Leggiamo in questi giorni dell’ennesimo stop ai lavori del Terzo Valico nel cantiere di Radimero (Arquata) a causa dell’inceppamento della sconda talpa che stava scavando il tunnel numero 2, quello che dovrebbe essere attivo nel 2026. La prima talpa, quella che stava scavando il tunnel numero 1 si era già incastrata tempo addietro mettendo in discussione la possibilità di proseguire con questa tecnica di scavo e quindi di conseguenza allungando i tempi di consegna che RFI aveva garantito per il 2025.
Torniamo, tristemente, indietro nel tempo, precisamente nel 2012; in un’assemblea pubblica organizzata da Cociv nel comune di Borgo Fornari, venne illustrato il progetto che riguardava la parte piemontese dell’opera. Alle obiezioni che vennero contestate in merito alla presenza di rocce amiantifere lungo quasi tutto il tracciato, uno degli ingegneri progettisti (uno delle decine che si sono susseguiti negli anni al pari dei Direttori dei Lavori molti dei quali inquisiti per i soliti reati) rispose che “amianto non ce n’è, sono tutte argilliti”. Se qualcuno fosse interessato ai filmati dell’assemblea credo che basti rivolgersi alla Digos di Alessandria sempre presente in ogni dibattito al punto di saperne di più sul Terzo Valico di molti progettisti stipendiati all’uopo.
I fatti dimostrarono l’esatto contrario tant’è che furono obbligati a stilare un “protocollo amianto” che solo fra qualche decennio potremo vedere in che modo è stato applicato. Tuttavia l’ingegnere progettista di turno non aveva del tutto torto in quanto, proprio nella zona di Radimero si incontrano grosse bancate di “argilliti” che quando sono ben organizzate di tutto si può dire di loro meno che siano stabili.
I fatti di questi giorni dimostrano con quanta approssimazione sia stato redatto il progetto, a partire dagli studi geologici per arrivare al piano del traffico redatto da Roma sulla base del vecchio “tuttocittà” o all’analisi costi-benefici di mezza paginetta.
A differenza della “talpa” gli “struzzi” della politica (di qualunque sponda) hanno nascosto la testa sotto la sabbia di fronte “all’inevitabile” ed al “è stato già tutto deciso”
La mia opinione è che quello che interessava fare (cave, movimento terra ecc.) è stato fatto, il resto non interessa più, testimonianza ne sono le gare di appalto sempre più deserte. La logistica si sta spostando su altri fronti legati all’elettrico e ai carburanti di ultima generazione favorendo la capillarità indispensabile per le esigenze di un mercato che non è più quello per il quale l’opera fu progettata.
Il danno ambientale è stato fatto ed è oramai sotto gli occhi di tutti ed a questo punto sarebbe auspicabile che la linea venisse convertita a trasporto di passeggeri per avere finalmente un collegamento “normale” dei pendolari sull’asse Milano, Genova, Torino.
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Un commento su “Le talpe e gli struzzi”
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Oltre al danno ambientale, tangenti, corruzioni, mafie, violenza, manganelli, lacrimogeni ad altezza d’uomo, falde acquifere distrutte, veleni e amianto sparsi ovunque attorno a noi, e anche un bel po di morti inutili. I SI TAV sono corresponsabili, per sempre coinvolti.
A proposito, oggi ricorre l’anniversario di un convegno pro TAV al quartiere Cristo di Alessandria. Quel giorno sfilarono tutti, i coinvolti. E le loro guardie del corpo, come sempre, picchiarono a sangue chi li contestava.