La scorsa settimana l’organismo cittadino del Partito Democratico si è riunito per discutere come arrivare a scegliere il candidato del centrosinistra novese per le prossime elezioni.
Non è bastata una sola sera. A mezzanotte avevano parlato metà di coloro che ne avevano fatto richiesta, la sera dopo si è arrivati all’una di notte.
Durante il dibattito si è reso evidente come la questione non fosse solo il come ma anche chi. Tedeschi o Muliere?
Ricordate quando “tutto in streaming” era una delle stelle splendenti del Movimento 5 stelle? Tanto da costringere prima Bersani poi Letta a trasmettere in diretta persino le trattative per la formazione del nuovo Governo? Bene, avrei voluto che il nostro dibattito interno fosse ripreso dalle telecamere e reso pubblico.
Decine di interventi hanno reso onore alla politica, per il loro spessore, per la loro onestà, per la lealtà degli autori. Il mio può sembrare un esercizio retorico, apologetico. Non è così. Chi mi segue sa che non lesino critiche e non ho peli sulla lingua. Certo più espresse all’interno che pubblicamente. Ma che volete, vengo dalla vecchia scuola del Partito Comunista e certe abitudini non si perdono facilmente.
Per l’occasione mi sono rammentato di un episodio lontano nel tempo.
Era il ’75 ed io un giovanissimo consigliere comunale del PCI. Il direttivo novese doveva scegliere i componenti della giusta comunale. Qualcuno avanzò la proposta di Gianni Fontana, scomparso qualche hanno fa. Chi lo ha conosciuto sa bene del suo valore e della sua modestia. Egli si oppose sostenendo che al suo posto sarebbe stato meglio scegliere Gianni Bellasera, altro magnifico personaggio del movimento operaio novese, anche lui scomparso. Secondo lui questi era dotato di maggiori capacità e prestigio. Bellasera insisteva invece per Fontana, perchè oltre alle sue qualità sarebbe stata una figura nuova nel panorama amministrativo. Oro puro. Altri tempi.
No, Muliere e Tedeschi non hanno insistito per lasciare il posto all’altro, ma nei loro interventi, di alto profilo teorico ed etico, hanno insistito ognuno sulle qualità dell’altro. L’altro non è mai stato un nemico, ma nemmeno un avversario, semmai sempre una opportunità, chiamando noi a riflettere su chi dei due possa essere il più funzionale all’impresa di riportare a sinistra l’amministrazione novese.
Così pure i loro rispettivi sostenitori con altrettanta lealtà e cognizione si sono confrontati.
Non è facile oggi trovare un dibattito politico di questa portata. L’ho voluto scrivere proprio per questo, perché la ritengo, ahimè, una notizia. Lo so che vanno maggiormente di moda le critiche, le notizie negative. Ma ciò che ho raccontato è la pura verità. Mi sono sentito contemporaneamente fiero e rassicurato. Ha parlato con un amico di quelle serate, mi ha detto con un pizzico di scetticismo: siete tutti puri? Giureresti che nessuno abbia la volpe sotto le ascelle?
No, non posso giurarlo, perché non scruto l’animo umano. Ma lì si è visto che almeno una quindicina di persone, non giovanissimi, ma ancora giovani, sono capaci di portare a Novi cultura politica e vigore appassionato.
Non mi abbandono a facili ottimismi, ma la squadra mi sembra forte e unita e ce la farà.
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