Tangenzialina, ecco come sono andate le cose

Novi Ligure, 8 aprile 2019. Nella sala di rappresentanza del comune Rete Ferroviaria Italiana SpA (Rfi) presenta ai novesi, con il sindaco Rocchino Muliere, il progetto della”tangenzialina” di Novi, che dovrà collegare Novi e Pozzolo passando da strada Castelgazzo. Un progetto compreso nelle opere per migliorare la permeabilità della città finanziata grazie ai lavori del terzo valico. 

Nel 2019 il complesso delle opere vale circa 22 milioni di euro, a carico delle ferrovie dello stato. Oltre alla nuova “tangenzialina”, prevede anche la realizzazione di una rotatoria in piazza XX Settembre, la sistemazione del sottopasso di via Verdi e il prolungamento del sottopassaggio della stazione verso vicolo Ghiara. Viene firmata la Convenzione tra Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., Provincia di Alessandria e Comune di Novi Ligure, con la quale Rfi si impegna a progettare ed eseguire interventi sulle linee storiche. L’accordo prevede che progettazione delle opere compensative sia effettuata da RFI stessa. 

Ma di lavori a Novi non se ne vedono, non vengono neppure presentati i progetti che Rfi doveva fare. La nuova amministrazione di centro destra ha nuove priorità. Il 13 settembre 2019 calano a Roma il Sindaco Gian Paolo Cabella e l’Assessore alla Viabilità Marisa Franco, per un incontro l’Amministratore Delegato di Rfi Maurizio Gentile. I due amministratori chiedono che venga ripristinato il vecchio progetto di linea del terzo valico, con lo shunt nella campagna del basso Pieve. Gentile risponde picche. “Stante lo stato attuale di avanzamento dei lavori nelle opere previste nella zona di competenza territoriale di Novi Ligure” tornare indietro non è possibile. 

Al ritorno a Novi con le pive ne sacco, Cabella e Franco spiegano di aver proposto “la realizzazione di un nuovo tracciato che si integri con il progetto, ormai condiviso e dal quale tecnicamente e amministrativamente non è possibile tornare indietro, del Terzo Valico dei Giovi, permettendo ad alcune categorie di trasporti di bypassare il centro abitato unendo così le esigenze dell’opera e quelle dei cittadini”. In sintesi, da un lato l’amministrazione di centro sinistra aveva chiesto e ottenuto di eliminare lo shunt “salvando” il territorio novese da 7 km di linea ferroviaria ed evitando che venisse bypassato lo scalo di San Bovo, e dall’altro il centro destra aveva chiesto in campagna elettorale di mantenere il tracciato originario, eliminando la linea ferroviaria in centro città e sostando la stazione in periferia. Cabella e Franco tirano fuori il coniglio dal cilindro: teniamo la linea storica, ma facciamo anche la linea nuova.

Forse, se invece di vagheggiare di nuove linee, avessero chiesto in quel settembre di tre anni fa a Gentile di accelerare i lavori delle opere compensative di permeabilità, ora non saremmo qui a far i conti con l’aumento dei costi delle materie prime. 

Ad ora, la tangenzialina rimane solo sulla carta e c’è il rischio che vi rimanga per sempre. 

Tre anni dopo la firma dell’accordo, il 5 aprile 2022, al consiglio comunale viene presentata un interpellanza a firma del gruppo consigliare dei Democratici per Novi e del Movimento 5 Stelle. I consiglieri di opposizione chiedono al Sindaco di “conoscere a che punto sia l’elaborazione del progetto definitivo da parte di RFI e se l’Amministrazione Comunale abbia contezza, alla luce di questo grave ritardo e del forte aumento dei costi, di quale sia la previsione di spesa per la realizzazione della tangenziale”.

Nell’interpellanza è chiara e lancia l’allarme: dopo 3 anni non è ancora stato presentato il progetto definitivo, che permette di avviare la conferenza dei servizi e successivamente il bando di gara per la realizzazione dell’opera. Il Consiglio Comunale, lamentano i consiglieri di opposizione, non ha ricevuto nessuna informazione circa lo stato di fatto del progetto. 

I consiglieri fanno notare che “nell’ultimo anno vi è stato un considerevole aumento dei prezzi delle materie prime portando a un inevitabile innalzamento dei costi di realizzazione di nuove infrastrutture”.

Il 30 giugno la “grande fuga” dal consiglio comunale fa cadere la giunta e al posto di Cabella arriva il commissario Paolo Ponta

Ultimo atto, 25 ottobre 2022. Il commissario Ponta approva una delibera in cui mette nero su bianco che i costi sono aumentati, come aveva previsto l’opposizione: da 22 a 31 milioni, mancano all’appello 9.522.745 euro. Dove prendere questi soldi? Il commissario scrive che si attiverà affinché i maggiori costi siano prioritariamente coperti da ulteriori finanziamenti statali o di Rfi. Il comune, si adopererà, in ogni caso, al reperimento delle risorse necessarie alla copertura dei maggiori costi progettuali mediante la partecipazione a eventuali bandi, anche Pnrr, nonché attivandosi presso Enti e Fondazioni.

Sintesi? Un progetto di cui si parla da 20 anni, e che tre anni fa sembrava in procinto di partire, si è fermato nei tre anni di giunta Cabella. Ora i costi sono molto più alti, e quindi mancano i soldi. La tangenzialina e le altre opere resteranno solo un sogno nel cassetto per Novi Ligure? Speriamo di no. Dopo i 5 milioni delle opere compensative date ad Alessandria per fare il ponte sul Bormida, per Novi sarebbe davvero la beffa finale. 

Per saperne di più: ecco i disegni delle opere compensative predisposti da Rfi http://www.comune.noviligure.al.it/upload/noviligure_ecm8/gestionedocumentale/Progetti_784_29715.pdf

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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