Il Giro, gira alla larga da Novi

È ormai ufficiale: l’undicesima tappa del 106° Giro d’Italia partirà il 17 maggio 2023 da Camaiore, in Toscana, e farà tappa a Tortona per festeggiare Fausto Coppi e Costante Girardengo, in occasione dei settant’anni dall’ultimo dei cinque Giri d’Italia vinti dall’Airone e ad un secolo dal secondo trionfo di Costante Girardengo. 

Tuttavia, dalla Città dei Campionissimi il “Giro” girerà alla larga (si scusi il bisticcio di parole, ma è efficace). La corsa ciclistica transiterà intorno a Novi e ne lambirà soltanto i confini; entrerà in provincia di Alessandria, proveniente dalla Toscana, toccherà dapprima Voltaggio, poi Gavi, Serravalle Scrivia, si dirigerà a Cassano Spinola, quindi a Villalvernia, per approdare, infine, al traguardo di tappa nella antica Derthona.

Va ricordato che non esiste alcun “diritto prelazione” di Novi su altri territori per quanto riguarda il ciclismo e le gare ad esso dedicate; si rammenta, tuttavia, l’arrivo di tappa nell’anno 2019 (richiesto ed ottenuto da “quelli che c’erano prima”) e, considerato che la tappa è dedicata ai due Campionissimi, forse almeno un passaggio in città, o – si azzarda – addirittura un traguardo volante, per esempio davanti al Museo a loro dedicato, poteva essere preso in considerazione.

Per tali iniziative, però, si rende necessario “stare sul pezzo”, come si dice; ovvero, conoscendo un poco di storia cittadina, proporsi in tempo, e, come si faceva a scuola, alzare la mano e chiedere la parola. 

Si aggiunge, per amor di cronaca, che il prossimo anno è anche il 130° anniversario della nascita a Novi (sì, sì, proprio a Novi) dell’“Omino”, alias Costante Girardengo, figura non certo marginale, e non solo per la storia ciclistica della città. Quindi, una candidatura di Novi per accogliere almeno un passaggio dei ciclisti o un traguardo volante, poteva davvero essere prevista.

Si può capire – certo non condividere – che i paladini della destra novese volessero cancellare quanto era stato fatto prima, ma il ciclismo, lo si ricorda a futura memoria, è nato a Novi a fine Ottocento ed è cresciuto per volontà di tutti i cittadini, politicamente schierati al centro, a destra o a sinistra. Così, perché si sappia.

Chi se ne intende sostiene che le candidature per il “Giro”, così come per altre competizioni (quali la “Gran Fondo Dolci Terre di Novi”, che portava in città migliaia di persone) debbono essere avanzate in tempo utile, un anno per l’altro. È sufficiente scorrere i siti internet e “scoprire” che numerose località avevano proposto la propria candidatura molto tempo prima per il prossimo anno; non è dato sapere se il Comune di Novi, in allora regnante la giunta Cabella, avesse presentato una qualche candidatura in tal senso. Certa è, invece, la decisione degli organizzatori: del “Giro”, a Novi non si vedrà nemmeno l’ombra.

Nei tre anni passati – che, fortunatamente, ci siamo lasciati alle spalle – i nostri “Campionissimi” e le gare ciclistiche sembrano essere stati dimenticati.

Non si vuole continuare ad infierire, ma si ricorda, ad esempio, che la partenza del Giro dell’Appennino, da ben tre anni – ovvero nel periodo in cui ha regnato a Novi il centro-destra – è stata trasferita a Pasturana. Sarà un caso …

E non si può scordare che, nel 2020, la terza tappa del Giro d’Italia femminile era partita da Casale Monferrato diretta ad Alessandria, da cui aveva raggiunto Acqui Terme, per poi approdare ad Ovada, dov’era il traguardo. Anche allora Novi era stata, ciclisticamente, circumnavigata. Sarà stato un altro caso …

Per non parlare, inoltre, della “corsa” per eccellenza, la Milano-Sanremo, che, nel 2020, è stata deviata altrove, nel silenzio roboante della Giunta comunale, che, successivamente, aveva espresso una postuma protesta (forse perché non aveva saputo della deviazione in atto…). Fortunatamente gli organizzatori della gara, nella edizione successiva, erano tornati sui loro passi.

Le manifestazioni ciclistiche promosse nel tempo da “quelli che c’erano prima” non erano organizzate semplicemente per amore dello sport su due ruote e per celebrare i nostri campioni del ciclismo, ma anche perché portavano migliaia di persone (i turisti!) in città, con evidente riscontro positivo sull’economia novese. Migliaia di persone che, invece, non si sono viste salire sulla ruota panoramica appositamente allestita per i turisti e che, anzi, proprio per carenza dei turisti medesimi, ha anticipatamente “impagliato i tondi” verso lidi più fruttuosi. 

Un altro caso.

Di tutto ciò si può incolpare il destino crudele (ma la pandemia non c’entra); forse, la responsabilità di questo decadimento sportivo (“Si può dire decadimento?” Chiederebbe la signora Coriandoli) – si ripete, forse – è da attribuire alla poca intraprendenza della allora Giunta Cabella, nonché dell’allora Assessore allo Sport e al Turismo, apparentemente più interessato alle lenzuolate lungo via Girardengo (da non confondersi con il ciclista, N.d.R.) per le Fiere di Cambio.

Il tema dello sport in generale, come è noto, è stato, fin dal suo primo insediamento, una spina nel fianco della Giunta Cabella. Quasi che tutti gli sportivi fossero facinorosi.

Ci si rende conto che anche il prossimo anniversario della nascita di Costante Girardengo può essere sfuggito a chi doveva candidare Novi ad una iniziativa – una qualsiasi! – legata al Giro d’Italia 2023. 

La memoria, talora, fa brutti scherzi … come nello scorso mese di maggio, quando, sempre regnanti l’allora Giunta Cabella e l’Assessore allo Sport e al Turismo, non ci si era ricordati del centesimo anniversario dello scudetto vinto dalla U.S. Novese nel campionato nazionale di calcio. Tardivamente si era poi annunciata la distribuzione ai negozi di un gagliardetto per ricordare l’anniversario, tuttavia di quel vessillo non si è vista nemmeno l’ombra; di conseguenza non si sono viste, come per la ruota panoramica, frotte di turisti davanti alle vetrine dei negozi ad ammirare la grande e tardiva intuizione dell’allora Assessore allo Sport e, si rimarca, al Turismo. 

A proposito di intuizioni: c’è stato anche chi (il nipote dell’allora Sindaco) aveva proposto di intitolare una piazza all’U.S. Novese. Purtroppo per lui, una piazza era già stata intitolata alla squadra novese dagli anni ’90 del Novecento, operazione realizzata da “quelli che c’erano prima” … ma prima, prima.

Toksoz go home

La vicenda della Pernigotti sembra essere giunta ad una soluzione positiva: la proprietà turca, finalmente, se ne è andata. Il grande striscione posto sui cancelli della fabbrica dai lavoratori con la scritta “Toksoz go home” può essere riposto in naftalina. In gran parte è merito dei lavoratori se l’azienda potrà rinascere: con tanti sacrifici, hanno resistito a lungo. Una resistenza, talora, solitaria: si ricorda la iniziale dichiarazione del Sindaco Cabella, il quale sosteneva che il Comune, non avendo poteri specifici, non poteva agire in merito. Neppure i lavoratori avevano un potere sancito dalle leggi, però hanno resistito e hanno vinto.

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