Prosegue la “scuola popolare di Legalità” che Libera ha attivato presso il complesso monumentale di Santa Croce, a Bosco Marengo. Dopo il successo dell’incontro con l’ex magistrato Giuseppe Ayala, tornano gli incontri con i testimoni e i protagonisti della lotta alla mafia.
Il prossimo incontro vedrà come ospiti Piera Aiello, testimone di giustizia che ha collaborato con Paolo Borsellino, e Nicola Clemenza, imprenditore di Castelvetrano vittima dei soprusi mafiosi. L’incontro che avrà luogo giovedì 4 maggio alle ore 20,45 presso la sala Gorbaciov del complesso monumentale di Santa Croce, a Bosco Marengo. Il giorno successivo, gli ospiti incontreranno gli studenti del Ciampini- Boccardo per la conferenza all’interno del progetto “Educazione alla legalità e al contrasto delle mafie”, giunto al terzo anno e grazie all’impegno dei preside Mario Scarsi e la determinazione delle docenti responsabili del progetto Valentina Avvento e Monica Oreggia.
Parteciperanno all’incontro i referenti provinciali di Libera, il sindaco di Bosco Marengo Franco Gazzaniga.
L’incontro sarà moderato dal giornalista Andrea Vignoli.
L’evento è realizzato in collaborazione da il comune di Bosco Marengo, il comune di Novi Ligure, Libera, Associazione Parcival, Cascina Saetta, Ics e Istituto Campini Boccardo.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
Piera Aiello, testimone di giustizia di Partanna (TP). Nel 2019 è stata inserita dalla Bbc nella lista delle 100 donne più influenti al mondo.
Nel 1985 la diciottenne Aiello fu costretta a sposare Nicola Atria, figlio del mafioso partannese Vito Atria che sarà ucciso nove giorni dopo. Nicola Atria fu poi ucciso il 24 giugno 1991, in sua presenza. A seguito di quest’evento, Piera Aiello decide di denunciare i due assassini del marito e inizia a collaborare con la polizia e la magistratura, unitamente alla cognata Rita Atria, con il giudice Paolo Borsellino.
Nicola Clemenza, insegnante e imprenditore agricolo, anche lui di Partanna, paese limitrofo a Castelvetrano (“patria” del boss Matteo Messina Denaro, recentemente arrestato dopo trent’anni di latitanza).
E’ promotore del “Consorzio Tutela Valli Belicine” (T.V.B., acronimo beneaugurante) che riunisce alcune aziende olearie del trapanese con l’intento di svincolare la filiera dell’olio dal controllo della mafia e di realizzare delle “economie di scala”. Per questo ha subito intimidazioni e attentati, tra cui l’incendio della macchina e di parte della sua casa.
A seguito di questi episodi, anziché mollare, decide di fondare l’associazione “Libero Futuro Castelvetrano”, dando assistenza agli imprenditori vittime di soprusi mafiosi, creando una rete di assistenza finalizzata a portare alla luce i crimini e alla sbarra i responsabili. Collabora con il Tribunale di Trapani nella gestione dei beni confiscati alla mafia, affinché ne venga assicurato il recupero della funzione sociale, creando nuovi posti di lavoro.
Svolge progetti con diverse scuole, anche liguri, nell’ambito dei percorsi di PCTO, sui terreni confiscati, approfondendo e formando sull’economia circolare e sull’obiettivo di preservare l’integrità dell’ecosistema con metodi di coltura mirati.
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