E le bandiere a mezz’asta per Berlusconi non issate all’alba, e le convocazioni fatte nei tempi regolamentari, ma mai abbastanza in fretta… Se questi sono i primi colpi dell’opposizione, Rocchino avrà davanti a sé cinque anni di tutto riposo. Dalla Porta a Perocchio e alla Capodieci è tutto un rincorrersi verso il basso, negli abissi dell’irrilevanza. D’altra parte, cosa ci si può attendere dagli autori di scelte che negli ultimi tre anni sono apparse irragionevoli e al limite dell’autolesionismo?
Dalle elezioni di maggio la destra novese è uscita con le ossa rotte. Soprattutto il leghista, privato anche del lustro del ballottaggio, e la signora Porta: non ce la fa mai, la poveretta, come se la poltrona da sindaco fosse per lei una vincita al Superenalotto, una sfida insuperabile all’odioso calcolo delle probabilità. Però, restando a destra, si può notare che per qualcuno il bilancio è positivo. FdI non ne esce male, considerando che in passato a Novi questa area politica era semplicemente assente. Oggi ha un consigliere, Marco Bertoli, e dà segni di vita organizzata. Bertoli, peraltro, è il solo esponente politico che si salvi davvero dalla débâcle del suo schieramento: eletto per l’ennesima volta e con scorno di chi voleva farlo fuori. Mantenendo peraltro un profilo d’indipendenza e di correttezza che lo ha premiato tra gli elettori della sua parte politica.
Detto questo, occorre considerare l’aspetto di maggior rilievo dell’ultima competizione elettorale. Riguarda il Partito democratico. I dati oggettivi sono quelli che sono, con la vittoria al ballottaggio e un 30 per cento dei voti di lista che garantiscono sindaco, vice, due assessori e una discreta pattuglia di consiglieri. Sembrano aspetti che galleggiano in superficie, poiché i risultati delle amministrative sono il frutto di una legge elettorale che favorisce chi si attesta meglio. Gli scettici, poi, tireranno in ballo i pochi votanti, le astensioni, le schede nulle. Sia chiaro: sono fenomeni non trascurabili. Ma che riguardano, questa volta, soprattutto le opposizioni.
Per giudicare correttamente l’affermazione del Pd a Novi, invece, sarà necessario considerare altri aspetti. Innanzitutto l’assenza di un trend nazionale favorevole, come si intende dalla tenuta del governo di destra uscito dalle elezioni di settembre e, per il Pd, dai mediocri risultati delle amministrative. In secondo luogo, e questo dato non è privo di un particolare interesse, l’impossibilità di costruire un’intesa programmatica locale con il M5S: non si dimentichi che in molte città, oltre che su scala nazionale, questo è stato il fattore decisivo della debolezza elettorale della sinistra. Si tratta di due aspetti che avrebbero dovuto pesare in termini sostanzialmente negativi anche a Novi, considerando che la lista del Pd, pur con qualche eccezione, non era particolarmente innovativa. Ma Rocchino vince nonostante tutto.
A favore c’erano solo due elementi, la capacità di coalizzare liste civiche che anche in passato erano presenti nello schieramento progressista – ma che meno di un anno fa avevano alimentato incertezze – e la scelta di fare una adeguata campagna elettorale. Un quadro relativamente positivo, dunque, ma con un certo non so che di ambiguità: un po’ come la storia del calabrone, che ha ali troppo piccole per reggere un corpaccione così pesante. Però, vola.
Una spinta, va da sé, è arrivata da destra. Hanno avuto l’occasione di governare la nostra città e l’hanno buttata via. Il calabrone, però, adesso dovrà mettersi al lavoro evitando di seguire le orme di Perocchio and Co. Niente arroganza, tanta disponibilità (politica).
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4 commenti su “Il volo del calabrone”
Comments are closed.
A proposito di spiegazioni, elogiare i neofascisti anche a Novi fa capire con chiarezza il vizio assurdo di una finta sinistra che si ricorda della storia e delle radici della Costituzione solo il 24 aprile e la vigilia delle elezioni. Una smemoratezza gravissima, la forza vera del regime odierno.
Non vedo dove il lettore abbia letto nel mio articolo degli « elogi » ai neofascisti. Da questa parte politica sono molto distante, ma mi permetto di notare che chi agisce con accortezza, in politica, va valutato per quel che fa, non per quel che vorremmo o quel che suggeriscono i nostri pregiudizi.
grazie della conferma al mio pensiero.
Considerare l’antifascismo un “pregiudizio”, anzichè l’essenza fondante della Costituzione della Repubblica Italiana, chiarisce ancora meglio quello che penso. Come Volevasi Dimostrare.
Una piccola nota entomologica: l’immagine del Bombo (Bombus Pratorum) ovviamente non ha attinenza col titolo, che parla di Calabrone (Vespa Crabro)