenza, ignorando (voce del verbo ignorare) gli interessi reali della città e dei novesi tutti. E Cabella sta a guardare le stelle … dalla ruota panoramica.
Ciò è stato fatto – e si continua a fare – in nome della cosiddetta “rivoluzione del cambiamento”: due parole vuote, svilite di ogni significato. Una rivoluzione che non c’è mai stata, perché i novelli amministratori non sanno neppure cosa voglia dire. Tutto ricorda un bimbo capriccioso il quale, stringendo un giocattolo che vuole tenere tutto per sé e non condividere, batte i piedi a terra ripetendo: “No, no, no!”. Ma perché? Perché no! (Cfr. Enzo Iannacci).
Un’ultima considerazione, non marginale. Se le aree logistiche intorno a Novi dovessero davvero crescere e svilupparsi, in assenza dello scalo ferroviario di San Bovo e del sovrappasso (progetto dimenticato in qualche cassetto dall’Assessore ai Lavori pubblici, tanto impegnato, poverino, a produrre selfie), funzionale a creare la circonvallazione ovest di Novi, registreremmo un considerevole aumento di mezzi pesanti (volgarmente detti camion), che attraverserebbero, in lungo e in largo, la città; la conseguenza sarebbe un elevatissimo incremento dell’inquinamento atmosferico ed acustico, con buona pace dei “lungimiranti” amministratori cittadini.
È la decrescita infelice, ragazzi.
Dolci Terre di … Turtona
Con largo anticipo è stato annunciato che “Assaggia Tortona”, manifestazione enogastronomica, planerà a Novi nel mese di dicembre, proprio quando, un tempo, in città si organizzava “Dolci terre di Novi”, ultra ventennale rassegna anch’essa enogastronomica (quando si dice la combinazione), soppressa, nei fatti, da Cabella & Co.
Gli amministratori novesi, evidentemente a corto (per non dire in assenza) di idee e di iniziativa, si appiattiscono su quelle altrui: una volta su Alessandria, un’altra su Tortona. In questo caso, forse, attirati dal nome della città, che può far pensare, per dirla con Alessandro Bergonzoni, ad una grande torta.
Pare ci fosse in programma anche una edizione della “Degustatsiya di Boroviči”, al momento sospesa per impegni precedentemente assunti dal Comune di Novi e non onorati.
P.S.: nota per il Mungitore. In tutte queste non-scelte, del suo gruppo consigliare “Solo Novi”, formato da uno dei rimasugli della maggioranza, c’è solo il nome; ma alla prossima occasione, costui minaccerà, – oh se minaccerà! – di far saltare il “baracchino”, trovando pure una parete per la quale farsi promettere una mano di bianco e rientrare, così, diligentemente, nei ranghi.
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone