Cabella: non mi sono dimesso, sono gli altri che mi hanno fatto cadere. Non siamo stati capiti…

Ieri pomeriggio, a più di una settimana dalla caduta, la ex giunta guidata da Gianpaolo Cabella ha tenuto una conferenza stampa presso il bar Elvezia.  Presenti l’ex sindaco, l’ex vicesindaco Diego Accili, gli ex assessori Moncalvo, Bruno e Sisti. La conferenza è stata riprodotta sul canale facebook dell’ex Sindaco. 

Cabella ha tenuto a precisare che non è stato lui a dimettersi. «Le dimissioni le hanno date gli altri. Non sappiamo bene le motivazioni di queste dimissioni, visto che hanno sottoscritto il nostro programma elettorale. Non sappiamo perché ci hanno fatto cadere, ma sappiamo quello che volevamo fare». 

«Quando abbiamo visto gli emendamenti presentati dall’opposizione (formata da Dem, M5S e il gruppo dei transfughi della lega) abbiamo capito che volavano dire che la maggioranza era in mano loro, e quindi che dovevamo fare quello che decidevano loro. Qualcuno voleva dimettersi, ma non abbiamo voluto dare dare le dimissioni perché questo avrebbe significato lasciare la città senza bilancio con un possibile danno alla città». 

«Per noi era un punto d’onore arrivare a fare il bilancio di previsione – ha proseguito l’ex sindaco – e quindi approfittando della proroga concessa dal governo abbiamo deciso di correggere le poche cose l’opposizione aveva messo in evidenza, ma non siamo stati capiti. Ho ritirato gli argomenti e qualcuno ha pensato che fosse uno strappo grosso e si sono dimessi. Non siamo stati capiti. Ci siamo impegnati fino alla fine, non abbiamo mai bisticciato in giunta e abbiamo affrontato le scomode eredità delle precedenti di amministrazioni, come i certificati prevenzione incendi mancanti. Sono soddisfatto che i fondi del Pnrr in questo momento sono a buon punto della procedura e il commissario troverà facile il suo lavoro. Vogliamo che vadano avanti le opere che abbiamo iniziato e siamo a disposizione del commissario se ha bisogno». 

All’indomani della caduta, proprio il centro destra aveva detto che questo avrebbe significato rinunciare ai fondi del Pnrr. 

Particolarmente significativo l’intervento di Diego Accili, che ha attaccato a testa bassa i transfughi della maggioranza che hanno provocato la caduta dell’amministrazione. 

«È stata una enorme vigliaccata – ha detto Accili- da parte di persone che hanno tradito la fiducia dell’elettorato e della città. Non ci si può comportare così, c’è gente che ha cambiato 4 partiti. Il nostro sbaglio è averli accettati, ma non possiamo fare test attitudinali ai candidati. Queste persone hanno fatto continui ricatti alla nostra amministrazione». 

Accili non ha risparmiato anche il partito democratico. «Grossa delusione da parte del Pd. Ha fatto quello che doveva fare, ma attaccarsi a un manipolo di scellerati che si è venduto l’anima è troppo. Hanno sbagliato a dare le dimissioni prima del bilancio di previsione, che impedisce di fare manutenzione perché non ci sono le risorse stanziate. In questo modo hanno bloccato la città». Accili non ha fatto cenno al fatto che il bilancio di previsione avrebbe dovuto essere approvato entro la fine dello scorso anno, ed il blocco della città dura da almeno sei mesi, non dalla caduta della amministrazione 12 giorni fa. 

“Poletto indifeso dagli attacchi omofobi di Bertoli”

Accili ha attaccato i Dem anche sul comportamento tenuto in consiglio comunale. «Ho visto delle scene che non mi sarei aspettato. I continui atteggiamenti omofobi, razzisti e sessisti di cui è stato vittima il presidente del consiglio Poletto da parte di Bertoli non hanno mai trovato la disapprovazione dei Dem. Loro che si professano i paladini dell’uguaglianza hanno accettato impunemente questo atteggiamento, che se lo avessimo fatto noi avremmo avuto un flash mob in piazza. Siccome lo faceva un personaggio che a loro veniva comodo, per tre anni sono stati in imbarazzante silenzio su temi che sono cari a tutti ma sopratutto a loro, che ne fanno un cavallo di battaglia. Avrebbero dovuto avere più dignità nel rappresentare il loro elettorato». 

Purtroppo nessuno dei giornalisti presenti alla conferenza – a cui il Moscone non è stato ovviamente invitato – ha chiesto come mai la difesa di Poletto non sia arrivata almeno dai banchi della maggioranza. 

Accili ha concluso con una frase ad effetto. «Novi è stata colpita da tre sciagure: l’alluvione, la pandemia e Bertoli. Abbiamo gestito le prime due, contro l’ultima non siamo riusciti». 

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Moscone

Un commento su “Cabella: non mi sono dimesso, sono gli altri che mi hanno fatto cadere. Non siamo stati capiti…

  1. Beh…
    Normale che non abbiano inviato i NoN allineati, domande imbarazzanti non sono gradite, sia mai che qualcuno “osi” dissentire…
    Ma che domande!

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