Ha preso il via venerdì mattina la nuova edizione del Festival delle Conoscenze, organizzato dalla Fondazione Acos per la Cultura. Una rassegna che ha portato Ezio Mauro, ex direttore de La Stampa e de La Repubblica, nella sala principale del Museo dei Campionissimi, insieme al novese Luca Ubaldeschi, attuale direttore de Il Secolo XIX, per un’analisi sulla guerra in Ucraina che si è poi dimostrata molto profonda e meritevole di attenzione.
Una kermesse culturale di ampio respiro, che da qui a venerdì prossimo porterà poi nella nostra città, tra gli altri, anche Luca Mercalli, Domenico Quirico e Piero Chiambretti. Appuntamenti ai quali se ne aggiungeranno poi altri, in programma a Tortona e Ovada.
Alla faccia di chi qualche tempo fa, nella sede istituzionale del consiglio comunale, sosteneva che Novi, a livello culturale, non offrisse nulla e che bisognasse imitare altre realtà più o meno di pari dimensioni ma descritte come l’El Dorado degli eventi.
Una manifestazione di grande rilievo, e attiva dal 2016, alla quale l’amministrazione comunale sembra però non dare troppo peso. Nella sala gremita del ciclomuseo, stonava infatti una prima fila mezza vuota, occupata dai vertici di Acos e da esponenti della politica cittadina. Del centro sinistra.
Né il sindaco, né l’assessore alla Cultura, né altri rappresentanti della maggioranza locale si sono infatti visti per l’incontro inaugurale del Festival.
Avranno tutti avuto di meglio da fare? Una domanda che rimarrà senza risposta, anche se rimane la brutta figura notata da tutti i presenti.
Verrebbe quasi da pensare che, con la querelle tra l’alessandrina Amag e la novese Acos in ballo e con le elezioni amministrative alle porte nel capoluogo di provincia, non si voglia dare eccessivo risalto alle proposte della multiutility del nostro territorio. E dire che l’intervento di Ezio Mauro è stato tutt’altro che noioso. O meglio, non lo è stato per il 99,9% dei presenti. In prima fila, un fervente sostenitore della giunta Cabella e consigliere di amministrazione di una partecipata locale, ha infatti passato il suo tempo a guardare il cellulare senza degnare i due oratori di uno sguardo.
A parte questa eccezione, il vero esempio lo hanno dato le decine di studenti e studentesse presenti in rappresentanza di 4 istituti novesi che hanno partecipato in silenzio e spesso prendendo appunti nel corso di una conferenza che ha riscosso grande successo.
E noi, che abbiamo qualche anno in più di loro, gli dobbiamo solamente dire grazie per essere migliori di chi ci governa.
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