Ritorno al crimine? Riprendiamoci la Città

“Ritorno al crimine”, “Novi sotto assedio in mano ai balordi”, “La mappa dei reati”. Questi alcuni dei titoli delle edizioni locali di giornali nazionali dopo la mozione presentata al consiglio comunale e alla stampa da parte di Fratelli d’Italia. Mozione firmata dall’unico rappresentante in consiglio a Novi del partito di Meloni, Marco Bertoli, ma predisposta dal suo coordinatore cittadino, l’avvocato Enzo Ferrarese.

Alcuni giornali l’hanno chiamata “la mappa dell’avvocato”, perché nella mozione si fa l’elenco degli episodi di cronaca accaduti a Novi nell’ultimo periodo, con anche l’indicazione del luogo del reato.

Tanta fatica per rilanciare l’asfittico commercio cittadino, per promuovere Novi come città turistica, rischia di essere vanificata dai titoli dei giornali. Chi vorrebbe venire a fare shopping in una città “in mano ai balordi”? Chi vorrebbe passare un weekend in una città dove c’è addirittura il rischio che ti rubino il catalizzatore dalla marmitta dell’auto, appena la posteggi?

L’elenco degli episodi riportati dall’avvocato novese – che non metto in dubbio, anzi confermo – è riferito a molteplici casi di microcriminalità che sicuramente mettono in allarme la popolazione. Soprattutto se gli si fa eco sui social e sui giornali.

Non possiamo però minimizzare. Esiste un evidente problema di microcriminalità giovanile, legata sia all’uso di sostanze, che al loro spaccio, che ha reso alcune zone della città, in alcuni orari, off-limits. Combinazioni di ragazzi italiani e di ragazzi di origine straniera, spesso di seconda generazione e perfettamente integrati nella nostra società, che hanno sofferto la pandemia e il lock down in una età in cui è stato più difficile ammortizzare gli effetti negativi di quei frangenti eccezionali. Ci vorrebbero sociologi esperti per capire questo fenomeno, le sue cause, e magari le soluzioni. Ma sarebbe errato, non capendolo, far finta che non esista.

A Novi esiste un problema di microcriminalità, così come in tutte le città italiane. Esiste però anche un problema di macrocriminalità, di cui non parliamo mai, o almeno non parliamo abbastanza. Assistiamo silenti e ignavi alla Infiltrazione della criminalità organizzata, che – mentre i cittadini si preoccupano del furto della marmitta – si spartiscono i territori di spaccio, gli appalti, la gestione dei locali in cui “ripuliscono” le rimesse delle loro attività illecite. Reati che non verranno mai individuati dalle telecamere cittadine, ma che potrebbero essere individuati seguendo i flussi di capitali.

Quindi, cosa dovremmo fare, minimizzare questi episodi per non danneggiare l’immagine cittadina? Far finta di nulla? Sicuramente no.
L’Italia è un paese strano. Le statistiche ufficiali ci dicono che anno per anno diminuiscono i reati contro il patrimonio e i furti. Anche gli omicidi diminuiscono, e ormai sono solo appannaggio di tragiche vicende familiari. È praticamente impossibile oggi trovare un omicidio in cui il colpevole non sia un parente della vittima. Abbiamo le pagine dei giornali tragicamente pieni di notizie di cronaca che riportano innumerevoli casi di uomini che uccidono donne che sono state le loro mogli, le loro compagne.

Ma torniamo alla emergenza microcriminalità cittadina. La mozione della destra chiede che il comune si faccia carico di una richiesta di maggiore impegno da parte delle forze dell’ordine e della Polizia Municipale. Pur ricordando che la prevenzione e la repressione dei crimini non è (per fortuna, aggiungo) tra i compiti degli enti locali, non possiamo certo dire che un maggiore controllo delle forze dell’ordine sarebbe dannoso al nostro territorio. Ma se nel territorio novese esiste solo una pattuglia dei carabinieri che fa servizio notturno, su un territorio che va dall’alta Val Borbera a Voltaggio, passando per Arquata, Serravalle e Novi, c’è poco da sperare nell’azione delle forze dell’ordine, se prima esse non vengono potenziate a livello nazionale. Cosa che viene puntualmente promessa, soprattutto dalla destra, a ogni campagna elettorale, e puntualmente disattesa. Quante volte ci capita di leggere che le auto dei Carabinieri sono ferme perché senza benzina…
Occorre ovviamente anche potenziare il corpo di polizia municipale, e specializzarlo. Cosa che però si sta facendo, viste le recenti assunzioni e i percorsi di formazione organizzati.

Ma forse è ora che anche noi cittadini si faccia qualcosa. Riappropriandoci della città, invece di starcene rintanati in case davanti alla televisione o al computer, magari lamentandoci su Facebook che Novi non è più quella di una volta.
Perché la Novi di una volta – che non era certo immune dal crimine – non la facevano il Sindaco, il Maresciallo dei Carabinieri o il Capo della Municipale, ma i novesi. Ecco, forse, più che la Novi di una volta, mancano i novesi di una volta. E questa, è una nostra responsabilità che non possiamo accollare ad altri.

Non poteva mancare chi prova a approfittare e speculare sulla situazione. È il caso dei leghisti novesi, che per hanno annunciato una raccolta firme perchè “in Città dopo l’avvento della Sinistra, è successo quanto temevamo: sono accaduti quotidianamente episodi di violenza“. Per Perocchio & C la colpa di tutto è di Muliere e della sinistra, e viene avviata “una raccolta firme affinché l’Amministrazione intervenga immediatamente , senza ulteriori indugi, per salvaguardare la sicurezza dei cittadini tutti”. Intervenga immediatamente a fare che? I leghisti non lo specificano. L’obbiettivo è quello di strumentalizzare, semplicemente.

Muliere ha comunque intenzione di metterci la faccia, così come ha fatto per la questione rifiuti, eredità della precedente amministrazione. Il sindaco ha annunciato che il prossimo giro di incontri nei quartieri sarà dedicato alla sicurezza, dopo l’incontro con il Prefetto sul “patto per la sicurezza urbana”, che prevede investimenti di circa 100mila euro sulla sorveglianza.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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