L’inesorabile deriva politica italiana

Sembra un fatto inevitabile, perfino naturale, “tutto nasce, cresce e inesorabilmente muore “. Nulla può sfuggire a questa sistemica legge naturale. Non lo possono i vegetali che sono pur sempre i più longevi e tanto meno la specie umana che ha un arco di vita relativamente breve, e Il ricambio della specie ne favorisce l’evoluzione. 

E’ anche la specie più rapida nell’adattarsi alle condizioni contingenti , dotata di una spiccata capacità di governare gli eventi e di gestirli a proprio vantaggio. Le società si sono notevolmente evolute, tra progressi e immane tragedie, si sono date delle organizzazioni sempre più articolate quanto complesse, sopratutto nel metodo di governo. 

Siamo nel periodo dove si fronteggiano, pericolosamente, due sistemi: quello tecnocratico e quello democratico. Una parte del pianeta, denominata occidente, che si riconosce nel sistema democratico sta perdendo la sua supremazia. I principi cardini di quest’ultimo, risalgono alla cultura della Grecia antica e non si è ancora evoluta in modo da garantire sempre e comunque quelli fondanti. Ciò nonostante appare la forma più garantista.

Ma al di la del garantismo di principi di libertà, ci sono nella realtà alcuni fattori che li rendono terribilmente identici: la conquista e la tenuta del potere, l’acquisizione ad ogni costo della ricchezza e il mantenimento del privilegio. Naturalmente la lotta è perfino cruenta, sopratutto verso il sistema antagonista esterno ma anche quello interno non si risparmia niente anche se finora ci sono stati risparmiati scontri armati. 

La realtà della politica, in questo clima di competizione elettorale, sta scivolando inesorabilmente nella lotta all’Ok Corral, dove i protagonisti appaiono sempre più avulsi dalla realtà del Paese trascurando o ponendo poca attenzione alle condizioni della parte più povere e disagiate, sempre più numerosa, affaccendati in tatticismi di dubbia moralità. Propongono soluzioni assurde quanto drammaticamente insensate, come può essere la tassa piatta (flat tax), attribuirsi meriti non propri rasentando il ridicolo. Che una parte dello schieramento politico faccia una campagna su promesse assurde quanto irrealizzabili se non addirittura false, è ormai un classico e è possibile grazie al controllo minuzioso dell’informazione, mai sottoposta a una severa legge sull’editoria e sul macroscopico conflitto di interessi che consente di confondere e condizionare non pochi elettori.

Da qualche tempo anche la parte di schieramento che basava la sua azione politica sui principi di difesa di quella parte di società più debole che, garantendo una ripartizione della ricchezza, consentiva una vita decoroso attraverso il lavoro, la sanità, la suola i servizi locali di base. Purtroppo, da troppo tempo la sua azione politica si è spostata su un liberismo competitivo, dove si pone più attenzione agli interessi privati che alle necessità pubbliche. Abbandonando di fatto i principi di sussidiarietà e trascurando come un fastidio quella parte di società che più di tutti deve essere sostenuta, tranne ricordarsene nel periodo delle votazioni.

In questo schieramento sono emersi dirigenti e capi bastone di discutibile valore politico, dall’ambizione personale disponibili a qualsiasi compromesso pur di mantenere la posizione, arrivando a proporre le moglie in collegi sicuri. Riducendo la politica ad un problema familiare,

Il nuovo segretario appare addirittura, in balia degli eventi, arriva a sostenere una agenda di impegni che lo obbligano a rinnegare del tutto le radice della propria parte politica e determinate conquiste di evidente progresso sociale . Conquiste che ne avevano rilanciato il consenso che non era stato generoso. Cede a pressioni effimeri di surrogati politici, barattandone principi e valori pur di realizzare una coalizione eterogenea nella speranza di colmare lo svantaggio sondaggista che lo vede penalizzato nella competizione con la coalizione avversa . Grazie ad un’assurda legge elettorale da loro stessi imposta. 

Non si può non condividere l’affermazione del dott. Giacomo Orlando che in un suo recente articolo dichiara: “ho l’impressione che abbiamo perso la guerra sul welfare, sulla giustizia e le disuguaglianze.” Che erano i principi base e non solo, l’elenco è piuttosto ampio.

Purtroppo non è un’impressione ma una cruda realtà. Tale partito, che si definisce ancora di sinistra, di fatto non la rappresenta, e non è sufficiente far su anche le briciole per sconfiggere una destra libertaria, come afferma il noto filoso Cacciari. Non è sufficiente, stimato dottore, turarsi il naso senza voler fare gli schizzinosi, che possiamo invertire una situazione che è diventata, a mio giudizio, irreversibile. 
Come viene riportato anche nelle sacre scritture: ”Dio prima li acceca e poi li fa precipitare nel burrone”. Sono completamente accecati e in confusione.

La politica è l’arte di anticipare i tempi, dando un sogno verso un progresso di giustizia sociale e di benessere, in modo che nessuno, in nessun campo venga lasciato indietro ma questi concetti si sono spostati verso altri lidi. 

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Francesco Giannattasio

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