Buona amministrazione, buona esecuzione e i conti senza l’oste

C’è un tema un po’ sottotraccia nel dibattito elettorale. Se ne parla qua e là in alcuni programmi, ma non è certo un argomento che scalda gli animi… Io lo trovo invece fondamentale.

Diciamo con frequenza  “buona amministrazione” riferendoci, a livello cittadino, all’operato del  Sindaco e degli assessori che compongono la Giunta comunale. 
Occorre però parlare anche di “buona esecuzione” delle scelte operate dai politici amministratori. Ed è sulla buona esecuzione che spesso casca l’asino o, per andare avanti con i modi di dire, è qui che si rischia di fare i conti senza l’oste. Con una brutta espressione si parla spesso di funzionamento (o malfunzionamento) della macchina comunale. 

Abbiamo preferito, nel programma del centro sinistra, parlare di un’organizzazione di persone capaci e motivate. Che è insieme un riconoscimento, un auspicio e un impegno.
Un riconoscimento, perché solo il qualunquismo può far dire che non ci sono, all’interno del personale del nostro Comune, competenze, esperienza, passione. Forse non da parte di tutti, forse non sempre, ovviamente. Noi abbiamo fiducia nel personale del Comune e pensiamo che lo si debba mettere in condizione di operare al meglio.

Un auspicio, perché solo un’organizzazione competente e motivata può rendere operative le scelte degli amministratori. Personalmente, ritengo che una città nella quale il cittadino non trovando risposte (o anche solo temendo di non trovarle) negli uffici competenti è indotto a lamentarsi  su facebook e poi riceve soddisfazione da un consigliere comunale eletto, innescando una catena anomala di sollecitazioni e interventi,  ha qualcosa che non va. E un pubblico amministratore che anziché operare per correggere la situazione a monte, nel metodo, si fa invece bello sostituendosi all’organizzazione operativa, finisce per deresponsabilizzare gli uffici e i dirigenti preposti e perpetuare le carenze organizzative.

So di esprimere un parere controcorrente, ma sogno un’organizzazione che sia in grado di gestire in autonomia, in modo soddisfacente e prendendosi le proprie responsabilità quella che possiamo chiamare la “normale amministrazione”, quello che in qualunque azienda non sottrae tempo dell’amministratore delegato e del consiglio d’amministrazione, impegnati invece con strategie e progetti di sviluppo. 

Succede il contrario a volte anche nelle aziende, ma invito a diffidare dei consigli di amministrazione che mettono all’ordine del giorno la pensilina per le biciclette dei dipendenti o la riparazione del piazzale. Non sono aziende destinate a permanere sul mercato a lungo. Se ci lavorate, cominciate a guardarvi attorno.

Questo periodo di commissariamento, anche grazie al fatto di aver avuto un Commissario novese, capace, presente, ci ha dimostrato che la normale amministrazione può andare avanti senza la politica. Perché la politica non è principalmente destinata a far realizzare gli attraversamenti pedonali.

E qui veniamo alla terza parola citata, l’impegno.
L’impegno, per noi che abbiamo l’ambizione di poter governare la città nei prossimi 5 anni,  è quello di intervenire ripensando l’organizzazione comunale non in modo dirigistico e definitivo, ma recependo le migliori tecniche organizzative, valorizzando le competenze, colmando le lacune formative, premiando e incentivando professionalità, iniziativa e lavoro di staff.

Gianfilippo Casanova – 20perNovi

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