Al Carlo Felice in scena la Norma

Andrò in scena dal 2 all’ 11 maggio,( per la precisione 2, 3 6, 10 e 11, tutte alle 20 tranne sabato 6 alle 15) presso il teatro “Carlo Felice” di Genova Norma, tragedia lirica in due atti di Vincenzo Bellini. La composizione di Norma iniziò nel 1831. Bellini lavorò insieme al librettista Felice Romani su un soggetto tragico, Norma, ou L’infanticide, del drammaturgo francese Alexandre-Louis Soumet, tragedia rappresentata a Parigi con grande successo nell’aprile dello stesso anno. Solo tre mesi dopo l’inizio del lavoro, Norma andò in scena al Teatro alla Scala, era il 26 dicembre. La prima rappresentazione non catturò il pubblico, tanto da essere definita da Bellini stesso un fiasco. Le motivazioni furono probabilmente circostanziali, dalla seconda recita infatti il titolo divenne sempre più amato, fino ad essere in breve tempo ripreso in diversi teatri italiani ed europei. Gli elementi vincenti si riconducono sia alla scelta del soggetto sia al modo in cui è trasposto in musica.

Il testo di Soumet, adeguatamente adattato per la trasposizione, è ricco di elementi di fascino. La storia è ambientata in Gallia, ai tempi dell’invasione romana, in particolare nei luoghi sacri dei Druidi. Abbiamo quindi due dimensioni separate: la misteriosa cultura druidica, con rituali sacri e una spiritualità legata al culto della natura, e la cultura romana, che rappresenta invece una dimensione più materialistica. I protagonisti in scena vivono la tensione del contrasto tra il senso di appartenenza culturale e i sentimenti che lo mettono in discussione. Norma è una eroina tragica dalle molte sfaccettature, simbolo stesso della civiltà dei Druidi, in quanto sacerdotessa, e al contempo innamorata del console romano Pollione, padre dei suoi due figli. La sua vicenda si articola tra una spiritualità legata alle proprie origini e al proprio ruolo fondamentale nella società che rappresenta, e i suoi sentimenti che la portano ad infrangere i suoi voti. Altra figura di spicco è Adalgisa, a propria volta sacerdotessa ma più giovane. Il suo personaggio rappresenta una versione prematura della protagonista. Tra le due viene messo in scena uno dei più puri e intensi esempi di amicizia e solidarietà femminile. Anche Pollione vive il peso delle proprie responsabilità, ma sembra sfuggire ad esse lasciandosi trasportare dai sentimenti che lo portano ad amare e poi tradire Norma. Solo nel finale Norma e Pollione si redimono, andando incontro al tragico destino che li vedrà uniti nella morte. L’approccio di Bellini al testo sottolinea e amplifica la presenza di tante diverse dimensioni, con uno stile che va dal recitativo dal ritmo quasi ieratico, al più melodioso belcanto di alcune arie. Un elemento fondamentale è costituito dal coro, che porta in scena i Galli oppressi ma pronti ad insorgere con forza. Il suo ruolo è quindi di grande importanza nella rappresentazione della tensione vibrante che si respira durante l’intero svolgimento della vicenda. Per assolvere a questa fondamentale funzione drammaturgica, la massa corale è significativamente presente, e assume dimensioni maestose.

La grande influenza di Norma sull’opera a venire è indiscussa, ebbe infatti una vitale funzione nell’aprire la strada a quello che sarebbe poi diventato il melodramma italiano ottocentesco. Tra gli altri, Richard Wagner ne fu un convinto estimatore, tanto da scrivere: «Quanto fruttuosa sia, rispetto al bailamme dell’organizzazione musicale dei nuovi operisti tedeschi, la forma e la maniera operistica italiana lo dimostra Bellini con la sua Norma nella quale musica e poesia si elevano al rango degli antichi greci».

Attorno allo studio dei registri vocali in Norma si è sempre dibattuto molto. La prima interprete del personaggio di Norma, Giuditta Pasta, aveva infatti una vocalità unica, con un range singolarmente ampio e nella scrittura di Bellini la linea vocale di Norma può adattarsi sia al registro di un mezzosoprano sia a quello di un soprano. Con l’obiettivo di mettere in luce tutte le possibilità di estensione vocale, l’edizione critica curata da Riccardo Minasi e Maurizio Biondi include due varianti, l’una con un mezzosoprano nei panni di Norma, l’altra con un soprano (con i dovuti aggiustamenti nell’orchestrazione). Per questa produzione, l’Opera Carlo Felice Genova propone al pubblico entrambe le versioni, con due diversi cast in cui figurano una Norma mezzosoprano (Vasilisa Berzhanskaya) e una Norma soprano (Gilda Fiume). Altri interpreti saranno Carmela Remigio e Anna Dowsley in Adalgisa, Stefan Pop e Antonio Corianò inPollione, Alessio Cacciamani e Mariano Buccino in Oroveso, direttore d’ orchestra Riccardo Minasi.

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Alberto Ricci

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