Mascia: mi candido per difendere Acos

La mia candidatura scaturisce principalmente da quanto è successo durante l’Amministrazione di Centro Destra di questi tre anni, in particolare in Acos. Nei consigli comunali della consiliatura Cabella a tener banco vi era quasi sempre l’argomento partecipate, in particolare Acos, a cui spesso venivano imputate colpe dalla stessa maggioranza.

Una situazione poco consueta: Acos è per il 65% del Comune di Novi Ligure e la Maggioranza del Consiglio Comunale, di Novi, nomina degli Amministratori all’interno delle Società del Gruppo.

Quella stessa Maggioranza di Centrodestra ha attaccato l’azienda e i lavoratori che lavorano per essa.

Questa mancanza fiduciaria da parte della proprietà (il Comune) nei confronti della propria azienda ha raggiunto l’apice quando l’assessore Delfino cercava a tutti i costi di trovare qualche “magagna” nei bilanci e nella gestione di Acos.
In quel momento su tutti i giornali locali si parlava di un credito che Acos (Gestione Acqua) vantava nei confronti di Amag (Amag Reti Idriche): la “perequazione”. Si parla di diversi milioni di euro e le parti, non trovando un accordo, hanno poi portato la cosa davanti ad un giudice e, se non erro, non vi è ancora stata una soluzione al problema.

Ecco, aldilà del caso specifico, e dei tecnicismi che stanno dietro a quel caso, ci si sarebbe aspettati di avere una proprietà che politicamente difendesse la sua azienda. Abbiamo invece assistito a consigli comunali in cui i consiglieri della Lega, difendevano le pretese di Amag, guidata da un altro amico della Lega; questo a discapito di Acos e dei cittadini novesi.

Sono state fatte diverse volte dichiarazioni che parlavano di un’aggregazione di Acos con Amag, dichiarazioni da cui traspariva la poca conoscenza della materia da parte dei consiglieri della maggioranza, nonché la volontà di smembrare un bene del Comune come Acos.

L’assessore Delfino, che aveva l’incarico di “indagare su Acos”, ricevuta tutta la documentazione richiesta e chiaritosi le idee è tornato in Consiglio Comunale dichiarando che, se proprio un’azienda deve comprare l’altra, allora sarebbe stata Acos a dover comprare Amag, facendo infuriare gli amici della Lega di Alessandria. La settimana dopo questa dichiarazione l’Assessore Delfino ha dato le dimissioni lasciando il posto al giovine Moncalvo.

Una cosa positiva del Covid è stata che tutti i consigli comunali fossero in diretta, infatti, anche grazie a questo strumento tutto quello che dichiaro è riscontrabile nelle dirette ufficiali. Un bellissimo strumento di trasparenza di vicinanza con le istituzioni quello delle dirette dei consigli comunale, che, se venissi eletto, manterrei, anzi rafforzerei.

Tornando ad Acos, un altro caso eclatante sono state le dichiarazioni di Bertoli che dai banchi della maggioranza ha, più e più volte, detto che la politica e i partiti devono stare al di fuori dalle scelte industriali dell’azienda.

Chiariamoci, oltre che essere un lavoratore di Acos sono un cittadino, e sono un fervente sostenitore che le aziende di servizio pubblico debbano essere a capitale pubblico, cosicché i cittadini possano avere una sorta di controllo sulla gestione, anche se indiretto.

Le aziende del Gruppo Acos sono strutturate al loro interno con lavoratori e dirigenti, ed è una delle aziende di servizio che, per dimensione, da i risultati migliori nella zona del Nord-Ovest:
per questo il ruolo della politica si deve esaurire nel dare gli indirizzi di visione all’azienda, anche attraverso le nomine degli amministratori, che devono essere capaci nel conciliare una visione politica con le scelte aziendali.

Diversamente si rischia di fare propaganda effimera sulle spalle di un Gruppo che offre servizi a più di 80 comuni e che fattura circa 85 milioni di euro. Propaganda effimera come quella fatta dall’allora segretario leghista Perocchio su Acos; infatti, l’unico passaggio che si vede su Acos è un paragrafo sulla Fondazione, ovviamente attaccandola, e parlando di un cambio di passo.
Ma un cambio di passo da cosa?
Infatti la maggior parte degli amministratori di Acos e della stessa Fondazione sono stati nominati proprio dal partito di Perocchio.

“A volte me lo immagino davanti allo specchio che si accusa di aver sbagliato.”

Battute a parte, trovo emblematico il fatto che in tutto il programma, nel parlare di una delle maggiori realtà industriali del territorio, nonche di una proprietà comunale che vale 85 milioni di euro di fatturato ci si limiti a parlare della Fondazione che ne vale circa 30.000 mila euro, una briciola insomma.

Questo la dice lunga sulle capacità e sulla serietà di questo giovane medico che vuole candidarsi a sindaco.
A proposito dei giovani, in questa campagna elettorale si fa un gran parlare di giovani e di rinnovamento, ma chi sono questi giovani? Per chi vorrà nei prossimi giorni usciranno altre righe in cui lasciamo che i giovani parlino dei giovani.

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Daniele Mascia

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