Finalmente dopo un anno di campagna elettorale, è arrivato il verdetto delle urne. L’aggregazione attorno al Partito Democratico ha prevalso nettamente.
E’ stato premiato Rocchino Muliere, il suo profilo rassicurante ha convinto l’elettore che dopo la catastrofica esperienza di centrodestra lo ha preferito: è meglio l’usato sicuro, garanzia di esperienza e capacità amministrativa.
E’ una vittoria in controtendenza, rispetto alla defaillance generale, ma Novi è una piazza particolare: la grande esperienza, unita a una altrettanto capillare organizzazione e disponibilità di risorse, hanno fatto la differenza del successo del partito democratico.
Differenza che meglio non poteva essere favorita da una controparte rissosa, con pochi elementi di spiccate capacità politiche e movimenti che vivono nell’illusione di poter competere attraverso i social, tanto da non riuscire a capire la grande chance che il particolare momento aveva loro prospettato.
La politica è l’arte del possibile; l’impossibile è un sogno che si può realizzare, se si sanno cogliere le occasioni, e si ha una visione di cosa si vuole essere e come concretizzare l’azione temporale, utilizzando ogni occasione per raggiungere l’obiettivo.
Non c’è spazio per le questioni personali né per ripicche, superbie e altezzosità, si può avere un livello superiore alla media istruzione ma la politica è anche istinto e visione. Soprattutto istinto e visione, se non la si sa cogliere quando si presenta e meglio lasciare ad altri l’iniziativa, primo o poi, se non si sono fatti guasti ingestibili, qualcuno salta fuori. Le nicchie casalinghe non possono essere compatibili, portano a conclusioni irrazionali.
E’ vero il partito democratico ha smarrito da tempo le sue radice, la sua politica è stata un inseguimento del neoliberismo , abbandonando nei fatti la politica progressista, è rimasto affascinato dall’occupazione del potere invece di occuparsi del conflitto d’interesse in una disciplinata politica liberista, e ora reclama che il centro destra si comporta allo stesso modo, e da noi non si comporta di certo in modo diverso.
Ha vinto con pieno merito, ma non deve illudersi, le condizioni sono rimaste le stesse, e sempre minoranza nella totalità dell’elettorato, (grosso modo hanno vinto con il 28% del totale degli elettori) e questo è un grande problema politico, che va analizzato, capito e risolto. Purtroppo la vittoria concretizzata, sostanzialmente, in solitaria dal Pd gli impedirà un ritorno verso le origini progressiste, è troppo esposto e gli interessi delle partecipate
incideranno e non di poco, comunque poiché, tra loro ci sono persone particolarmente esperte politicamente, non è da escludere una inversione di tendenza.
L’opposizione deve studiare attentamente l’organizzazione del Pd e costruire una squadra e un programma amministrativo, in alternativa, di notevole impatto socio economico e soprattutto di semplificazione burocratica in modo da migliorare le condizioni di vita sociale ed essere pronta qualora si presentassero le condizioni.
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Un commento su “Giannattasio: ineludibile la vittoria di Muliere”
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Istinto visione e cultura. Le doti per politici che capiscono di politica.
Ma alla fine Zippo ha vinto?