Domani, Venerdì 31 marzo, alle ore 20 prima al Carlo Felice de “I Due Foscari”, tragedia lirica in tre atti con Musica di Giuseppe Verdi e Libretto di Francesco Maria Piave, tratto dall’ opera di Byron. Fra gli interpreti Franco Vassallo e Leon Kim nella parte di Francesco Foscari, Fabio Sartori e Giuseppe Gipali in Jacopo Foscari, Angela Meade e Marigona Qerkezi nei panni di Lucrezia Contarini. maestro concertatore e direttore d’orchestra Renato Palumbo, Maestro del coro Carlo Marino Moretti. L’opera verrà replica il 1, 2, 6, 7 e 8 aprile.
Agli inizi degli anni Quaranta dell’Ottocento, Verdi iniziava a comporre un grande numero di opere, ad un ritmo più sostenuto rispetto al periodo precedente. Già conosciuto e relativamente affermato, il compositore aveva allora rappresentato cinque titoli, quattro per il Teatro alla Scala e uno per il Teatro La Fenice. Nel 1844 a marzo andò in scena a Venezia Ernani, appena un mese dopo Verdi si metteva al lavoro per la composizione dei Due Foscari. Iniziava così il periodo che verrà poi chiamato degli ‘anni di galera’, in cui a un’opera seguiva la successiva, per arrivare alla produzione di addirittura due o tre titoli all’anno.
Già con Ernani, Verdi aveva deciso di orientarsi verso soggetti in cui la psicologia dei personaggi era un elemento più centrale e proseguì sulla stessa linea con I due Foscari, scegliendo l’opera teatrale The two Foscari, di Byron, pubblicata nel 1821, un soggetto «delicato ed assai patetico», a cui lavorò con il librettista Francesco Maria Piave. Byron si era ispirato alla figura di Franceso Foscari, doge di Venezia dal 1423 al 1457, riprendendone la storia con qualche modifica minore. Sia il testo di Byron che la versione di Piave vedono centrale il tema del conflitto tra dovere e sentimento.
Ai protagonisti spetta il maggior approfondimento psicologico, a partire da Francesco Foscari, un doge e un padre, impossibilitato a dimostrare l’innocenza del figlio accusato di omicidio, e dunque costretto ad applicare a suo danno la legge. Jacopo dal canto suo è un personaggio che ha qualche tratto dell’eroe romantico decaduto. Legato indissolubilmente alla sua Venezia e alla sua famiglia, ingiustamente accusato, da un lato cerca di tornare, di convincere il padre, di trovare conforto nella speranza di riunirsi alla moglie ai figli; dall’altro è vittima di sentimenti molto negativi e subisce gli eventi attorno a sé senza cercare di determinare in prima persona la propria sorte. Allo stesso modo la moglie, Lucrezia, rimane impotente di fronte alla realtà dei fatti e segue gli sviluppi della trama con crescente disperazione. La controparte a questo trio è la figura antagonista, Jacopo Loredano, consigliere del Consiglio dei Dieci e acerrimo nemico dei Foscari. Questi è determinato a vendicarsi del giovane Foscari, poiché l’omicidio di cui era accusato era quello di due membri della sua famiglia. È di fatto l’unico personaggio in cui non esiste conflitto: lui desidera ardentemente l’esilio di Jacopo e la deposizione di Francesco, agisce di conseguenza, con forza e determinazione, e ottiene una vittoria schiacciante su entrambi.
I protagonisti Francesco, Jacopo e Lucrezia vivono in una dimensione quasi esclusivamente riflessiva, i loro sentimenti sono quindi l’elemento centrale dell’azione. Proprio per sottolineare le tante sfaccettature emotive che vengono rappresentata in scena, l’approccio di Verdi nella trasposizione in musica è stato finalizzato alla ricerca della massima espressività, dal più delicato lirismo dedicato ai sentimenti di nostalgia e speranza, all’implacabile intensità tragica dei momenti più drammatici.
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