Nel pubblicare questa lettera del “mitico” geometra Dario Ubaldeschi, approfittiamo per fargli gli auguri: oggi compie 93 anni!
No, non sono un “menagramo”, quando piuttosto pongo l’attenzione a ciò che potrebbe accadere se andrà a buon fine, come purtroppo succederà, quanto indicato in oggetto. Senza riempire ulteriori pagine fitte di cognizioni tecniche, voglio solamente riferirmi alla relazione-volume “COCIV-RFI […] alternativa allo shunt”, nonché al disegno di progetto A301-0X-D-CV-F8-0c0000-002-B”, dove è ben spiegata e descritta la pericolosità di tale passaggio. Com’è ormai noto, nelle due gallerie contenenti ognuna un binario della tratta AV/AC Genova-Milano (chiamata Galleria di Serravalle) che passano in frazione Barbellotta alla profondità di 30 metri dal piano campagna, si distaccano i binari pari e dispari che, pure ovviamente in galleria, si collegano alla linea storica Genova-Torino, una per parte, alla stessa linea. Allora, quella linea di raccordo sul lato Nord della storica, all’altezza dello stabilimento Pernigotti, sovrappassa, incrociandole, le due gallerie della linea AV/AC della Genova-Milano, con un distacco di terreno di soli metri 4.35 e 5.80.
Questo ciò che tecnicamente sappiamo. Quello che non sappiamo è quanto sarà tale distacco dopo i vari scavi e lavori a fine opera. E sappiamo cosa potrebbe accadere di fronte a un terremoto? Ricordiamo, solo ad esempio, quello del 2003, giusto l’11 aprile di vent’anni fa, e quello avvenuto il 29 marzo di quest’anno alle ore 0.32, fortunatamente di magnitudo 2 sul territorio novese, qualificato di pericolosità 4 sulla scala da 1 a 5. Il reale problema è che il progetto COCIV non parla di verifica sismica. Se, a lavori finiti con passaggi di treni a 150-250 km/ora dovesse verificarsi un terremoto sostenuto, le gallerie potrebbero accasciarsi una sull’altra; e se nel mentre transitasse un treno? I morti e i feriti sarebbero a decine. Nessuno vuole che accada, questo è ovvio, ma altrettanto nessuno può dire con certezza che non si verificherà, i terremoti non sono prevedibili, ma si può agire in modo preventivo considerando questi dati oggettivi ed agendo di conseguenza per prevenirne l’eventualità.
A questo punto, la speranza è che qualche parlamentare alessandrino percepisca la pericolosità di questo tipo di infrastruttura e intervenga di conseguenza. Sarebbe doveroso e opportuno che la prossima amministrazione cittadina si ponesse il dovere di una verifica sismica effettuata non da un tecnico qualsiasi, ma rivolgendosi all’Istituto di Geologia e Vulcanologia di Bologna, che dispone di esperti del ramo. E per quanto riguarda noi cittadini, me che scrivo e voi che leggete, direi che al momento possiamo solo incrociare le dita!
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Un commento su “Ubaldeschi: con il Terzo Valico città in pericolo?”
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Prima si spinge come forsennati per fare a tutti i costi un appalto miliarDario senza gara d’appalto. Per un treno a Alta Velocità MERCI da Fegino a Rivalta Scriva, utile forse solo a chi ha incassato quei miliardi, e a chi a Rivalta guarda caso gestisce un interporto. Il tutto fregandosene di dati di traffico portuale e di container gonfiati artatamente, di studi geologici sbagliati (o falsi?), della provata presenza di amianto fino alla percentuale spaventosa del 20% nelle polveri scavate, nella insicurezza palese delle discariche di smaltimento di quello smarino e dei trasporti su strada e a rischio del medesimo smarino pericoloso per la salute delle persone e dell’ambiente. Per non parlare di una città messa in ginocchio dal traffico di camion annesso, e dalla perdita ultradecennale dei collegamenti ferroviari passeggeri con Milano. Non una parola sulle connessioni tra MAFIE e “grande” opera”, nonostante arresti, e processi. Zitti anche su strani eventi criminosi, compresi morti ammazzati spariti dai giornali il giorno dopo il delitto, e su “incidenti” altrettanto strani e mai spiegati come i buchi negli oleodotti che tuttora inquinano le falde verso Scrivia. Poi si grida “al lupo”, come se niente fosse, per fare campagna elettorale.
Se non altro è impossibile negare la sequenza temporale, e i FATTI che confermano le segnalazioni e gli avvisi a cittadini e politici.
Nel frattempo, continuano gli incidenti, gravi e purtroppo anche mortali, in quei cantieri, e come previsto TEMPI E COSTI del progetto non sono stati minimamente rispettati, come in una Salerno – Reggio Calabria qualsiasi.
Non si faccia finta di “venir giù dallo schione”, come direbbero noti politicanti novesi che usano malamente il dialetto per vezzo.