Passate le elezioni politiche, il prossimo appuntamento per gli elettori novesi saranno le elezioni amministrative anticipate, previste per il maggio 2023. È evidente che archiviato lo scontro nazionale, le forze politiche locali ora si dedicheranno alla definizione dei programmi, ma sopratutto dei nomi, per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale.
Archiviata la disastrosa amministrazione guidata dal primo sindaco di destra della storia repubblicana della città, a breve i novesi saranno chiamati a decidere chi tornerà a occupare l’ufficio del primo cittadino che fu di Acquistapace e Pagella, tanto per citare due nomi rimasti nei cuori dei novesi.
Scontato il fatto che il sindaco appena licenziato dalla sua stessa maggioranza Gian Paolo Cabella non si ripresenterà al voto dei cittadini. Ma come si stanno muovendo i partiti?
Chi sembra averci preso gusto a parlare di politica è il pasticcere- showman Giovanni Lasagna, in arte Vanja, che ha deciso che metterà su una sua lista per le prossime elezioni «Non mi interessano destra o sinistra- ci ha detto Lasagna – sto facendo una lista nuova, con gente capace e seria». Tra suoi punti fondamentali, la costruzione del termovalorizzatore, l’eliminazione della raccolta differenziata porta a porta, l’abbellimento della città e il rilancio del commercio cittadino.
Non è chiaro se la lista di Vanja sarà a sostengo di una sua candidatura a Sindaco, oppure andrà a sostenere un altro candidato in coalizione, probabilmente del centro destra vista la fede leghista della famiglia Lasagna. Lo scopriremo, ma certo ci sarà di divertirsi, con la discesa in campo del vulcanico personaggio novese.
Vanja o non Vanja, il risultato delle recenti elezioni dà sicuramente delle indicazioni, sopratutto se raffrontato alle elezioni europee del 2019, contemporanee alla elezione a sindaco di Cabella.
Nel 2019 la somma dei voti di Lega, FdI e FI valeva il 52,16%. Domenica scorsa la stessa somma ci dà 45,4%. Il centro destra quindi perde il 7%, e questa perdita è tutta ascrivibile alla Lega stessa. Infatti, rispetto al 2019, il partito di Giorgia Meloni recupera ben il 20%, Forza Italia resta stabile al 9% mentre il partito di Salvini vedere crollare la sua percentuale del 27% (dal 39,3% all’11,7%). Un travaso di voti enorme: nel 2019 erano stati 5579 i novesi a mettere la croce sul simbolo della Lega, mentre domenica sono stati solo 1427. In pratica la Lega rispetto alle scorse elezioni su 10 elettori, ne ha persi ben 7.
Ciononostante, l’ex segretario cittadino Perocchio sui social canta vittoria: “BEN 1967 ‼️voti di scarto tra la coalizione di Centro Destra capitanata proprio da Molinari e quella di Centro Sinistra.. quasi 16% percentuali e non siamo in Lombardia o in Veneto, siamo nella “rossa” o “ex-rossa” Novi Ligure”.
Al di là dei toni, i numeri di Perocchio sono giusti. Peccato che non dica che, nel 2019, i punti di differenza tra cdx e csx non erano “solo” 16, ma ben 31! Infatti alle europee finì con il 52% per il cdx e il 28% per il csx, e nello stesso giorno, gli stessi elettori, diedero a Cabella il 44% e a Muliere il 41%. Cioè, nella stessa giornata, il vantaggio del centro destra sul centro sinistra passava da 31 punti percentuali, a soli 3. Merito, o demerito, dei candidati sindaco messi in campo.
È innegabile comunque che, numeri delle politiche alla mano, è il centro destra il favorito alla prossime elezioni comunali. Ma il pallino non è più in mano alla Lega, ma a Fratelli d’Italia, che ha raccolto oltre il doppio dei voti e che ora ha diritto di dettare l’agenda.
Quindi, possiamo aspettarci un candidato sindaco espressione del partito di Giorgia Meloni al prossimo giro? Il problema è che Fratelli d’Italia, a livello novese, ha ben pochi nomi da spendere. La campagna elettorale a livello locale non c’è stata, se si escludono in banchetti della domenica mattina organizzati (abbastanza in solitaria) dal segretario cittadino Enzo Baiardo. Che sia lui il futuro candidato sindaco per il centro destra? Probabilmente no, ma certo sarà un nome che dovrà godere del suo appoggio.
I nomi in queste settimane di papabili alla poltrona di candidato sindaco per il centro destra si sono sprecati: dall’imprenditore Enrico Valditerra, a quello dell’amministratore delegato di Gestione Ambiente Silvio Mazzarello, solo per citarne alcuni.
