Cominciamo dai fatti: lunedì 20 febbraio alle ore 21.00 presso la Casa del Giovane prenderà avvio il Corso di formazione per Volontari in oncologia proposto dall’Associazione IRIS InsiemeRitroviamoIlSenso. Gli incontri, che si snoderanno tra febbraio e aprile, hanno l’obiettivo di formare nuovi volontari che vogliano impegnarsi nel trasporto dei pazienti per le cure, nella distribuzione di presidi sanitari e nella presenza nel Day Hospital Oncologico del nostro ospedale. Il corso è alla sua undicesima edizione in quattordici anni di vita di questa Associazione molto attiva nel nostro territorio, direi molto viva, nonostante parlare di vita possa sembrare un ossimoro se avvicinato al tema del cancro, che è poi l’esperienza che stanno attraversando i pazienti che l’Associazione assiste, insieme naturalmente ai loro familiari. Ma ossimoro non è, poiché è proprio nel momento in cui la minaccia di una malattia potenzialmente mortale arriva a turbare la storia di un individuo, che quest’ultimo tende ad attivare tutte le risorse di vita necessarie non solo a riqualificare ma soprattutto a celebrare la vita stessa. Di conseguenza, neppure il volontariato in questo ambito significa immergersi in un mondo triste e buio, divenendo piuttosto occasione di crescita e ridefinizione dei propri valori esistenziali primariamente nel volontario stesso. Ma soffermiamoci per un attimo sul concreto da cui siamo partiti, sul significato originario, etimologico della parola: “volontario” trova le sue radici nel termine latino “voluntas”, della volontà, che dipende ed è fatto secondo la volontà, il che significa che fare il volontario è una scelta, quella di mettersi in gioco donando agli altri il proprio tempo e le proprie capacità personali. In realtà, però, è molto di più, se andiamo a leggere la Carta dei Valori del Volontariato, nella quale è scritto che “la sua azione (del volontario) […] è diretta a favorire la realizzazione di un mondo migliore”. Obiettivo pretenzioso? Illusorio e utopistico? Vi assicuro di no, poiché ogni gesto fatto per il bene altrui, anche il più trascurabile e che ci può apparire banale, non è che un pezzo del puzzle che compone la formula per un mondo più sano a livello relazionale, nel quale sapere di potersi affidare agli altri con fiducia, ponendosi a propria volta come punti di riferimento. Noi siamo le nostre relazioni, che a loro volta nascono dal rapporto che abbiamo con noi stessi; averne cura non può fare altro che rendere persone migliori noi e il mondo che abitiamo, che per inciso ne ha più bisogno che mai in questo momento dominato dal conflitto, dall’individualismo e dall’incertezza. Il volontariato è condivisione, sostegno reciproco, accompagnamento per un tratto della vita che incontriamo, nella quale si lascia un segno. E non è un aiuto solo concreto: anche se il volontario fa delle cose, presto si rende conto che è l’essere volontario e non il fare a qualificarlo e l’attività di aiuto per l’altro diventa fonte di cambiamento e miglioramento di sè. Una di quelle esperienze “da cui si riceve molto di più di ciò che si dà” (Luciana, volontaria IRIS da dieci anni) e che si comprende nella sua essenza reale sono sperimentandola: “Un giorno una persona molto cara, leggendo dentro di me mi ha detto: perché non fai del volontariato? Aspettavo solo quelle parole e mi sono buttata. Conoscevo IRIS e sapevo che ero nella direzione giusta. Non mi sono sbagliata, nel corso degli anni ho donato il mio tempo a persone con un disagio che conoscevo bene e quel che ne ho ricavato è stato ogni volta un dono prezioso. Venite con noi, vivrete momenti delicati e profondi e quello che entrerà nel vostro cuore vi farà dire: che grande e bellissima esperienza di vita! Vi aspettiamo per condividere insieme le esperienze che in IRIS vivremo” (Simonetta, volontaria IRIS). Le parole e i racconti dei volontari sono proprio quelle che meglio descrivono l’essenza stessa dell’attività di volontariato che IRIS vuole farvi conoscere con questo corso, perché nel volontariato non ci si può improvvisare, pur con tutta la buona volontà e il desiderio di dare una mano a chi ha bisogno e scopo del corso è proprio quello di rendere più qualificati nell’aiuto sapendo tutelare se stessi. Simonetta, Luciana, Giuseppe, Chiara, Michela, Vilma, Severino, Rita, Sonia, Alberto, Anna, Stefania, Alessandro, Marisa, Demetrio, Marinella, Angela, Fortunato, Laura, Marina, Fernando, Mirella, Giacomo, Morena, Paola, Raffaele, Graziella, Paolo, Patrizia, Antonella, Gianfranco, Elena, Donatella, Luigi, Lucia, Claudia, Alessandra, Nadia, Mirella (e mi scuso perché avrò sicuramente dimenticato qualcuno), uomini e donne (di più), giovani e meno giovani (di più), che hanno imparato che “soltanto una vita vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere” (Albert Einstein) ed è questo che vi trasmetteranno durante il corso, parlando di relazione d’aiuto, di aspetti emotivi e concreti del volontariato, di cura di sé e della cura sul nostro territorio, di strategie comunicative, di spiritualità, di famiglia e di rete di sostegno. Venite ad ascoltare anche solo al primo incontro (al fondo tutti i recapiti), l’ingresso è libero e aperto a tutti, male che vada sono certa che apprenderete elementi che comunque vi saranno utili in ogni ambito di vita, anche se decideste di non fare volontariato, perché in fondo una mano si può dare sempre a chi incontriamo ed è qualcosa che fa stare bene, questo sì sempre, senza contare che “invecchiando scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stesso e l’altra per aiutare gli altri” (Audrey Hepburn).
Tel. 345.6307483
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone