Da “è colpa di chi c’era prima” a “se ci fossimo ancora noi”

Avete mai sentito parlare del tenente dell’esercito giapponese Hiroo Onoda (nella foto)? La sua storia venne alla ribalta nel 1974, quando si scoprì che sull’isola di Lubang c’era ancora un piccolo gruppo di soldati giapponesi convinti che la seconda guerra mondiale non fosse ancora finita. Incapaci di accettare la sconfitta, rimasero in armi ancora per quasi 30 anni dopo la fine del conflitto. Hiroo Onoda ne era il comandante. 

Anche qui a Novi Ligure abbiamo qualche politico che non si è ancora arreso al fatto che la giunta Cabella è stata “defenestrata” e che quella esperienza politico amministrativa è conclusa. Prendete ad esempio l’ex vicesindaco Diego Accili, che continua a farsi i selfie davanti ai lavori del comune, che ovviamente proseguono anche senza assessore ai lavori pubblici. 

Se per tre anni la giunta leghista non ha perso occasione per spiegare che tutto quello che non andava era da addebitare alle responsabilità delle giunta precedenti, ora la scusa è cambiata. Tutto quello che non va oggi è da addebitare ai “traditori” che hanno fatto cadere la giunta, impedendogli di portare a termine il suo lavoro. 

Su La Stampa di ieri lo stesso Accili torna a parlare della Cavallerizza, spiegando che il processo di recupero è ormai avviato e che grazie al lavoro del gruppo Tnt (vedi articolo di ieri sul vostro Moscone) i fondi del terzo valico permetteranno di restituire alla città le antiche scuderie militari. Nessun cenno, da parte di Accili, al rospo che dovette ingoiare quando Bertoli impose di spostare i fondi del terzo valico dal museo del cioccolato a Palazzo Dellepiane all’accademia enogastronomica alla cavallerizza. 

Se Accili ci mette la faccia, è l’ex sindaco Cabella a lasciare stupiti. Su Facebook la “Pagina ufficiale di Gian Paolo Cabella, Sindaco Novi Ligure” è ancora attiva, come se lui fosse ancora Sindaco. Forse si è dimenticato di avvisare della sua caduta chi gli cura la pagina? 

Il bello è che dalla sua pagina l’ex sindaco (o chi per lui) si preoccupa della siccità. “Il tema del contrasto alla siccità toccherà anche la nostra città! Stiamo organizzando incontri ed elaborando proposte che saranno introdotte nel nuovo programma di mandato!” e chiude con l’invito a presentare proposte presso la sede della Lega. 
Peccato che Cabella non abbia fatto, fino a quando era sindaco, l’ordinanza per il risparmio idrico, come hanno fatto quasi tutti gli altri sindaci entro giugno, quando lui era ancora in carica. 

Il fatto che la pagina “Cabella sindaco di Novi” sia ancora viva e che non si mai stata modificata da quando Cabella non è più sindaco di Novi, è grave.  Ricordiamo a lui – o a che gli gestisce la pagina – quanto recita l’articolo 494 del codice penale:  “Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno”.

I superstiti della giunta Cabella ci ricordano quei soldati giapponesi che continuarono a combattere per anni, incapaci di accettare la sconfitta. Qualcuno li aiuti. 

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