Che “successone” lo spettacolo di Graglia prodotto dal Marenco.

L’obbiettivo era ambizioso: una coproduzione di uno spettacolo dedicato a Beppe Fenoglio, nel centenario della nascita. Co-produttori la Fondazione Marenco e il Teatro Stabile di Torino. 

In teatro si usano le coproduzioni: due enti finanziano un nuovo spettacolo, e poi lo fanno girare con l’obbiettivo di rientrare nelle spese e magari guadagnare qualcosa.  Lo spettacolo di cui stiamo parlando è “Non è più il tempo di uccidere”, adattamento teatrale dal docufilm televisivo RAI “La guerra di Johnny” a sua volta tratto da “La paga del sabato” di Beppe Fenoglio

Lo spettacolo è stato rappresentato la prima volta presso il teatro Marenco, a Novi, il 28 e 29 ottobre 2022. Successivamente è stato replicato 6 volte presso lo stabile di Torino, dal 1 al 6 novembre. In totale, otto rappresentazioni, poi basta. Non si trovano tracce di questo spettacolo replicato in qualche teatro italiano, a distanza di un anno. Ormai il centenario di Fenoglio è passato, quindi probabile che di repliche non se ne vedranno più. 

Più che un successo si è trattato di un flop abbastanza clamoroso. Spendere circa 100 mila euro (immaginando che il Teatro Stabile di Torino vi abbia messo altrettanto che Novi) per uno spettacolo che va in scena solo 8 volte, pare davvero troppo. Uno spettacolo che non è stato “comprato” da nessuno, visto che la fondazione Marenco da un lato e il Teatro di Torino dall’altro sono i produttori, non i clienti.

Mancano due elementi importanti per capire la portata del flop,  perchè di questo si tratta. Il primo elemento è che questa coproduzione al teatro Marenco è costata 48 mila euro, una cifra pari ad un quarto del suo budget annuale. 48 mila euro che hanno portato solo due rappresentazioni. Manco fossimo a Broadway.  

L’altro elemento importante è che il dottor Giulio Graglia non solo è direttore artistico della Fondazione Marenco, ma anche membro del consiglio di amministrazione del Teatro Stabile di Torino. Non contento, si è anche affidata la regia dello spettacolo.

Qui sorgono parecchie domande. 

Ha avuto senso pensare che una struttura appena avviata, come il Teatro Marenco, sia lanciasse in una co-produzione così ambiziosa e così economicamente impegnativa?

Graglia o la fondazione non hanno visto un po’ di conflitto di interesse? Come direttore a Novi è pagato e spesato. Come regista è stato pagato?  Restando in ambito teatrale, Graglia ha recitato tre parti in commedia: direttore, amministratore, regista. Forse, parafrasando il titolo dello spettacolo di Graglia, non solo non è più tempo per uccidere, ma neppure per spendere così.

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Moscone

Un commento su “Che “successone” lo spettacolo di Graglia prodotto dal Marenco.

  1. il fortissimo conflitto di interessi del signor graglia, dominus del Merenco ma anche del Giacometti, nella gestione del Teatro riaperto a spese ingenti degli stessi novesi era noto da subito.
    Fortemente spinto dalla politica, la sua presunzione e la sua scarsa competenza gestionale è emersa strada facendo, sollevando dubbi sulla sua stessa professionalità.
    Clamoroso il caso dell’inaugurazione ufficiale, affidata a due colossi del teatro e della cultura del calibro di Merolone e Panicucci.
    Sul piano artistico, poca roba, sul piano della gestione delle risorse, vorrei numeri più precisi sul rapporto costi e incassi, e sul netto. Ma emerge fin d’ora che la parte più grande del bottino di riffa o di raffa sia passata prer le mani del direttore medesimo, che se l’è cantata e suonata, e anche pagata. Un interrogativo però sarebbe da porselo anche per la residua parte delle spese: perchè il CdA della Fondazione che gestisce una proprietà pubblica e pure costosa non interviene a fare luce? chi si è aggiudicato la restante parte del budget?
    Seguite i soldi (cit.)

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