Quali conclusioni trarre dopo dieci incontri in tre settimane, girando per i quartieri della città, che hanno coinvolto da un lato Sindaco e Giunta affiancati dai responsabili di Gestione Ambiente e dall’altro quasi cinquecento cittadini?
Gli obiettivi di partenza erano informare e ascoltare, recepire suggerimenti e attese e chiarire anche punti di difficile “digestione” quali la nuova tariffa rifiuti, che a fronte di un aumento medio di poco più del 5 per cento, è risultata più leggera del passato per un terzo dei novesi e inevitabilmente più onerosa per i rimanenti due terzi. Anche molto onerosa (e su questo si lavorerà) per famiglie monocomponente che spesso significa pensionati soli e monoreddito.
Obiettivi raggiunti, perché si è fatta chiarezza e si sono raccolti molti suggerimenti e impostate azioni correttive molto concrete. Il tutto senza la pretesa né di aver convinto né di aver soddisfatto tutti. Ma di aver dato a tutti la possibilità di esprimersi direttamente, questo almeno sì.
“Noi ci mettiamo la faccia” è stato il filo conduttore degli incontri, oggi si direbbe un hashtag. #noicimettiamolafaccia, che è già un buon modo di cominciare un rapporto o di riprenderlo dopo le promesse della campagna elettorale.
Il valore aggiunto ancor più che nei contenuti è nel lento instaurare un vero dialogo con i cittadini, un dialogo che si consoliderà solo se da parte dell’amministrazione ci saranno il coraggio e la forza (anche fisica) di farlo diventare una costante. Un dialogo da realizzare con una varietà di strumenti diversi, per raggiungere pubblici diversi (oggi si direbbe diversi “target).
L’incontro serale sul territorio, almeno a giudicare da questo primo ciclo, non sembra coinvolgere i giovanissimi e, almeno in parte, neppure le giovani coppie e famiglie. I social (Facebook, in particolare) sono forse un canale troppo urlato, utilizzato più per la polemica che per il confronto di idee. Terminata la quotidiana lettura delle pagine più seguite e partecipate a livello cittadino ci si sente spesso inermi, consapevoli che a certe sommarie frasi forcaiole non si può rispondere perché non si aprirebbe alcun dialogo.
Poi ci sono gli incontri diretti, ai quali Sindaco e anche assessori, in misura variabile in base alle rispettive deleghe, dedicano tempo, a volte moltissimo tempo. Servono per sentire il polso della città, ma sapendo che anche in questo caso si coglie solo l’aspetto più problematico. Anche qui, non sono i giovani, non sono quelli che ormai si disinteressano della politica, non sono quelli che non votano a farsi parte attiva.
Ci sono i giornali locali e le pagine locali dei quotidiani nazionali. Offrono spazi adeguati a discorsi un po’ più articolati della semplice battuta… Ma certo non raggiungono migliaia di lettori.
Tra gli strumenti disponibili, se non corressi il rischio di essere tacciato di piaggeria, direi che Il Moscone è una buona via di mezzo tra giornalismo e social, tra breve notizia e approfondimento, tra comunicazione istituzionale e confronto. A questo punto l’ho detto…
La strada giusta non è ancora chiara, ma questo primo ciclo di incontri ha dato qualche spunto per trovarla.
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