“Norma”, opera in due atti di Vincenzo Bellini, in scena fino all’11 maggio al Teatro Carlo Felice di Genova, ha riscosso consensi ed applausi: Gilda Fiume, ovvero Norma, Anna Dowsley, nel ruolo di Adalgisa e Antonio Corianò in quello di Pollione hanno interpretato ruoli complessi, in cui introspezione intimistica e linguaggio lirico volto sia alla declamazione che al canto fiorito sono la massima espressione dello spirito romantico che il compositore incarna: la tragedia infierisce sui tre personaggi in un contesto segnato dalla guerra spietata tra Galli e Romani, il conflitto è artefice di quel dramma che porterà Norma al drammatico epilogo insieme a Pollione, non dettato dalla vendetta iniziale per il tradimento di Pollione con Adalgisa, ma per aver lei stessa tradito il suo popolo. Bellini è ineguagliabile nel concentrarsi sulla vocalità che diventa canto di grazia nell’aria “Casta Diva” (notevole l’interpretazione e la coloratura da soprano lirico che regala Gilda Fiume), o espressione di agilità e forza nel Duetto con Pollione o di slancio ed impeto.
Lo spirito drammaturgico raggiunto è reso ancor più incisivo dalle numerose scene in cui il coro gioca un ruolo fondamentale enfatizzando l’orrore di una guerra senza fine, l’ineludibile crudeltà a cui l’uomo non può scampare. Eppure, nel turbine della violenza e del dolore si profila uno stretto legame di solidarietà tra Norma e Adalgisa, la sacerdotessa più giovane che confessa il proprio amore per Pollione. (Anna Dowsley interpreta con elegante passionalità l’amore per Pollione nel recitativo e poi duetto “Deh! Proteggimi, o Dio”). Nei duetti Adalgisa non sovrasta mai il canto di Norma, non si contrappone alla donna sacerdotessa, capo dei Druidi, donna, madre e amante anzi, le due si promettono aiuto, reciproca comprensione che si rispecchia nella vocalità di Adalgisa che non si contrappone a quella di Norma, ma piuttosto la completa.
E Pollione? Anch’egli colpevole di aver tradito Norma, seguirà il suo destino ricongiungendosi a lei nella morte: “ Il tuo rogo, o Norma, è il mio./Là più santo/incomincia eterno amor”.
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