L’incontro pubblico sul futuro del parco Castello, avvenuto ieri presso il museo dei Campionissimi, è stato un flop. Lo scrive Gino Fortunato su “La Stampa” di oggi e non gli si può dar torto: di pubblico ve ne era poco davvero. Visto che era un incontro con la cittadinanza, la presenza dei cittadini sarebbe stata fondamentale. Ma tolti i consiglieri comunali, gli esponenti politici, e tecnici comunali, i giornalisti, gli interessati perché parte in causa, di cittadini manco l’ombra.
Se il flop è evidente, meno evidenti ne sono le cause. Si può dire che da parte dei cittadini c’è disinteresse verso il parco? Oppure si può dire che l’incontro è stato organizzato male, poco pubblicizzato?
Oppure ancora, si può pensare che l’incontro pubblico è stato programmato come foglia di fico su di un progetto già bell’e fatto, a cui si vuol dare una parvenza di inclusione dicendo che ha tenuto conto delle idee e delle proposte dei cittadini?
Veniamo all’incontro. Al tavolo dei relatori, il sindaco Cabella, l’assessore ai lavori pubblici Accili, l’ingegnere del comune Grassi e l’architetto Enrico Frigerio (nella foto di apertura), consulente del comune per la progettazione del parco.
In sostanza, il comune ha ottenuto, grazie ai fondi del Pnrr, la bella cifra di 3,5 milioni di euro da spendere per il recupero dei 4 ettari del parco Castello. Un cifra non da poco, quasi 100 euro al metro quadrato. Soldi che vanno impegnati e spesi celermente, pena la revoca del finanziamento. Il tempo stringe: l’avvio dei lavori deve avvenire entro un anno.
Nella sala rovente per il clima, è stato Frigerio a tener banco. “Il progetto non c’è ancora, siamo qui per sentire le idee dei cittadini” ha detto l’archistar genovese con in curriculum collaborazioni con Renzo Piano.
Progetto che non c’è ancora, ma che sarà presentato “il 10 luglio”. Il dubbio che il progetto ci sia già, visti i tempi, è venuto a tutti i pochi presenti.
Per ora, è stato fatto solo un rilievo delle strutture presenti: la torre, il bar, la casa dell’acqua e la casa del custode.
Il problema del parco, si sa, è l’abbandono e il vandalismo. Già alla fine dell’800 i novesi fecero una petizione al sindaco contro i vandalismi giovanili al parco: insomma, è una tradizione novese pure quella. La domanda la ha posta chiara Marco Bertoli: come pensate di presidiare il parco?
La risposta di Frigerio non c’è stata e Bertoli non ha gradito. «Lei non mi ha risposto – lo ha rimproverato il consigliere – Io faccio il contadino, e non è che faccio una stalla e poi decido se metterci mucche da carne o da latte. Prima decido cosa metterci dentro, e poi faccio la stalla». Il consigliere di Solo Novi, si sa, nei suoi interventi non manca mai di fare similitudini calcistiche o agricole. Ma rende l’idea.
Presente Marco Barbagelata, presidente della pro-loco di Novi che gestisce il punto di ristoro nel parco. Anche lui ha sottolineato l’importanza di avere un progetto di sviluppo futuro del parco, su cui innestare il recupero.
Interessante l’intervento di Don Angelo Vennarucci, in rappresentanza della chiesa di Sant’Andrea proprietaria dell’immobile posto sulla destra della salita al castello. «Sta per crollare, e noi come parrocchia non abbiamo la forza economica di recuperarlo. Visto che restringe l’accesso al parco, si potrebbe eliminare e magari realizzare un parcheggio di servizio al parco». Don Angelo ha precisato che sull’immobile non esiste nessun vincolo da parte della sovrintendenza e che lo stato di abbandono in cui versa può rappresentare un pericolo per chi malauguratamente decidesse di avventurarvicisi.
Intervenuto anche Bruno Ferretti, ex disability manager della città e fresco di nomina nel consiglio del Csp, che ha sottolineato come il parco dovrà essere fruibile in autonomia da parte dei portatori di handicap.
Tra i temi discussi vagamente anche quello dell’accessibilità: ascensore, teleferica, scala mobile? Lo scopriremo il 10 luglio.
L’impressione è che Frigerio abbia le idee già ben chiare di cosa fare del parco. In alcuni casi, però, basate su presupposti sbagliati, come nel caso del parco avventura. Secondo l’architetto, infatti, il parco è fallito perché era gratuito, e quindi le persone lo hanno maltrattato un quanto cosa pubblica. In realtà l’accesso al parco non era per nulla gratuito, e finché è durato ha riscosso un ottimo successo di pubblico. Del resto, era il parco avventura più grande d’Europa. Le motivazioni del fallimento sono da cercare altrove…
Frigerio ha anche proposto di far coltivare orti ai bambini delle elementari durante le mattine in cui il parco sarà poco utilizzato. Bella idea, anche se ci pare un po’ forzato pensare ai bambini che a gennaio salgono al parco con la loro zappetta…
Conclusioni? La mancanza dei cittadini all’incontro lo ha reso poco utile. L’impressione è che sia stato organizzato tanto da far vedere che ci si è confrontati con la città, così che nessuno possa dire di essersi trovato di fronte ad un pacchetto di progetto a scatola chiusa.
Una informazione che avremmo gradito ricevere – ma lo scopriremo – è quanto ci sia costata la consulenza di Frigerio, che è sembrato comunque l’unico in grado di “pensare” al nuovo parco Castello tra i relatori presenti.
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