Ma il gioco non è limitato a Lega e Meloniani. Anche Forza Italia ha nomi da spendere, forse più di altri, per la carica di candidato sindaco: dalla sempre presente Maria Rosa Porta, attapirata per la mancata elezione al parlamento, all’ex presidente del consiglio comunale Oscar Poletto. Per non dimenticarsi di Diego Accili, l’unico della ex giunta Cabella che ha mostrato voglia di lavorare per la città, ma che sembra piacere più fuori che dentro al suo partito.
A rompere le uova nel paniere al centro destra potrebbe essere nuovamente l’artefice della caduta della giunta, Marco Bertoli. Il politico contadino sta lavorando alla presentazione di una sua lista che sicuramente andrebbe a togliere voti a destra, ma c’è chi in casa leghista è pronto a scommettere che non ci riuscirà.
Chi nel centro sinistra immaginava, dopo la rovinosa caduta di Cabella, la strada spianata verso la vittoria, forse ha fatto male i suoi conti. I voti raccolti dal centro destra domenica, anche se meno di prima, sono sempre più che quelli raccolti dalla sinistra. Il Pd a Novi ha perso meno che negli altri centri zona (dopo Ovada è la città in cui ha ottenuto la miglior percentuale) e comunque ha recuperato circa tre punti percentuali rispetto alle politiche del 2018.
Prima di parlare di nomi, a sinistra (e nel Pd in particolare) occorrerà parlare di programmi, ma prima ancora di alleanze. Il movimento 5 stelle, dato per spacciato dai più, è riuscito a resuscitare a livello nazionale e a Novi a risultare il terzo partito lasciandosi dietro la Lega e Forza Italia. Un risultato notevole.
In una recente intervista Lucia Zippo non ha sbattuto la porta in faccia a chi le chiedeva di una possibile intesa con il Pd in ottica amministrative. Questo è un segnale da non sottovalutare. Il dialogo tra i grillini e il Pd si è sicuramente intensificato dalla caduta di Cabella. Ma se questo dialogo si trasformerà in una coalizione elettorale a sostegno di un unico candidato, è presto per dirlo.
Una persona con cui destra e sinistra dovranno fare i conti sarà sicuramente Costanzo Cuccuru, che è passato ad Azione di Carlo Calenda e ne è coordinatore cittadino. Obbiettivo primario di Cuccuru sarà sicuramente quello di danneggiare la Lega e il centro destra, con cui ha il conto aperto per il suo licenziamento da Assessore. Possibile vedere anche Azione a sostegno del candidato del centro sinistra?
In casa Dem i nomi che si fanno per la carica di primo cittadino sono quelli ormai noti di Rocchino Muliere e di Simone Tedeschi. In assenza di altri nomi (cosa da non dare per scontata) da questo dibattito si può uscire in due modi: con una “resa dei conti” all’interno del partito, oppure con quello strumento che il Partito Democratico ha messo nel suo statuto, le primarie.
Ma ci sono primarie e Primarie. Le prime sono quelle di partito, le seconde quelle di coalizione. Della coalizione del cento sinistra fanno parte anche Articolo Uno, Moderati, 20 x Novi, Socialisti. Un allargamento della coalizione al Movimento 5 stelle potrebbe vedere scendere in campo, per le primarie del centro sinistra, di un loro nome.
Comunque vadano le primarie, sono uno strumento democratico che dà la parola ai cittadini: spesso riservano sorprese, magari non gradite ai partiti stessi che le promuovono, ma alla fine il candidato scelto diventa quasi sempre Sindaco.
Per riassumere, gli scenari probabili al momento sono due. Nel primo, lo scontro è tra il candidato del centro destra sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia contro quello del centro sinistra, sostenuto dalla coalizione dei Democratici per Novi, quello del Movimento 5 stelle e quello di Azione, con le incognite della discesa in campo di Vanja e di Marco Bertoli. Facile prevedere un ballottaggio tra centro sinistra e centro destra, con qualche difficoltà in più per la destra nel chiedere i voti a Azione e M5S.
Nel secondo scenario, si dà vita ad una coalizione contro la destra formata dai Democratici per Novi, Azione e il Movimento 5 stelle. Una sorta di Alleanza Popolare contro la destra al potere, che numeri alla mano avrebbe facile vittoria. Domenica scorsa, una alleanza di questo tipo a Novi avrebbe raccolto oltre il 48% dei voti. Ma qui, probabilmente, siamo nel campo della fantascienza anche se, si sa, la politica è l’arte del possibile.
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Un commento su “Prossima fermata: elezioni amministrative. Scende in campo Vanja? E gli altri che fanno?”
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definire “alleanza POPOLARE” un partito con dentro renzi e calenda è decisamente un ossimoro. Aspetterei di vedere cosa fanno lorsignori. Anche perchè IERI proprio loro hanno giurato che saranno al fianco della meloni per stravolgere la Costituzione della repubblica Italiana.
Chiamatela “alleanza GELLIANA”.