Si può realizzare un documentario a impatto zero? Si, e “Lungo il futuro del Po” ne è la dimostrazione. “Diventa un dovere quando si vogliono affrontare i temi dell’ecologia, dell’ambiente e della crisi climatica” commentano i registi Gian Luca Gasca e Giacomo Piumatti.
Il documentario sarà presentato venerdì 11 novembre alle ore 21 presso il palazzo comunale di Silvano d’Orba, in piazza Battisti 25. Ingresso gratuito.
“Lungo il futuro del Po” è la storia di un viaggio sostenibile alla scoperta del più lungo fiume d’Italia che da Pian del Re, ai piedi del Monviso, si distende come un serpente tortuoso bagnando la pianura padana per 652 chilometri. Attraversa quattro Regioni e unisce un’infinità di popolazioni che da secoli vivono sulle sue sponde. Le sfaccettature di queste genti costituiscono i tasselli di un mosaico che dona al correre del fiume una storia e un’umanità, quasi fosse personificazione di un Paese. Persone, incontri, capaci di raccontare passato, presente e futuro della vita sulle sponde del fiume, di un fiume che ha permesso alla pianura di fiorire. Ecco allora che nasce “Lungo il futuro del Po”, un docufilm che cerca di raccontare gli accadimenti che interessano il fiume con piene e secche sempre più frequenti.
L’idea viene a Gian Luca, viaggiatore e scrittore di montagna, nell’estate 2017 quando la pietra con su scritto “Qui nasce il Po” è rimasta a secco. “L’obiettivo era quello di ripercorrere il corso del Po per raccontarlo attraverso la chiave del cambiamento climatico. Negli ultimi anni il fiume più lungo d’Italia ha sofferto le poche precipitazioni estive e le scarse riserve invernali. Nell’estate 2017 ha destato grande attenzione mediatica il fatto che la sua sorgente fosse in secca. Per la prima volta, da quando la storia ricorda, sotto la pietra con la scritta “Qui nasce il Po” non c’era alcun rivolo d’acqua. Sono salito anche io per osservare il fenomeno, rimanendo vagamente inquietato da quell’accadimento. Forse è lì che ho maturato l’idea di seguirne il corso per scoprirne qualcosa in più. Per andare oltre le autunnali memorie d’infanzia che vedevano puntualmente il fiume invadere la casa dove sono cresciuto, a ogni pioggia”.
Un documentario a impatto zero
Il film, interamente realizzato a impatto zero, ha visto Gian Luca e Giacomo, filmaker dietro la camera, pedalare dalla sorgente alla foce del Po nei primi giorni dell’autunno. Sulle orme di Mario Soldati, e successivamente di Paolo Rumiz, i due reporter si sono messi in sella con telecamere e penna nello scopo di creare un documentario che fosse ecosostenibile in tutte le sue fasi di realizzazione. Nessun mezzo a supporto, nessun mezzo a motore, solo bici, copertoni e una linea tortuosa da seguire inseguendo storie, accadimenti e gli incontri magici che solo il viaggio sa creare. “Pensiamo sia obbligatorio, quando si vuole narrare una storia legata all’ambiente e alla crisi climatica, cercare di farlo nel modo meno impattante possibile. Sarebbe ipocrita rac- contare un problema contribuendo al problema stesso”.
Lungo il futuro del Po
Il tema che accompagna il viaggio è quello del futuro del Po visto come sentinella del cambia- mento climatico in atto. Uomini e donne che vivono sul fiume, e del fiume, ci accompagnano alla sua scoperta attraverso digressioni storiche e analisi del presente. L’unico modo per comprendere come il passato abbia influenzato l’oggi e come il presente sia fondamentale per invertire la rotta del domani.
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