Il centro-sinistra, lunedì scorso, ha ufficializzato la coalizione che si presenterà alle prossime elezioni comunali; un primo incontro, è stato detto, in una zona periferica della città, a cui ne seguiranno altri per ascoltare i cittadini e costruire con loro il programma elettorale.
Della coalizione fanno parte i 20xNovi, in un primo tempo riluttanti, che sono tornati all’ovile (non è dato sapere se sia stato sacrificato l’agnello).
La coalizione è formata da diverse forze politiche: Partito Democratico, 20xNovi, Socialisti Italiani, Articolo Uno, Possibile, Moderati e Verdi; ma, a quanto pare, nelle prossime settimane potrebbero aggiungersi importanti novità, quali ad esempio l’ingresso di almeno una lista civica, formata da persone fino ad oggi estranee alla politica novese, le quali, senza alcun spirito di rivincita, intendono contribuire a risollevare le sorti di Novi dopo la disastrosa esperienza dell’amministrazione di centro destra.
Tale fermento si potrebbe sintetizzare in: argajemse e mànghe!
Radio Scarpa sussurra che tra costoro potrebbe palesarsi, addirittura, qualche deluso del centro-destra… eventualità che, al momento, sembra priva di fondamento. Si vedrà.
La notizia circolava già da giorni, ma lunedì, ufficialmente, sono stati comunicati i nomi delle persone designate dal centro-sinistra a guidare la coalizione: Rocchino Muliere e Simone Tedeschi, candidati, rispettivamente, alle cariche di Sindaco e Vice-Sindaco.
Un “tandem”, come è stato definito (d’altro canto ci troviamo nella città del ciclismo …). Si tratta di due figure non certo nuove alla politica amministrativa cittadina, già definite da qualcuno “l’usato sicuro”.Prosaicamente, la definizione di tandem appare più che opportuna, poiché, dopo il disastro dei tre anni trascorsi, la strada per risollevare le sorti di Novi appare essere una irta salita piena di ostacoli e, si sa, in due si pedala meglio.
Tutti i nodi vengono al pettine
Invece, al momento, la situazione delle altre liste cittadine (o presunte tali) appare magmatica. Ad esempio, nulla si è più saputo di quelle, più o meno fantasiose, annunciate dopo il temporale estivo; non si conoscono le sorti di quella sfornata come un cannolo (saranno forse impazzite le uova durante la preparazione dello zabaione), né di altre si sanno notizie, ad esempio di quella alla ricerca di visibilità, ormai appannata, da ondivaghi passaggi da una forza politica all’altra; ma, si sa, la pubblicità è l’anima del commercio.
Nel centro-destra, appunto, la situazione sembrava sempre magmatica: si attendeva, da un momento all’altro, la colata lavica.
La scorsa settimana c’era stato un tentativo, operato dal partito provinciale di Fratelli d’Italia, di rimettere le cose a posto, in forza della … “ragion di stato”, ovvero dell’interesse superiore a combattere uniti una battaglia elettorale che si presenta ardua e difficile; per la serie “Parigi val bene una messa”, ovvero vale la pena sacrificarsi per ottenere un alto scopo. Il sacrificio sarebbe stato, soprattutto per i leghisti, ex Segretario in testa, nell’accettare la candidatura del Mungitore nelle liste dei Fratelli, anelando, aspirando, ambendo, ad un risultato superiore.
A molti commentatori l’uscita era parsa essere non tanto l’estremo tentativo di salvare capra e cavoli, bensì un modo elegante per rimarcare la responsabilità della rottura esclusivamente alla compagine leghista, forse per motivi considerati futili dai Fratelli. Invece gli azzurri di Forza Italia, per bocca del loro coordinatore, parevano disposti ad ingoiare il rospo Bertoli (costui non si inalberi dell’attributo: anche se inelegante, rende bene la situazione). Tuttavia non era dato sapere se tutti gli azzurri la pensavano alla stessa maniera.
Se la tromba dei Fratelli aveva squillato in tal senso, poco dopo si era udito lo squillo del giovin segretario leghista, che, a scanso di equivoci, affermava: “la segreteria locale della Lega, in totale accordo con quella provinciale, ritiene impossibile ogni tipo di alleanza con chi è stato complice della caduta della prima amministrazione di centrodestra nella storia di Novi”. (N.B.: il carattere grassettato è una licenza poetica di Malalingua). E ha così assunto, di fatto, la responsabilità della rottura alla Lega.
Infine con un comunicato di un paio di giorni fa, Fratelli d’Italia, a livello provinciale, comunicava di aver deciso all’unanimità “la confluenza dell’ex consigliere Marco Bertoli e del gruppo civico riunito intorno alla sua persona nella costituenda lista di FdI”.
Palla al centro.
Ma c’è di più. Le voci si rincorrevano tra le contrade novesi (cuntraròti compresi) e giungeva notizia di altri movimenti pseudo misteriosi.
Proprio mentre Costanzo Cuccuru, coordinatore di Azione e alleato di Italia Viva, dichiarava ad un quotidiano che il Terzo Polo (ormai privato dei 20xNovi) è equidistante dalle due maggiori coalizioni, in città giravano voci su contatti tenuti dall’ex Presidente del Consiglio comunale (risorto come Lazzaro, dopo mesi di silenzio), insieme all’ex Segretario leghista, con non meglio identificati vertici provinciali (non novesi) del Terzo Polo stesso, per tentare di costruire una alleanza elettorale.
Insomma: mentre, da una parte, i leghisti litigavano con Fratelli d’Italia, dall’altra esponenti di Lega e Forza Italia provavano ad “annusare” la possibilità di un’alleanza diversa.
Che la voce abbia fondamento è piuttosto evidente, in quanto Cuccuru si è affrettato a smentire decisamente l’ipotesi (e, come diceva Indro Montanelli, una smentita è una notizia data due volte). Evidentemente Cuccuru non ha dimenticato di essere stato cacciato in malo modo dalla Giunta cabelliana e, forse, pensa che la vendetta sia un piatto da servire freddo. Si potrebbe affermare che, per una motivazione o per un’altra, il Mungitore e Cuccuru rappresentino la spina nel fianco della destra, e in particolare, di chi guidava, illo tempore, la diligenza della Lega novese; entrambi, ci si permetta la licenza “poetica”, silurati dal cocchiere.
Come si dice, prima o poi, i nodi vengono al pettine.
Dimissionari
In città non si è ancora placato il clamore in merito alle dimissioni dell’Amministratore delegato di Gestione Ambiente nonostante le dichiarazioni dell’interessato, il quale asserisce di aver ricevuto una interessante proposta, alla quale non ha potuto rispondere negativamente. Con il tempo, forse, se ne saprà di più.
Tradizione vuole che Michelangelo, terminata una scultura, abbia esclamato: «Perché non parli?», percuotendone il ginocchio con il martello impugnato. Si potrebbe tentare un parallelismo con il silenzio che il centro destra novese ha fatto calare sul fallimento del CIT, silenzio che perdura da circa quattro settimane, trentasette giorni, minuto più, minuto meno. Pur se diviso, il centro destra cittadino, sulla questione, pare essere un solo, silenzioso, granitico blocco di marmo; neppure scalfito, sembra.
Il Malalingua
P.S. Curiosi i 5 stelle che chiedono agli altri di rinnovarsi e loro ripresentano la candidata della volta scorsa.
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