In occasione dei 30 anni dell’uccisione da parte della mafia di Don Pino Puglisi, il presidio novese di Libera e l’Associazione Parcival, che gestisce Cascina Saetta, il primo bene confiscato alla mafia in Provincia di Alessandria, hanno organizzato una rappresentazione teatrale presso il Teatro Giacometti di Novi Ligure.
“U Parrinu”. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia” è scritto è interpretato da Christian Di Domenico, che ha conosciuto personalmente don Pino Puglisi grazie a sua madre, siciliana, che l’ha avuto come guida spirituale, confessore, insegnante di religione e, infine, amico, fin dai tempi del collegio. È stato lo stesso Don Pino a sposare i genitori dell’autore dello spettacolo.
Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56°compleanno, don Pino Puglisi fu ucciso con un colpo di pistola alla nuca perché, sottraendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento della mafia.
Con questo spettacolo teatrale Christian Di Domenico ci racconta pertanto di Don Pino, dell’amico di famiglia, dell’uomo di Chiesa, del maestro di scuola. Un uomo che aveva imparato a perdonare, in punto di morte, la violenza di chi già gli puntava la pistola alla nuca. Un uomo che era sicuro che il perdono, con l’esempio e il racconto, potesse essere insegnato.
Il presidio novese di Libera e l’associazione Parcival, che gestisce Cascina Saetta a Donna (Bosco Marengo), il primo bene confiscato alla mafia e restituito all’utilizzo sociale in Provincia di Alessandria, hanno deciso di offrire alla cittadinanza questo spettacolo, che il giorno successivo sullo stesso palco sarà replicato per i ragazzi dell’Itis Ciampini che partecipano al Progetto Legalità avviato da tre anni presso la scuola dalle insegnanti Valentina Avvento e Monica Oreggia.
La manifestazione gode del patrocinio del Comune di Novi Ligure e del Comune di Bosco Marengo.
Le offerte della serata saranno devolute al sostentamento di Cascina Saetta.
Lo spettacolo avrà luogo mercoledì 13 dicembre, alle ore 21, presso il teatro Giacometti di Novi Ligure, corso Piave 2. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
approfondimenti:
Don Pino Puglisi. (Palermo, 15 settembre 1937 – Palermo, 15 settembre 1993) è stato un sacerdote ucciso da Cosa Nostra nel giorno del suo 56° compleanno. Figlio di un calzolaio e di una sarta, entrò in seminario nel 1953 e venne ordinato sacerdote nel 1960.
Il 19 settembre 1990 torna a Brancaccio (Palermo) nella parrocchia di San Gaetano, in un quartiere posto sotto il dominio mafioso, il “regno” dei fratelli Graviano. Un quartiere difficile, dove vive anche “il papa”, Michele Greco. Lo sa anche don Pino che come sempre ci scherzava su: “Sono l’unico sacerdote ad avere due papi. Uno a Roma, l’altro a Brancaccio”.
È stato un prete che faceva il proprio lavoro in una Chiesa che è sempre stata dura con il peccato e tollerante con il peccatore. Cercava di educare i ragazzi al rispetto delle regole. Riuscì a mettere in discussione persino le tradizioni, prima fra tutte la processione di San Gaetano, che si era sempre fermata davanti al balcone del boss, per omaggiarlo. Rifiutava i soldi dei boss. Era un prete “povero” e “libero”.
Don Pino Puglisi venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, sotto la sua abitazione, a Palermo. Ucciso in piazza Anita Garibaldi con colpo di pistola alla nuca. Salvatore Grigoli, il killer, raccontò così quella sera: «l’avvistammo in una cabina telefonica mentre eravamo in macchina. Andammo a prendere l’arma. Toccava a me. Ero io quello che sparava. Spatuzza gli tolse il borsello, e gli disse: padre, questa è una rapina. Lui rispose: “me l’aspettavo”. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che mi è rimasto impresso. C’era una specie di luce in quel sorriso».
Christian Di Domenico (Monza, 20 aprile 1969) è il principale erede ed insegnante della metodologia d’arte drammatica alschitziana in Italia nata ad opera del regista russo Jurij Leonovič Al’šic agli inizi degli anni 1990.
