Radio scarpa

Era l’autunno scorso e il segretario della Lega d’ Neuve, infervorato per entusiasmo giovanile e desiderio di apparire, annunciava che, entro il mese di novembre – dopo la degustazione dee Bibèin da Fera incù a mustòrda – sarebbe stato annunciato il candidato alla carica di Sindaco del centro-destra per le prossime elezioni comunali. 

Forse, come i napoletani che ogni 19 settembre sperano nel miracolo di San Gennaro, il giovin segretario sperava in quello di Santa Caterina; eppure, trascorsa la Fiera, nessun miracolo era avvenuto. E, come si dice sempre a Napoli, “passata la festa, gabbato lo Santo”. 

La fretta, si sa, è cattiva consigliera; il nostro, o, meglio, il loro, non era nuovo agli annunci smentiti dai fatti. Si ricordano, ad esempio, i ripetuti comunicati in merito all’approvazione del Bilancio di previsione comunale 2022, di cui, all’epoca, aveva assunto la responsabilità: approvazione rinviata da un mese all’altro, a partire dal dicembre 2021 fino al 30 giugno 2022, prima della rovinosa débâcle del giorno successivo. Il suo “magnifico” bilancio, non fu mai approvato.

A seguire, tutti (o quasi) hanno sperato in Babbo Natale; tuttavia, la mattina del 25 dicembre il giovine non ha trovato sotto l’albero la lieta novella; né tantomeno la Befana gli ha portato qualcosa di buono, ma solo carbone, nero, nero, e non era dolce.

Radio Scarpa sostiene che nel centro-destra la matassa non sia facile da dipanare. I leghisti, pur avendo più che dimezzato a Novi i consensi – da poco oltre il 30% del 2019 al poco meno del 12% del 2022, vorrebbero mantenere la eventuale (leggasi eventuale) guida della città. Se è pur vero che le elezioni amministrative non sono paragonabili a quelle politiche, è altrettanto vero che chi ha amministrato bene, solitamente, alle politiche conserva i voti ottenuti. Se non si ricorda male, la Giunta comunale decaduta con gran tonfo era a guida leghista, con forte presenza parentale. 

È peraltro vero che i loro cugini Fratelli d’Italia, sempre a Novi, alle amministrative 2019 non avevano raggiunto il 4% dei consensi, mentre alle politiche dello scorso anno avevano ottenuto quasi il 24% dei voti, mentre Forza Italia, tra elezioni politiche ed amministrative, era rimasta sostanzialmente stabile nel consenso elettorale.

Sempre Radio Scarpa sostiene che i leghisti vorrebbero replicare l’esperimento, cercando di mantenere – elettori permettendo – la guida dell’Amministrazione comunale. A tal guisa pare ci siano persone in stand by: talune che amano indossare la fascia, talaltre a cui piacerebbe portare la stessa e che sostano in stand by, sul pianerottolo, da almeno tre anni, e terze che aspirano ad assurgere al “trono” sindacale.

Dall’altro canto i Fratelli d’Italia rivendicano il primato elettorale e vogliono un loro adepto a concorrere alla più alta carica cittadina. Di certo non sarebbe l’uomo dal dito medio alzato, eletto nel 2019 nelle liste leghiste e poi trasvolato verso il vecchio amore Fratelli d’Italia. Recenti indicazioni di stampa parlano di un professionista, ora dipendente di un ente pubblico provinciale, candidato a Sindaco per il centro-destra; ma la notizia non è ufficiale, anzi, si vocifera sia stata fatta diabolicamente filtrare ad arte, per bruciare tale candidatura. Come si dice: “si entra Papa in conclave, ma si esce Cardinale”.

Nella battaglia interna al centro destra, c’è anche un terzo incomodo: il Mungitore, ormai silente da mesi, il quale potrebbe entrare nella scuderia di Fratelli d’Italia, portando in dote il suo pacchetto di voti. In effetti questo partito – dato accertato – manca nel ricco curriculum-vitae del suddetto; proprio come accadeva un tempo tra bambini in procinto di scambiarsi le figurine, che, sfogliando il mazzetto di quelle dei calciatori, dicevano: “Celo celo, manca, manca”

Colui che sussurrava alle mucche, si sa, è ormai inviso ai leghisti novesi, e non da oggi, spesso accusato di essere l’artefice della rovinosa caduta della Giunta Cabella, in perenne conflitto con l’allora Segretario della Lega, nonché nipote dell’allora Sindaco, già a partire dal giorno dopo le elezioni del 2019. Il rischio che attualmente corre il Mungitore è di rimanere con il cerino in mano; c’è però chi rassicura, poiché, come i camaleonti, potrebbe cambiare ancora “giacchetta”, spostandosi al centro.

Forza Italia, invece, pare possedere più di una stella, di ambo i sessi, da mettere a disposizione; parrebbe però che gli azzurri, come nel romanzo di Cronin, siano destinati solo a guardarle, le stelle ...

I tempi stringono. Vedremo anche cosa accadrà di tutte quelle liste, alcune un po’ improvvisate, annunciate roboantemente, con tanto di ricaduta sui media locali. Chissà, forse potrebbero esserci ancora ripensamenti.

Gli schieramenti, al momento, non sono chiari; si dice che il centro-sinistra porterà alla candidatura di Sindaco un tandem composto da Muliere e Tedeschi. Come ebbe a dire Stefano Benni in occasione dell’elezione di Papa Giovanni Paolo I: “Habemus papam … anzi duem”.

Silenzio stampa

Sono trascorse ormai due settimane dalla dichiarazione del fallimento del Consorzio Intercomunale Trasporti (CIT), ovvero, giorno più, giorno meno, una quindicina di giorni. Da coloro che “gli altri volevano far fallire il CIT e noi l’abbiamo salvato” (ovvero, per chi si fosse messo in ascolto in questo momento, i leghisti e i loro alleati), nessuna nuova. 
Ci si perdoni se si prende a prestito da Pablo Neruda il titolo di una poesia: “Mi piaci quando taci perché sei come assente”.

Il Malalingua

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Un commento su “Radio scarpa

  1. Esito più che scontato per il CIT, ad onta degli attacchi subiti a nostro danno.
    Il tempo è galantuomo.

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