«A Torino sarebbero utili due o tre pronto soccorso privati. Sarebbe importante per decongestionare quelli pubblici». Così ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi.
L’ipotesi, ennesimo esempio di volontà di privatizzazione della sanità pubblica, ha suscitato numerose reazioni contrarie. Innanzitutto dalle forze sindacali, che hanno emesso a stretto giro il seguente comunicato:
Abbiamo appreso a mezzo stampa le dichiarazioni dell’Assessore alla Sanità Icardi “…sull’utilità dell’apertura dl due o tre pronto soccorso prlvati” nel nostro Servizio Sanitario Regionale. Così com’è formulata l’affermazionee non riusciamo a capire se ci troviamo di fronte a una opinione personale dell’Assessore oppure all’avvio formale di un atto della Regione; quest’ultimo caso apparirebbe palesemente in contraddizione con i contenuti delle ultime intese regionali sottoscritte. Alla luce di ciò si rende necessario un chiarimento politco con i vertici della Regione. Nell’attesa vale comunque la pena ribadire pubblicamente la nostra contrarietà – senza se e senza ma – alla gestione dei pronto soccorso da parte dei privati. (comunicato firmato da FP CGIL PIEMONTE, CISL FP PIEMONTE, UIL FPL PIEMONTE, FIALS CONF SiAiLi PIEMONTE, NURSIND PIEMONTE, NURSING UP PIEMONTE)
Reazione anche da parte di Giordano Otello Marilli, segretario provinciale del Partito Democratico:
Mentre ad Alessandria aspettiamo che la Regione Piemonte faccia chiarezza una volta per tutte sul nuovo ospedale che servirebbe a tutta la Provincia e mentre in tutta la Regione la problematica delle liste d’attesa assume contorni sempre più preoccupanti, la destra regionale e locale annuncia a mezzo stampa l’apertura di 2 o 3 Pronto soccorso (Dea) in gestione ai privati.
La sanità pubblica, quella del diritto universale alla salute per i cittadini, si tutela investendo, assumendo personale (medici, infermieri, operatori social sanitari), mettendosi in relazione con i bisogni di salute, implementando la sanità territoriale. L’idea di affidarsi al privato è l’ammissione di una incapacità di affrontare le questioni e la certificazione di voler intraprendere una strada che pensa (male) all’oggi ma che non ha alcuna prospettiva per il futuro.
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