Dopo aver conseguito il diploma con la qualifica di attore alla Scuola di teatro Alessandra Galante Garrone nel 1990 e alla Scuola d’arte drammatica “Paolo Grassi” di Milano nel 1992, debutta con il ruolo di Laerte nell’Amleto di William Shakespeare, con la regia di Elio De Capitani.
Tra il 1992 e il 1996 lavora, tra gli altri, con Jerzy Stuhr, Vittorio Franceschi, Riccardo Fucks e Marco Baliani. Prosegue il suo cammino professionale con Massimo Navone, Giuseppe Bertolucci, con Mariangela Melato, Antonio Albanese e Giuseppe Battiston.
Christian Di Domenico in gioventù ha conosciuto personalmente Don Pino Puglisi, martire della Mafia, testimoniandone in un proprio spettacolo l’esperienza di aiuto alla gioventù palermitana.
Nel 2019 scrive ed interpreta un altro spettacolo estremamente interessante e toccante, “Mio fratello rincorre i dinosauri” che narra la storia reale di Giovanni Mazzariol, affetto da sindrome di Down, e della sua famiglia attraverso gli occhi del fratello Giacomo, nell’omonimo romanzo.
Libera – Nomi, numeri e cose contro la mafia. È una rete di Associazioni Antimafia presieduta da don Luigi Ciotti, fondata nel 1995 su ispirazione di Luciano Violante e Saveria Antiochia, con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata e di favorire la creazione di una comunità alternativa alle mafie stesse. Libera coordina più di 1600 realtà nazionali e internazionali che si occupano in vario modo del contrasto alla criminalità organizzata. Fra gli scopi dell’associazione: promuovere i diritti di cittadinanza, la cultura della legalità democratica e la giustizia sociale; valorizzare la memoria delle vittime di mafie; contrastare il dominio mafioso del territorio.
A Novi Ligure è attivo il presidio dedicato alla memoria di Domenico Petruzzelli, un bambino di soli due anni vittima innocente dalla “sacra corona unita” nella strage di 9 anni fa a Palagiano (TA).
Associazione Parcival ETS nasce nel 2010 per promuovere e sostenere la partecipazione collettiva, creativa e responsabile di bambini, adolescenti e giovani, giovani coppie e adulti negli ambienti di vita in cui essi si trovano. Tra i suoi obbiettivi contribuire alla diffusione di quei valori e di quelle prassi che fondano la cultura della cittadinanza attiva, dell’antimafia sociale e della partecipazione civica, nella quale si riconoscono i fondatori di questa Associazione; creare attività di sostegno, aggregazione e partecipazione a partire da quegli ambienti, come la scuola, in cui la presenza di opportunità di tal genere è essenziale per promuovere la qualità della vita degli ambienti stessi, favorendone il superamento delle situazioni di disagio.
Parcival gestisce Cascina Saetta in frazione Donna di Bosco Marengo e l’ostello del complesso monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo.
Cascina Saetta, primo bene confiscato in provincia di Alessandria, si trova nel comune di Bosco Marengo, in borgata Donna. La sua storia inizia nel 2005, con la sua confisca a Concetta Caci, moglie di Rosario Caci, legato alla cosca Fiandaca-Emmanuello e a quella dei Madonia. Da qui la dedica al giudice Antonio Saetta ed al figlio Stefano, vittime di un agguato in Sicilia ad opera degli stessi Madonia. L’immobile veniva usato come magazzino per le sostanze stupefacenti che Caci rivendeva sulla piazza di Genova con ingenti profitti o veniva usato come base sicura per alcuni latitanti. Dopo la confisca e la consegna del bene al comune di Bosco Marengo, dopo lunghe vicissitudini burocratiche e non solo l’associazione Parcival decide di occuparsi del bene. Parcival realizza in quel che resta della struttura, nel frattempo crollata, una tensostruttura adeguata ad eventi, riunioni, momenti di formazione e una serra sperimentale di acquaponica, un laboratorio didattico aperto alle scuole e alle associazioni. Finalmente, nel 2016 il bene viene finalmente restituito alla comunità, con l’inaugurazione alla presenza di Don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera.
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