Ricordare il giorno della memoria, che rappresenta l’orrore più crudele della storia dell’umanità, la Shoah, il massacro sistemico del popolo ebraico, è necessario e doveroso. Bene ha fatto il parlamento Italiano ha stabilirlo per legge affinché la vergogna del genere umano non svanisca nell’oblio del tempo.
Purtroppo non è così, è una ricorrenza che con belle parole, commoventi discorsi ci ripromettiamo che non si debba più ripetere. Sono comportamenti lodevoli ma è come lavarsi un poco la coscienza. Il fatto che l’ha compiuto la razza germanica è un particolare secondario. Qualsiasi altra etnia, di fronte a situazioni contingenti, non esita a ricorrere a forme di brutale crudeltà, pur di far prevalere, la forma più degradante dell’egoismo umano. La guerra è soprattutto una pazzia collettiva nella quale ogni forma di pietà diventa un optional.
La storia è piena di massacri di inaudita crudeltà, sta a ricordare che la follia non si è arrestata di fronte a nessuna ragione e la pietà non ha risparmiato nessun popolo, sia nel farla che nel subirla. Le conquiste e gli imperi del passato si sono alternati con sistematiche distruzioni e stermino di massa, nel modo più efferato. Oggi consideriamo la civiltà occidentale la più progredita , per la forma di governo democratico che dovrebbe salvaguardare da commettere gli stessi orrori.
Purtroppo non è così, la nazione guida di questo emisfero democratico e civile, deve il suo potere allo sterminio dei nativi per sottrargli il territorio, in numeri talmente enormi da superare le vittime di tutta la seconda guerra mondiale. Attualmente sono presenti con truppe e armamenti in gran parte delle nazioni, sempre pronti con il dito sul grilletto, naturalmente per garantire la pace?
E che dire del popolo ebraico, al quale è dedicato la giornata del ricordo affinché nessuno dimentichi l’olocaustico che hanno subito. Eppure loro stessi non dimostrano di avere assimilato gli insegnamenti contro gli orrori nonostante le atrocità subite. Non riescono a superare l’aspetto umano della condizione della vita che imprimono a un popolo sottomesso e costretto a vivere in modo disumano, eppure anche quelli soffrono disperatamente come soffrivano loro.
Con tali aspetti si vuole mettere in evidenza che la crudeltà non è un’esclusiva di una razza , di un popolo o di un periodo, ma è una caratteristica del soggetto umano in relazione alle proprie convenienze del momento. Oggi siamo sul crinale di una guerra che gli strateghi, i grandi cervelloni, stanno indirizzando verso una direzione che è talmente spaventoso che fa paura perfino nominarlo “l’olocaustico nucleare”
Tutti fanno affidamento sul buon senso dell’altro: “non avrà mai il coraggio di schiacciare il bottone rosso”, giocano d’azzardo come se fosse una partita a poker. Fanno a gara a gettare benzina sul fuoco alzando l’asticella del rischio, anziché munirsi di copiosi ed efficaci estintori. Non tenendo conto della deficienza umana nella quale sono inseriti squilibrati sempre pronti per il peggio. Già di per sé c’è da chiedersi se questi strateghi di guerre, il buon senso lo hanno dimenticato nella culla, creando le condizioni del conflitto? Intanto i massacri continuano con carneficine che la propaganda manipola per la propria convenienza.
Parlano di diritti, di violazioni e chi più ne ha ne metta, mentre la verità e una sola è molto semplice : dietro alle parole di principi e di diritti ci sono gli egoistici interessi economici e di potere, il resto è solo propaganda utile all’indottrinamento, con la quale dai secoli dei secoli ci massacriamo. Se un popolo come il nostro nel cuore della civiltà mondiale, che ripudia la guerra, arriva a voler far parlare nel festival della canzone più famosa un guerrafondaio, allora è l’ottusità che dilaga.
Oh! che ricordare il giorno della memoria!
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